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La presunta morte di Yvgeny Progozhin, l’oligarca proprietario della Società militare privata (Pmc) Wagner, è uno di quei misteri che resterà irrisolto per sempre. Già il fatto che ci siano dubbi sul se ci fosse effettivamente lui tra i passeggeri — tutti deceduti — dell’aereo precipitato nella serata del 23 agosto a 150 chilometri da Mosca, la dice lunga sul livello di mistero del caso.

La Russia non è affidabile, l’intelligence Usa sì 

C’è innanzitutto un problema di affidabilità della Russia: le autorità non stanno fornendo prove concrete, e sia Mosca che la Wagner sono dei compiono mondiali di disinformazione. Una cortina fumogena di informazioni alterate e propaganda avvolge sempre sia il Cremlino che Prigozhin. La verità è la realtà in tale contesto sono diventate un aspetto relativo, non un elemento assoluto.

Non è chiaro nemmeno cosa sia successo a quel volo con codice di coda RA-02795 (uno dei due che solitamente usava il leader della Wagner). Al momento, secondo quanto diffuso, soprattutto attraverso fonti anonime dell’intelligence americana che hanno parlato ai media, pare che l’aereo sia esploso. Non colpito da un missile terra-aria, perché il lancio sarebbe stato tracciato, e invece il Pentagono dice di un aver visto niente. Ascoltare le agenzie statunitensi è molto utile, perché hanno dimostrato (con le osservazioni puntuali sull’invasione ucraina) di aver un network di informazioni molto dettagliate sulla Russia.

Insieme al se, al cosa e al come, manca anche il chi: date per lineari le informazioni sulla morte, e per vere le ricostruzioni su un’esplosione a bordo, c’è da chiedersi chi l’ha causata? Un incidente? Pare improbabile. I dati di volo mostrano che c’è stato un calo di altitudine improvviso che non coincide con le dinamiche usuali di un guasto meccanico: un attentato, quindi? Ma nel caso, chi lo ha organizzato? Alcuni funzionari dell’intelligence statunitense hanno fatto sapere ai media che ritengono probabile che sia stato Vladimir Putin in persona a ordinare l’assassinio di Prigozhin.

Perché Putin ha ucciso Prigozhin adesso?

Diamo per vero che Prigozhin fosse a bordo dell’aereo e fosse tra i nove passeggeri imbarcati e di cui le autorità russe dicono di aver ritrovato i copri. Diamo per vero che ci sia stato un qualche sabotaggio che ha causato un’esplosione a bordo (oppure una bomba). Perché ucciderlo adesso? Per la sfida al potere lanciata con lo show di forza della fine di giugno (quando aveva fatto marciare i suoi uomini verso il ministero della Difesa, con cui da tempo Prigozhin e i suoi comandanti sono in scontro per la gestione del fronte ucraino)? Putin di solito non è così istintivo nella gestione delle vendette, sa servire il piatto freddo, ma qualcosa potrebbe aver indotto all’azione urgente.

Dmitri Alperovitch, presidente del Silverado Policy Accelerator, ritiene che, come spesso accade in Russia, non è tanto questione di vendetta ma di interessi. Per quanto noto, da dopo il colpo di mano di Prigozhin, il Cremlino ha cercato di affermare il controllo su quell’oscura rete di accordi che Prigozhin, con la Wagner, ha strutturato in Africa. Il ministero della Difesa aveva inviato delegazioni per informare i governi con cui collaborava la società dell’oligarca che da quel momento in poi avrebbero fatto affari direttamente con lo Stato russo.

È ciò che analizzava Catrina Doxsee (Csis): la struttura potrebbe cambiare sistema di gestione, sebbene resterà perché è effettivamente troppo di valore per Mosca per essere smantellata. E però, per spingere il cambiamento, forse serviva un passaggio forte. Smantellare la rete di leadership e comando del tutto per poi farla ripartire sotto un altro ritmo.

“La morte di Prigozhin e Dimitri Uktin (il suo braccio destro specializzato nella strategia miltiare, ndr) avrà un impatto significativo sulla Wagner, ammesso che venga confermata”, spiega Alperovitch. “I comandanti sul campo sono ancora vivi, ma dipendevano completamente dal supporto organizzativo e logistico fornito da Prigozhin e Utkin. Senza questi due, è molto probabile che Wagner cada a pezzi e che venga assorbita dalle combinazioni di altre Pmc e dalle forze armate russe”, continua in una conversazione con Formiche.net.

Mosca oltre la Wagner

Per il think tanker americano, sanzionato dalla Russia nel novembre 2022, in ogni caso la Wagner sarà profondamente diversa da come l’abbiamo conosciuta negli. Questo avrà “implicazioni significative per le operazioni della Russia in Africa e per qualsiasi potenziale offensiva futura in Ucraina”.

”Indipendentemente dalla parabola di Prigozhin e della sua società, le Pmc restano però uno strumento essenziale per la prosecuzione della guerra in Ucraina e per rallentare il più possibile la controffensiva di Kyiv”, spiega Matteo Bressan, docente della Lumsa e analista della NATO Defense College Foundation.

Per Bressan, che nel 2021 ha pubblicato “Hybrid Warfare e Private Military Companies. Il caso della Wagner” (Start Insight), è infatti grazie alla proliferazione delle società militari private russe e alla loro capacità di reclutamento — “reso possibile anche in virtù dei lauti compensi” — che Putin ha potuto evitare sino ad oggi la mobilitazione generale.

Questo è un punto determinante sul valore che assume l’eliminazione di Prigozhin e il successivo controllo totale sulla Wagner da parte del Cremlino: “Una scelta, la mobilitazione di massa, che scuoterebbe anche la popolazione dei centri urbani, con un conseguente impatto negativo nell’opinione pubblica”, spiega Bressan. Va ricordato infatti che ad oggi la mobilitazione parziale ha attinto, in termini di reclutamento, alle minoranze etniche e alla popolazione rurale e periferica.

L’esperto italiano fa notare anche un altro elemento non secondario: “La scomparsa di Prigozhin avviene lo stesso giorno in cui è stato rimosso il generale Sergej Surovikin, il comandante per le operazioni militari in Ucraina. Una tempistica che fa pensare a una neanche troppo velata resa dei conti all’interno dei vari centri di potere”. La presunta morte di Prigozhin è parte di dinamiche che toccano il business collegato alla Wagner, il suo valore politico e il contesto militare. È un evento da libri storia, su cui forse non si saprà mai tutta la verità. E non ci sarebbe da stupirsi se nei prossimi giorni l’oligarca riapparisse in Africa con una sua versione di quanto accaduto.

Putin ha ucciso Prigozhin per avere in mano le milizie private?

Per Alperovitch (Silverado Pol. Acc.), la scomparsa di Prigozhin smantella la Wagner per come la conosciamo. Secondo Bressan (Lumsa/Ndcf), andando oltre la vicenda, il ruolo delle Pmc resterà fondamentale per Mosca

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