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Nel mese di gennaio, i prezzi al consumo sono saliti di due decimi (il doppio delle attese) – come a dicembre – secondo l’indice NIC, mentre sono calati del 2,1% m/m (dal +0,3% m/m di dicembre) in base all’indice armonizzato UE (per via dei saldi invernali su abbigliamento e calzature, di cui, come noto, l’indice NIC non tiene conto). L’inflazione annua è rimasta allo 0,7% sull’indice nazionale ed è scesa di un decimo allo 0,6% sull’armonizzato. In entrambi i casi si tratta di un minimo dal 2009.

DOVE SI CONCENTRANO I RINCARI

 Il dettaglio per prodotto (secondo l’indice NIC) mostra che i rincari sono concentrati sugli
alimentari (+0,4% m/m, peraltro in linea con la stagionalità di gennaio; da notare il +4,2% m/m
dei vegetali freschi) e sulle spese per la casa (com’era prevedibile visto l’aumento dello 0,7%
della tariffa dell’elettricità). Superiore alla stagionalità del mese e in aumento di un decimo i
prezzi nei capitoli più “sensibili” alla domanda come alberghi/ristorazione e cultura/tempo libero.
Da notare il rincaro del 3,6% m/m di pedaggi e parchimetri (dovuto ai rialzi dei pedaggi per gran
parte della rete autostradale) e l’aumento dei prezzi delle spese bancarie e finanziarie (+1,9%
m/m), dovuto all’aumento dell’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche relative ai prodotti
finanziari.

Continuano a calare (-0,3% m/m) i prezzi nelle comunicazioni (come accaduto in 5 degli ultimi 6 mesi); da notare anche la flessione, di natura però tipicamente stagionale, dei servizi di trasporto (-0,5% m/m).

NUOVI PRODOTTI NEL PANIERE

Poche novità dalla revisione annuale del paniere dei prezzi al consumo: entrano nel paniere nuove
tipologie di prodotti (formaggio grattugiato in confezione, formaggio spalmabile in confezione,
caffè in cialde o capsule, macchina da caffè in cialde o capsule, sacchetti ecologici per rifiuti
organici, sigaretta elettronica e ricariche); soprattutto, aumenta il peso di alimentari e spese per la
salute a fronte di un calo dell’importanza di trasporti e abbigliamento/calzature.

SINTESI

Il dato conferma la tendenza assai moderata dell’inflazione, ma non segnala veri e
propri rischi deflazionistici (il NIC ha sorpreso lievemente verso l’alto; “confortante”, in tal senso,
il rimbalzo dei prezzi nei capitoli più sensibili alla domanda). Nel nostro scenario, il mese di
gennaio potrebbe rappresentare il punto di minimo per l’inflazione, che in ogni caso rimarrà bassa
(inferiore all’1%) sino alla prossima primavera.

Paolo Mameli, Senior Economist, Servizio Studi Intesa
Sanpaolo


Ecco come variano paniere e inflazione

Nel mese di gennaio, i prezzi al consumo sono saliti di due decimi (il doppio delle attese) - come a dicembre - secondo l’indice NIC, mentre sono calati del 2,1% m/m (dal +0,3% m/m di dicembre) in base all’indice armonizzato UE (per via dei saldi invernali su abbigliamento e calzature, di cui, come noto, l’indice NIC non tiene conto). L’inflazione…

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