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L’attacco ai gasdotti nel Mar Baltico “mi fa pensare che la Russia voglia sabotare questi cavi”. A lanciare questo avvenimento è stato, via Twitter, Billy Kelleher, eurodeputato del partito irlandese Fianna Fáil, membro di Renew Europe. La Marina russa ha effettuato manovre al largo dell’Irlanda nel gennaio 2022. All’epoca molti dissero che erano lì per mappare i cavi di comunicazione sottomarini tra l’Unione europea e gli Stati Uniti”, ha aggiunto.

A dare voce alle preoccupazioni irlandesi è anche Ciarán Cuffe, eurodeputato dei Verdi. “Sono preoccupato per la sicurezza dei cavi sottomarini situati in prossimità dell’Irlanda”, ha dichiarato a Euractiv, aggiungendo di aver segnalato, lo scorso anno, i suoi timori alla Commissione irlandese sulle forze di difesa. I recenti attacchi contro le infrastrutture energetiche europee e l’armamento dell’energia da parte della Russia “ci ricordano che nessuno di noi è immune agli atti di aggressione di Mosca”, ha aggiunto Cuffe, secondo cui l’Irlanda e gli altri Paesi dell’Unione europea “devono alzare il tiro quando si tratta di metodi di guerra moderni e ibridi”.

Nei mesi scorsi, è stato raggiunto finalmente un accordo politico tra il Parlamento europeo e gli Stati membri sulla nuova direttiva Nis 2 sulla sicurezza informatica, proposta dalla Commissione nel dicembre 2020. Rientreranno anche i cavi sottomarini. “Molti ministri della Difesa nella Nato e nell’Unione europea ed esperti hanno messo in guardia su sospette operazioni russe contro i cavi sottomarini in fibra ottica”, spiegava il relatore Bart Groothuis a Formiche.net. “Il timore è che possano mettersi in condizione di sabotarli. E proprio la Russia ha già fatto due test per disconnettersi da internet”, aggiungeva con riferimento ai tentativi da parte del governo di Mosca di mettere alla prova la tecnologia per un “internet sovrano”.

A dimostrazione di quanto la protezione dei cavi sottomarini, sui quali passano il 97% del traffico internet e 10 miliardi di dollari di transazioni finanziarie ogni anno, a luglio la Marina Militare e Sparkle, operatore globale del gruppo Tim con una rete proprietaria in fibra che si estende per oltre 600.000 chilometri in tutti il mondo, hanno siglato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di migliorare la protezione delle infrastrutture di telecomunicazione sottomarine.

In un recente articolo per Ispi, Justin Sherman, esperto dell’Atlantic Council, ha sottolineato che “i governi occidentali spesso concettualizzano Internet come una cosa astratta – ‘cloud’, ‘cyberspazio’ – dimenticando che dipende da un’infrastruttura fisica per funzionare”. Facendolo, rischiano di sottovalutare le minacce delle autocrazie, come la Cina (con la sua “proiezione di influenza su e attraverso internet”) e la Russia (che tiene conto degli elementi fisici del cyberspazio tanto che avrebbe persino tagliato i cavi terrestri in fibra ottica quando ha annesso unilateralmente la Crimea nel 2014).

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L’allarme lanciato dall’eurodeputato irlandese Kelleher: l’attacco ai gasdotti nel Mar Baltico “mi fa pensare che la Russia voglia sabotare queste connessioni”

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