Skip to main content

Come riuscire a vincere le guerre prima che scoppino? È questo il quesito alla base della riflessione iniziata dalla Difesa francese a partire già dalla sua nuova Strategia di sicurezza nazionale, che ha aggiunto alle funzioni delle Forze armate transalpine quella della Conoscenza e anticipazione strategica. Come spiegato ad Airpress da fonti di alto livello della Difesa di Parigi, per assicurarci la vittoria contro potenziali avversari prima che l’escalation raggiunga il livello di conflitto, è necessario essere in grado di anticipare quello che potrebbe accadere, in modo da poter prendere le dovute contromisure e riempire gli eventuali gap.

La sfida imminente è naturalmente quella russa, identificata come prioritaria da Parigi, ma nel lungo periodo, la minaccia sarà quella cinese, già attiva attraverso la sua propaganda nei social network (Tik Tok in primis). Il problema di questi strumenti di guerra ibrida è che agiscono sotto la superficie, in una zona grigia tra le ostilità e la competizione, nel quale è difficile avere un quadro completo della situazione in ogni momento. La Russia, tra l’altro, ha dimostrato di possedere un vero e proprio ecosistema di propaganda, anche nei Paesi europei, attivabile secondo necessità, che agisce attraverso proxy, social media e Intelligence.

Per affrontare la sfida, la Difesa d’oltralpe ha individuato due direttrici principali, l’anticipazione strategica, fatta di riflessioni dottrinali e di visione, e il dominio dell’infowar, la battaglia di narrative la cui influenza nei moderni scenari geopolitici è ormai cruciale. In questo contesto, l’offensiva mediatica condotta soprattutto dalla Russia nella diffusione di fake news e contro-narrazioni relativamente alla guerra in Ucraina o nel contesto africano, sono chiari esempi della minaccia che i Paesi europei dovranno affrontare nel prossimo futuro. Si tratti, infatti, di strumenti il cui scopo è indebolire la credibilità e la solidità dei sistemi democratici, producendo effetti diretti sulla sicurezza nazionale e internazionale.

Per questo Parigi vuole coinvolgere i propri partner europei nella costruzione di un sistema integrato capace di agire nel settore della infowar con agilità e proattività. È stato, del resto, lo scopo della missione della Difesa francese di ieri in Italia: cercare di identificare aree di comune interesse per sintonizzare con gli alleati una strategia conto la disinformazione russa nei nostri Paesi. L’obiettivo operativo di Parigi è arrivare a possedere la libertà di manovra nello spazio cognitivo attraverso l’implementazione di un sistema combinato, nazionale ed europeo, capace di agire nella infowar. Questo sistema dovrà vedere la partecipazione di diversi attori pubblici (Forze armate, ministero degli Esteri, Intelligence) e privati.

In questo senso, la postura adottata da Parigi vuole essere molto proattiva, non limitandosi a rispondere alle fake news degli avversari, anzi. L’obiettivo è impedire che si creino vuoti dove possa fare breccia la propaganda russa. Non si tratta, allora, solo di debunking (dimostrare la falsità delle informazioni), ma di pre-bunking, cioè imporre fin da subito la propria narrativa basata sui fatti. Anche il metodo, infatti, dovrà essere diverso da Mosca, con la narrazione delle democrazie che dovrà essere basata sulla verità e sul sostegno alla libertà di informazione in Europa e a livello globale. Nel lungo periodo, l’obiettivo è andare oltre la semplice reazione, manovrando nello spazio cognitivo arrivando anche a cogliere opportunità e brecce all’interno della narrazione avversaria.

Naturalmente, scalfire il muro di propaganda eretto da Putin introno alla Russia non è un compito semplice. È per questo che, secondo Parigi, bisognerà adottare un approccio indiretto, che vada a puntare quelle aree geografiche o tematiche capaci di influenzare le percezioni. Il ruolo destabilizzatore delle compagnie mercenarie come la Wagner, per esempio, o dimostrando i reali interessi di Mosca nei suoi accordi di partnership con i Paesi dell’Asia centrale o dell’Africa (regioni dove la narrazione russa – e cinese – è molto forte). Per Parigi, ogni Paese dovrebbe cominciare ad attrezzarsi per far fronte a questa minaccia, ma farlo insieme significherebbe essere più forti.

Combattere (e vincere) le infowar. Ecco la strategia di Parigi

Parigi vuole portare la battaglia contro la disinformazione russa a un nuovo livello, fatta non solo di reazione alle fake news del Cremlino, ma capace di imporre fin da subito una narrazione basata sulla verità e la libertà d’informazione. Per far questo, però, sarà necessaria la collaborazione di tutti i Paesi europei, a cominciare dall’Italia

Se non attacchiamo Rafah, avremo altri 7 ottobre. Parola di un ufficiale israeliano

Formiche.net ha avuto l’opportunità di confrontarsi con un alto ufficiale delle Idf. Secondo il militare, l’offensiva sul centro abitato permetterebbe di distruggere la capacità militare di Hamas, e di inficiare il sistema regionale iraniano

Cosa significa l’accordo Tesla-Catl per la competizione Usa-Cina sulle batterie

Nonostante il focus dell’amministrazione sul de-risking, l’azienda di Elon Musk (e non solo) rimane fortemente legata al colosso cinese. Intanto, il ceo Robin Zeng cerca dialogo e cooperazione per il clima, ma le aziende cinesi sono pragmatiche

Solare cinese a rischio scossa. Il peso della sovrapproduzione

Venti economici contrari, calo del sostegno statale, capacità in eccesso e declino della domanda estera stanno flagellando l’industria fotovoltaica cinese. E fanno presagire lo scoppio di un’altra bolla, foriero di un possibile fallimento delle aziende più piccole

Il Pentagono alza l'attenzione sulle Filippine. Ecco perché

Le Filippine sono “un punto caldo davvero critico in questo momento che potrebbe finire in una brutta situazione”, dice il capo della forze armate americane nell’Indo Pacifico. La tensione tra Manila e Pechino è altissima, e c’è un trattato di mutua difesa che obbligherebbe Washington a rispondere alle aggressione contro gli alleati filippini

Putin, la strana idea dei mandanti dei terroristi e i problemi rimossi. La riflessione di Cristiano

Bisogna evitare errori che diventano boomerang seminando odio sullo strisciante modello “credenti buoni contro credenti cattivi” e soprattutto è necessario prosciugare il pantano della clandestinità criminale. La riflessione di Riccardo Cristiano

Nato e Ue per far fronte alla Russia e nuovi modelli di cooperazione militare. L'audizione di Cavo Dragone

Cosa ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa nel corso dell’audizione presso le commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. Non abbiamo abbastanza uomini. Siamo assolutamente sottodimensionati. Il terrorismo? Mostro che ha rialzato la testa con vile attentato a Mosca. Nel Mediterraneo allargato dobbiamo fare di più e meglio

Globalizzazione, addio o arrivederci? Tocci, Talò e il libro di Braw

La presentazione dell’ultimo volume di Elisabeth Braw al Centro Studi Americani fornisce lo spunto per discutere sull’evoluzione del sistema globalizzato, nonché sulle cause di questa trasformazione. Chi c’era e cosa si è detto

Cosa resta della Destra nell'era di Giorgia Meloni. Tarchi e le tre età della fiamma

Per l’ascesa di Giorgia Meloni a contare sono stati il crollo del sistema partitico della “prima repubblica” e il ruolo svolto da Berlusconi nel riammettere i neofascisti nel perimetro della legittimità governativa. Avrebbe senso una destra ispirata a una visione europeista indipendente dalla subalternità alla strategia statunitense? Una destra, no. Una forza politica che, partendo dall’originaria identità missina, avesse puntato ad oltrepassare il discrimine sinistra/destra, sì. Conversazione con il politologo Marco Tarchi

Solo se il Pnrr andrà a buon fine si potrà parlare di debito comune europeo e di eurobond

Le crisi dal 2008 in avanti ci hanno insegnato con grande chiarezza che in economia le cose eccezionali, si fanno in momenti eccezionali e questo, appunto, è il momento eccezionale per varare il progetto dei bond europei. Possibilmente prima che sia troppo tardi. Il commento di Andrea Ferretti, docente al Corso di Gestione delle imprese familiari all’Univerona

×

Iscriviti alla newsletter