Skip to main content

Con la nuova segretaria sembra che il Pd voglia assolutamente cambiare pelle ricongiungendosi agli operai e lavoratori in genere. Ma non lo fa attraverso il recupero di una posizione economica pro labour, nel senso di mirare a ricostruire un legame attraverso una posizione rigorosa di governo della economia per dare sicurezza al sistema produttivo e a lavoratori ed imprese.

Lo fa sostanzialmente assumendo tout court le posizioni che rendono possibile le sue alleanze con altri soggetti politici e con la Cgil che ridiventa il sindacato di riferimento del Pd. Ora si ripropone l’obiettivo di ridurre l’orario di lavoro a pari salario con la semplice valutazione che se si lavora meno si produce meglio. È da tutti acclarato che lavorando di meno si può lavorare meglio. Ma ciò può accadere qualora si provvedesse a creare un clima collaborativo in grado di suscitare una condizione idonea per perseguire tale scopo. Questa eventuale scelta non dovrà fare conto su una legge prescrittiva, ma di un quadro legislativo di aiuti che stimoli ogni realtà aziendale a trovare la sua dimensione ideale di organizzazione del lavoro per raggiungere una maggiore è migliore produttività che compensi il costo delle ore da ridurre.

La struttura produttiva italiana è molto variegata e la stragrande maggioranza delle imprese sono piccole. Ci sono molte aziende specializzate che riescono ad ottenere prodotti ad alto valore aggiunte, ma molte altre si attardano a competere con prodotti maturi e a malapena riescono a sopravvivere. Dunque incentivare lavoratori ed imprese a contrattare azienda per azienda nel trovare la soluzione più idonea per ridurre l’orario settimanale credo che sia la scelta più sensata. Suddette regolazioni contrattuali aziendali potranno servire a concordare i nuovi fabbisogni formativi per aumentare le performance aziendali.

Si dovranno avere anche nuovi obiettivi individuali e collettivi, passando dall’uso del conteggio dell’orario per definire le misurazioni delle quantità salariali, a quello del carico di lavoro da assegnare a ciascuno e collettivamente. Il passaggio di sistema di valutazione dalla quantità del tempo orario al carico di lavoro per la quantizzazione della retribuzione si imporrà sempre più nella progressione dell’utilizzo delle tecnologie digitali. Sarà questo il modo per aiutare i lavoratori impegnati in tempi non più sincronici con altri lavoratori ed in spazi fisici non più coincidenti. Le nuove strategie di ricerca della maggiore produttività orientata alla efficientizzazione dello smaltimento delle commesse alle quali le aziende provvedono richiederanno nuove modalità per valutare i carichi da assegnare collettivamente e singolarmente ai lavoratori.

D’altronde lo sviluppo di un’impresa e lo sviluppo del salario, dipendono in larga parte dalla flessibilità della organizzazione del lavoro aziendale orientata alla velocità e flessibilità nel rispondere ai committenti. Se le cose stanno così, una rivendicazione come la riduzione dell’orario con pari salario, dovrà contenere elementi solidi radicati nella realtà. È questa la condizione unica per ottenere risultati incoraggianti per tutti. Con questa semplice scelta si possono rinnovare le relazioni industriali intestandoli al patto che il salario e l’impegno lavorativo saranno compatibili con le nostre necessità se ci saranno le giuste preoccupazioni per il funzionamento dei sistemi che le rendono possibili.

Perché per migliorare il lavoro non si può (solo) diminuire l'orario. Scrive Bonanni

Il passaggio di sistema di valutazione dalla quantità del tempo orario al carico di lavoro per la quantizzazione della retribuzione si imporrà sempre più nella progressione dell’utilizzo delle tecnologie digitali. Sarà questo il modo per aiutare i lavoratori impegnati in tempi non più sincronici con altri lavoratori ed in spazi fisici non più coincidenti

Elezioni in Slovacchia. A Bratislava fa Fico il filorusso

Vince le elezioni colui che promette stop alle armi all’Ucraina. Se riuscirà a formare il governo, e se spingerà la sua narrazione elettorale, Robert Fico potrebbe aprire un cuneo filorusso in Europa

Nadef, riforme e produttività. Il commento di Emilio Rossi

Di Emilio Rossi

Sarebbe stato opportuno orientare il documento a maggior prudenza, presentando a partire dal 2024 una traiettoria di consistente avanzo primario con un significativo contenimento del deficit e del debito. I numeri presentati non vanno però in questa direzione. L’intervento di Emilio Rossi, senior consultant di Oxford Economics e direttore Osservatorio del Terziario presso Manageritalia

I nuovi cardinali, il Sinodo e il fronte del rifiuto ancorato al paradigma medievale

La Chiesa, come il mondo in cui vive, arriva scossa da una fortissima polarizzazione a questo ottobre 2023, decisivo per il cammino futuro. Non ci sono critiche alla visione di Francesco, piuttosto c’è quello che con un linguaggio preso in prestito da altri mondi potremmo definire “il fronte del rifiuto”. Il commento di Riccardo Cristiano

L’equilibrio fragile delle pensioni in bilancio secondo Cazzola

La caccia al pensionato benestante è diventata prassi talmente diffusa e ripetuta che neppure i soggetti colpiti dai tagli (ripetuti in vario modo tutti gli anni) non si azzardano nemmeno a protestare per timore di essere zittiti e vilipesi, sottoposti al comune ludibrio per aver osato difendere un privilegio

Come si evolve la cooperazione in Difesa nel contesto dei rapporti euro-atlantici

Di Giulio Azzaretto

Il 28 settembre si è tenuto a Milano presso K&L Gates un incontro sul tema “European Defense: recent developments in the EU-NATO relationship”. Il racconto dell’avvocato Giulio Azzaretto

L’attentato di Ankara ci ricorda che non possiamo abbassare la guardia. Il pensiero di Mayer

Il ruolo della diaspora e dei flussi migratori sotto il profilo della sicurezza nazionale è un tema di cui si parla pochissimo, ma che è di fondamentale importanza per il futuro dell’Italia e degli altri Stati membri dell’Unione europea

Huawei vuole un centro cloud in Nord Africa

Nuovi investimenti in Nord Africa per Huawei, che pensa a un cloud center regionale simile a quello saudita. Per l’azienda cinese è in corso l’espansione nell’area Mena, tra le preoccupazioni americane e le esigenze dei leader locali

Cyber, una nuova fase nella storia dell’uomo. Parla Rapaport (Cybertech)

Il quinto dominio è “in evoluzione e richiede un cambiamento di paradigma nella comprensione e nell’adattamento alle dinamiche di questa era”, spiega il fondatore di Cybertech, la cui edizione europea si è conclusa questa settimana a Roma

Sovranismo energetico. Ecco il mosaico europeo di Ecfr

La sicurezza energetica è un problema sempre più sentito tra i Paesi dell’Ue, che guardano alle elezioni del 2024, portano avanti la transizione a velocità diverse e rimettono in dubbio i costi economici e politici. La formula vincente rimane coniugare energia pulita e sovranità energetica. In tre rapporti distinti, gli esperti dell’European Council on Foreign Relations offrono uno sguardo complessivo. L’Italia? Appena sufficiente

×

Iscriviti alla newsletter