Skip to main content

Genova e Ravenna non fanno campo largo. Palano spiega perché Meloni (ancora) non ha rivali

Il centrosinistra incassa due importanti vittorie a Genova e a Ravenna ma, anche se i leader dei partiti esultano, il campo largo al momento non è riproducibile a livello nazionale. Pesano, in particolare, le questioni interne. Il centrodestra avrà diverse fibrillazioni legate alla limitata azione del governo sulle riforme e ad alcune ambiguità in politica estera. Ma Meloni non ha rivali per Palazzo Chigi e l’elettorato è compatto. Colloquio con Damiano Palano, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali della Cattolica

Da Roma a Bruxelles, l'Italia ha tutte le carte per invertire la rotta. La traiettoria di Meloni

Non solo economia (“via i dazi interni Ue”) nell’intervento della premier dinanzi agli industriali, ma anche molti spunti di prospettiva e di relazioni, anche sul respiro euroatlantico, che è sempre nei pensieri di Palazzo Chigi. Il recente incontro a Roma fra il vicepresidente Usa, JD Vance, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, “è stato l’inizio di un dialogo, che l’Italia ha continuato a facilitare anche in questi giorni, che va portato avanti con saggezza e con buon senso e, se posso permettermi, anche con un approccio più politico che burocratico”

I referendum sono una resa dei conti dentro il Pd. L’opinione di Guandalini

Dai quesiti dell’8 giugno Schlein spera che possa ripartire la rimonta del centrosinistra verso la conquista di Palazzo Chigi. Ma è un azzardo puntare tutto su quell’appuntamento perché si rischia di arrivarci con un Pd diviso, in rotta di collisione interna tra riformisti, legati all’area centrista e la maggioranza sinistra-sinistra che sostiene la segretaria. Come vincere basta leggerlo nei risultati delle elezioni comunali di domenica. L’opinione di Maurizio Guandalini

Meloni-Abiy, come prosegue il partenariato fra Italia ed Etiopia

Il Piano Mattei sta progressivamente mutando non solo la prospettiva dell’approccio esterno all’Africa, ma anche il peso specifico italiano in loco, in un momento in cui il complessivo disimpegno francese ad esempio dal Sahel si è sommato ad una vacatio europea. Per questa ragione il rapporto tra Italia ed Etiopia è fitto. Meloni inoltre sarà prossimamente nel Paese africano per co-presiedere con il primo ministro Abiy il Vertice delle Nazioni Unite sulla Sicurezza Alimentare, che si terrà ad Addis Abeba il prossimo 28 luglio

Le democrazie e il senso della guerra. Il caso tedesco visto da Arditti

Sostenere l’Ucraina non significa solo inviare armi, ma accettare che la vittoria richiede un impegno senza riserve. Questo non significa desiderare la guerra, ma riconoscere che, una volta iniziata, va combattuta con tutti i mezzi necessari. Prima l’Occidente supererà questo limite intellettuale, meglio sarà per l’Ucraina, per l’Europa e per la sicurezza globale. Il commento di Roberto Arditti

Disarmarci è un suicidio. Sisci spiega perché (con i numeri)

Rinunciare alla difesa significa rinunciare alla minima sicurezza sociale e vitale. Quello che si vede però è che non si affronta il problema. La cosa lascia uno spazio alla premier Giorgia Meloni di restare al potere, ma in queste condizioni difficili anche la sua azione di governo è intrappolata. Non riesce a fare quello di cui l’Italia ha bisogno e quindi tutto il Paese rischia di essere schiacciato. L’analisi di Francesco Sisci

C'è spazio per un movimento politico di ispirazione cristiana. La riflessione di Salzano

Di Gennaro Salzano

I cristiani, anche e forse soprattutto in politica, siano segno di contraddizione. L’alternativa sono il cedimento al dilagante nichilismo ed in definitiva, l’irrilevanza. Il commento di Gennaro Salzano

Phisikk du role - Trump, lessico e nuvole

A dar fede a Le Goff la postura trumpiana somiglia sempre meno a quella di un leader occidentale formato al culto della democrazia liberale e sempre più alle autocrazie asiatiche. Con una postura meno grigia e seriosa, però, bisogna riconoscerlo. La rubrica di Pino Pisicchio

Perché si è dimenticato lo Statuto dei lavoratori? L'opinione di Merlo

Esiste una distanza quasi siderale tra una stagione che è stata caratterizzata da riforme che hanno inciso in profondità sulla vita concreta dei lavoratori e dei ceti popolari, che sino a quel momento convivevano con una situazione di oggettiva emarginazione e difficoltà nei luoghi di lavoro e quindi nell’intera società e l’attuale contesto politico, culturale e sindacale. Il commento di Giorgio Merlo

Tutte le ragioni per cui non votare l'8 e il 9 giugno è saggio. La versione di Bonanni

Oggi l’Italia affronta sfide decisive: la transizione tecnologica, la competizione globale, la sicurezza energetica, il ruolo da costruire in una dimensione europea che sia davvero all’altezza dei tempi. Davanti a queste urgenze, dedicarsi a un referendum di retroguardia non solo è un lusso che non possiamo permetterci, ma anche una distrazione pericolosa. Per tutto questo, scegliere di non votare è un atto di responsabilità. Il commento di Raffaele Bonanni

×

Iscriviti alla newsletter