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La marcia delle banche centrali verso le monete digitali avanza spedita. Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, è stato uno degli artefici della svolta europea per la creazione dell’euro digitale, la valuta con corso legale che mira ad affiancarsi all’euro tradizionale e rispondere alla sfida cinese dello yuan digitale. Lo scorso autunno la Banca centrale europea ha concluso la fase pilota, quella di studio, per passare allo step successivo, quello in cui si comincia la fase di test. Nelle more Panetta è tornato a puntellare alcuni concetti, per un’immissione della nuova moneta più sicura ed efficace possibile.

L’occasione è arrivata con un dibattito organizzato nell’ambito dell’Innovation Summit della Banca dei regolamenti internazionali (Bri), al quale ha preso parte anche il governatore della banca centrale tedesca, Joachim Nagel. “Nel mondo nove banche centrali su dieci stanno esplorando le possibilità legate all’eventuale creazione di valute digitali ufficiali, le Cbdc. E in generale in questa fase stanno valutando quali debbano essere le caratteristiche di design e quali elementi, delle soluzioni attualmente esistenti, andrebbero utilizzati per evitare effetti indesiderati sul mercato dei pagamenti”, ha spiegato Panetta.

Per fare questo le banche centrali “devono impegnarsi con una ampia gamma di portatori di interessi e con il grande pubblico”, ha proseguito. Per Panetta, che dallo scorso novembre è presidente del Comitato su infrastrutture di pagamento e mercati (Cpmi) della Bri e del gruppo di coordinamento sui pagamenti transfrontalieri del Financial Stability Board, “complessivamente lo scopo ultimo per una banca centrale sulle Cbdc è assicurare che vi siano opportunità addizionali, per venire incontro alle domande del pubblico e dei partecipanti di mercato, mediante strumenti sicuri, efficienti e accessibili”.

Una cosa è certa. “Le Cbdc possono anche migliorare i pagamenti transfrontalieri, aumentando la velocità e riducendo i costi costi. Ma ovviamente deve essere chiaro che la decisione se adottarle è una decisione sovrana, da parte dei governi e questo mette in rilievo l’importanza della cooperazione tra istituzioni”. Il governatore della Banca d’Italia ha poi allargato le sue considerazioni anche al futuro delle banche centrali, affermando di concordare pienamente con la previsione del suo omologo della Bundesbank, sul fatto che che gli istituti “tra 10 anni saranno diversi rispetto a oggi. Data l’importanza degli strumenti digitali sui pagamenti ci saranno meno economisti e più tecnici dei dati, più fisici, più crittografi. Il business sarà lo stesso ma la sua attuazione sarà consistentemente diversa e ci sarà un ambito di competenze più ampio e eterogeneo”.

A quel punto Nagel ha a sua volta voluto fare una battuta: “lasciatemi dire che questa è la ragione per cui nell’eurosistema la politica monetaria funziona: perché io e Fabio concordiamo. Se vent’anni fa mi aveste chiesto se il modello delle banche centrali era distruttibile avrei risposto di no. Oggi non ne sono così sicuro e per questo stiamo qui a discutere”.

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