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Il prof. Carlo Galli, in una interessante intervista su Formiche.net ha detto, tra molte altre cose, che la presidenza di Giorgia Meloni è “rassicurante per gli italiani. È come se si pensasse che se c’è Meloni non ci sono salti nel buio, un po’ come una Democrazia cristiana molto conservatrice dei tempi molto andati”.

Pensando, forse, di scagliarsi contro la presidente del Consiglio e ridicolizzando, come da copione e per l’ennesima volta, il ruolo e la funzione storico e politica della Democrazia cristiana, Galli ha fatto – e del tutto inconsapevolmente, credo – il più bel regalo alla Meloni, al suo Governo e alla stessa politica italiana. E questo per una ragione persin troppo semplice da spiegare, al di là del giudizio che ognuno di noi può dare sull’esecutivo a guida Giorgia Meloni. E cioè, oggi abbiamo una opposizione politica che è guidata da tre sinistre: quella radicale e massimalista della Schlein; quella populista e demagogica di Conte e dei 5 stelle e quella estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Il tutto con la partecipazione straordinaria, per dirla in termini cinematografici, del segretario generale della Cgil Landini. Oltre al supporto, scontato e noto, della solita rete della sinistra editoriale, televisiva, giornalistica, artistica ed intellettuale che quotidianamente sostiene e rafforza il progetto di questo campo politico massimalista e radicale. Il Centro, come ovvio e come tutti sanno, da quelle parti non esiste e se dovesse esistere c’è posto solo in una “tenda”, come giustamente ha sentenziato lo stratega della coalizione di sinistra Goffredo Bettini.

Ma, per tornare alla riflessione di Galli, è di tutta evidenza che di fronte ad un cartello elettorale specializzato negli attacchi personali, nella delegittimazione morale e nella criminalizzazione politica dell’avversario/nemico, avere un governo che “rassicura gli italiani” o che svolge un ruolo di “garanzia” – per dirla con le parole del celebre accademico – non è affatto una valutazione sprezzante o dispregiativa. Anzi, è una polizza di assicurazione per tutti coloro che non amano l’estremismo ideologico, la radicalizzazione del conflitto politico, gli sconsiderati attacchi personali e, dulcis in fundo, l’avventurismo al potere. Ingredienti che, com’è altrettanto noto, sono sostanzialmente estranei ai partiti che non hanno una solida cultura di governo ma che sono animati dalla sola volontà di distruggere il nemico.

Per queste ragioni, semplici ma essenziali, quando gli stessi detrattori del governo Meloni iniziano ad individuare nella sua concreta azione la “rassicurazione” da un lato e la “garanzia” dall’altro, molte altre valutazioni politiche rischiano di essere secondarie se non del tutto marginali. E la tanto decantata alternativa politica e di governo, di conseguenza, si riduce ad essere una evocazione astratta, virtuale o poco più. Ecco perché la durata dei governi, come capitava un tempo, non è solo un fenomeno di grigia quantità ma, il più delle volte e come succedeva proprio con l’esperienza concreta della Democrazia cristiana, un elemento di qualità politica. E, per dirla con le parole del prof. Carlo Galli, di “rassicurazione e di garanzia” per tutti

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