Skip to main content

50 milioni di barili dalla Strategic Petroleum Reserve. La decisione del presidente americano Joe Biden porta in pancia una serie di riverberi, non solo da attuare nei prossimi mesi, mentre 18 milioni di barili saranno un’accelerazione di una vendita precedentemente autorizzata. Il mercato cosa farà?

La Cina come prima risposta “segue Joe”, anche se non lo ammette ufficialmente, mentre l’Agenzia internazionale per l’energia, per bocca di Fatih Birol, dice che alcuni Paesi non sono riusciti ad adottare una posizione utile per calmare l’impennata dei prezzi del petrolio e del gas, criticando la “tenuta artificiale” nei mercati dell’energia. Da Mosca inoltre arriva la notizia di un’accelerazione delle attività di Gazprom, il cui Cda ha approvato alcuni progetti per la produzione e la fornitura di Gnl.

RISERVE

Il settore globale del petrolio e del gas incontra venti contrari nella catena di approvvigionamento dati da una serie di fattori, come la carenza di manodopera, l’aumento dei prezzi dell’energia, l’aumento dei costi dei materiali e i colli di bottiglia della logistica. Sono un pugno nell’occhio per compagnie petrolifere e appaltatori.

Per cui l’OPEC+ potrebbe riconsiderare i piani per aumentare la produzione di petrolio sulla scia della proposta Usa relativa alle riserve, considerato ingiustificato a causa delle attuali condizioni di mercato. Il presidente degli Stati Uniti ha chiesto all’OPEC+ di aumentare la produzione di petrolio oltre l’aumento pianificato di 400.000 barili al giorno ogni mese fino alla fine del 2022. Dopo gli Usa anche la Cina dovrebbe rilasciare petrolio greggio dalle sue riserve in base alle sue esigenze.

IN CERCA DI STABILITÀ

Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, che ha rifiutato di commentare la mossa Usa, ha detto che la Cina manterrà la comunicazione e la cooperazione per garantire la stabilità a lungo termine del mercato petrolifero. E’chiaro che le note tensioni tra Stati Uniti e Cina potrebbero complicare un’ulteriore cooperazione in questo campo. Il rischio è che i paesi consumatori e i paesi produttori possano continuare ad alzare la posta in un gioco all’infinito.

Come osservato da Daniel Yergin, storico del petrolio e vicepresidente di IHS Markit, la mossa Usa è figlia della nuova era della diplomazia petrolifera per gli Stati Uniti da coordinare con India e Cina. Insieme, Stati Uniti e Cina hanno un fabbisogno di quasi 35 milioni di barili di petrolio al giorno, più di un terzo della domanda mondiale. La Cina importa più di 10 milioni di barili di petrolio al giorno, gli Stati Uniti 6 milioni. I prezzi del petrolio negli Stati Uniti hanno raggiunto un massimo di sette anni alla fine di ottobre.

QUI GAZPROM

Da Mosca (come controcanto all’attivismo Usa sul gas) arriva la notizia di un’accelerazione delle attività di Gazprom, il cui Cda ha approvato alcuni progetti per la produzione e la fornitura di GNL. Il riferimento è alle attività nell’insediamento di Ust-Luga nella parte nord-occidentale della Russia, dove Gazprom e RusGazDobycha stanno costruendo un complesso per il trattamento del gas contenente etano. Al suo interno ci sarà un impianto di produzione di GNL su larga scala che, con la sua capacità di 13 milioni di tonnellate, è potenzialmente il più grande impianto di questo tipo nell’Europa nordoccidentale. Inoltre sta per essere ultimato il complesso di produzione, stoccaggio e spedizione di GNL vicino al Portovaya CS nella regione di Leningrado: produrrà 1,5 milioni di tonnellate di GNL. Potrebbe essere seguito da un altro impianto GNL di media scala vicino a Vladivostok.

In occasione del Forum internazionale del gas di San Pietroburgo 2021 sono stati firmati accordi su complessi di GNL di piccola scala nelle regioni dell’Amur e di Volgograd. Da tre mesi inoltre è stta ultimata la prima nave russa per il rifornimento di GNL.

SUMMIT

Nei prossimi giorni Roma sarà al centro delle dinamiche globali legate al gas, ospitando il 21mo LNG Summit & Awards che si svolgerà dal 30 novembre al 3 dicembre. Verrà fornita una piattaforma per riunire l’intera catena del GNL e del valore del gas sotto lo stesso tetto e valutare quali sono le prospettive per il business globale. Il vertice di quest’anno affronterà il modo in cui l’industria può adattarsi alla decarbonizzazione, per mantenere il ruolo chiave del gas nella transizione energetica. Il tutto a pochi giorni da un altro appuntamento fondamentale come il 23mo congresso mondiale del petrolio, ospitato a Houston, in cui verranno snocciolati tutti gli aspetti del settore: dai progressi tecnologici al ruolo del gas naturale e delle energie rinnovabili, con un occhio particolare dedicato all’impatto sociale, economico e ambientale.

@FDepalo

Sì all'uso delle riserve. Il domino della mossa di Biden sul petrolio

50 milioni di barili dalla Strategic Petroleum Reserve, con Pechino che segue Washington. Il rischio però è che i Paesi consumatori e i Paesi produttori possano continuare ad alzare la posta in un gioco all’infinito

Sul risparmio l'Italia rischia meno degli altri, ma occhio a Bitcoin&Co. Parola di Visco

Il governatore di Bankitalia interviene al convegno annuale dell’Associazione europea del diritto bancario e finanziario. La stabilità del risparmio in Italia non è in discussione, ma occorre accelerare sui vaccini. E tenere a bada le criptovalute

Avvicinamenti tattici tra Emirati e Turchia

Abu Dhabi e Ankara si parlano, si accordano e si mettono in scia al flusso di stabilizzazione e distensione regionale. Rimangono punti di attrito, differenze di visioni di carattere strategico, ma al momento la tattica chiama al pragmatismo

Il Trattato Italia-Francia riguarda la Germania. La lettura dell’Economist

Il settimanale sostiene che l’intesa dica più di Roma (e di Draghi) che dei suoi legami con Parigi. Ma avverte: senza Berlino l’Ue non funziona

La Difesa nel Trattato del Quirinale. Cosa lega Italia e Francia

Di Marco Battaglia e Stefano Pioppi

Le formule utilizzate sono abbastanza morbide, tali da rappresentare un impegno alla cooperazione senza generare particolari vincoli. La novità più rilevante è il Consiglio italo-francese di Difesa e Sicurezza, mentre sull’autonomia strategica si chiarisce la complementarietà alla Nato. Sul fronte industriale l’impegno è per “alleanze strutturali”, mentre per lo Spazio c’è un accordo ad hoc

Trattato del Quirinale, ecco il testo e le parole di Draghi e Macron

“Da oggi siamo ancora più vicini”, ha detto il premier. “Era quasi un’anomalia non avere” quest’intesa, ha spiegato il presidente francese. L’ex banchiere centrale manda un messaggio sulla difesa: “L’Ue più forte fa la Nato più forte”. Ecco i temi dell’accordo e i prossimi passi (già da lunedì)

In Cina non spariscono solo tenniste. Anche i cargo dai radar

Dall’entrata in vigore della nuova legge sulla privacy, è crollato il numero di transponder accesi nelle acque della Repubblica popolare. Pechino parla di “sicurezza nazionale” ma potrebbe essere anche un modo per oscurare le difficoltà delle catene di approvvigionamento

I sindaci? Un asso per il Pd. E sul Movimento... Parla Ricci

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci a margine dell’incontro con il segretario Letta: “Gli italiani pensano che Draghi debba stare a palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale. Quest’ultimo potrebbe accettare un bis soltanto nel caso in cui glielo chiedessero tutti. Mantenere questo assetto, darebbe stabilità al Paese”. E su Di Battista: “Ha poco a che fare con i riformisti, mentre i 5 Stelle si sono orientati su scelte europeiste”

bitcoin

L’India sulle orme della Cina? Arriva la stretta sulle criptovalute

Regolarle per crearne una ufficiale emanata dalla banca centrale. Attualmente vi è una riforma presentata in Parlamento che verrà discussa a fine mese per decidere le sorti delle criptovalute, ma pare non ci sia (ancora) nessuna intenzione di bloccarne completamente l’utilizzo

Gamberale

Su Tim quante amnesie della politica. La versione di Gamberale

Conversazione con lo storico manager di Telecom, dalla nascita alla privatizzazione. Da 20 anni a questa parte lo Stato non ha tutelato il settore delle telecomunicazioni, permettendo continui terremoti in Tim e lasciando campo libero a una concorrenza esasperata, nemica degli investimenti. Dovremmo imparare dalla Francia e dalla Germania, dove gli assetti azionari sono solidi. Kkr? Difficile che la mossa non fosse concordata

×

Iscriviti alla newsletter