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Lunghe linee di trincee scavate nel terreno circondate da fossati anticarro e campi minati, su cui si articolano sistemi di difesa scaglionati in profondità, studiati appositamente per resistere ad una pesante pressione offensiva nemica. Un panorama molto simile a quello del saliente di Kursk, teatro nell’estate del 1943 di una delle più celebri battaglie della seconda guerra mondiale, l’operazione Zitadelle. Ma da Zitadelle sono passati più di ottant’anni, e l’area interessata non è quella dell’oblast di Kursk, ma quella del Donbass.

Qui, la controffensiva ucraina della scorsa estate si è arenata di fronte alle difese di questo tipo costruite dalle forze armate di Mosca. E adesso che sono i russi ad aver preso l’iniziativa, sono i soldati di Kyiv che stanno costruendo simili fortificazioni per arginare l’impeto nemico. Ma i vertici ucraini temono che l’esercito e le autorità locali non stiano scavando abbastanza velocemente, o costruendo fortificazioni difensive sufficientemente efficaci per resistere alle prossime spallate russe nel nord-est e nel sud-est del Paese.

Rostyslav Pavlenko, deputato dell’opposizione all’interno della Rada ucraina, ha rilasciato un commento a Politico sottolineando come tale questione sia stata stressata a lungo. “Abbiamo avvertito fin dall’estate scorsa che è necessario costruire fortificazioni difensive su scala industriale, riunendo i ministri competenti e le amministrazioni militari locali per costruire rapidamente linee difensive e renderle estremamente forti”. E infatti immediatamente dopo la fine della controffensiva, il governo aveva riconosciuto la necessità di rinnovare le strutture difensive e di aggiungere nuove fortificazioni in prima linea, speculari a quelle che avevano bloccato gli sforzi del proprio esercito.

Eppure le cose non sembrano essere andate come dovevano. Oleh Syniehubov, governatore dell’oblast di Kharkiv, ha dichiarato che il processo di costruzione e revisione delle fortificazioni nell’area è iniziato solo all’inizio di marzo, e che non può dire quando saranno completate. Nel febbraio il governo ucraino ha annunciato la destinazione di cinquecentoventiquattro milioni di dollari alla realizzazione di un fondo per la costruzione di fortificazioni. “Finalmente hanno iniziato a costruirle. Ma è tardi. Hanno iniziato davvero il mese scorso”, è stato il commento aspro di Ivanna Klympush-Tsintsadze, altra legislatrice afferente all’opposizione.

Ma il problema non riguarda soltanto le tempistiche. Un ex-comandante di alto livello delle forze armate ucraine contattato sempre da Politico ha espresso in forma anonima i suoi timori sul fatto che Kyiv non abbia abbastanza mine disponibili per erigere le nuove fortificazioni, né abbastanza soldati mobilitati per presidiarle adeguatamente. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente affermato che entro la fine della primavera saranno costruiti più di duemila chilometri di fortificazioni. Ma senza le sufficienti risorse, le costruzioni potrebbero non bastare.

La lenta erosione delle capacità militari ucraine, assieme al blocco nei rifornimenti da parte statunitense (il principale fornitore di sistemi d’arma all’Ucraina) ha permesso ai russi di ricominciare ad avanzare facendo piccoli ma costanti conquiste nel sud e nell’est dell’Ucraina. E dopo la caduta di Avdiivka lo slancio sembra essersi accresciuto. Un sistema di fortificazioni efficace potrebbe rallentare l’avanzata delle forze di Mosca. Ma non è detto che Kyiv riuscirà a erigerlo in tempo.

trincea

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