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Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il suo omologo russo Vladimir Putin avranno un colloquio telefonico nel pomeriggio di domani, givoedì 30 dicembre, “per discutere una serie di argomenti, compresi i prossimi impegni diplomatici” tra Russia e Stati Uniti. Mosca e Washington avvieranno il prossimo 10 gennaio negoziati sulle tensioni in Ucraina e sul controllo delle armi nucleari; un incontro tra Russia e Nato potrebbe poi aver luogo il 12 gennaio, seguito il 13 gennaio da un incontro tra la Russia e l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), di cui fanno parte gli Stati Uniti,

La chiamata di domani è stata richiesta da Putin, secondo quanto detto da un funzionario dell’amministrazione statunitense alla CNN, e Biden ha accettato perché “crede che quando si tratta di Russia non c’è cosa migliore del dialogo diretto leader-leader”. Obiettivo di fondo per cui periodicamente Putin alza il livello della tensione: il presidente russo ha più volte fatto capire in queste settimane – in modo diretto o attraverso le dichiarazioni di funzionari del Cremlino – che la sua intenzione è portare avanti il dialogo bilaterale con l’americano. Biden cerca di allargare questa discussione a due agli alleati europei e alla Nato.

L’amministrazione Biden “continua a impegnarsi in una vasta diplomazia con i nostri alleati e partner europei, consultandosi e coordinandosi su un approccio comune in risposta all’accumulo militare della Russia al confine con l’Ucraina”, ha detto la portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, che è l’organismo della Casa Bianca che organizza i contatti diretti tra leader: “Il presidente Biden ha parlato con i leader di tutta Europa, e i funzionari dell’amministrazione Biden si sono impegnati a livello multilaterale [con Nato, Ue e Osce]. Sono state anche tenute numerose consultazioni con le controparti, comprese quelle dei paesi del fianco orientale [europeo] a livello bilaterale e nel formato Nove di Bucarest, nonché con l’Ucraina”.

I nove di Bucarest è un riferimento a nove nazioni europee che formano il bordo orientale della Nato: Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Bulgaria, Lettonia, Lituania e Slovacchia. Oggi, mercoledì 29 dicembre, il segretario di Stato Antony  Blinken ha parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui ha ribadito “l’incrollabile sostegno degli Stati Uniti all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina di fronte all’accumulo militare della Russia ai confini dell’Ucraina”. Dichiarazioni che marcano la distanza su certe posizioni tra Washington e Putin, mentre procedono i contatti. I due hanno discusso gli sforzi per risolvere pacificamente il conflitto in Ucraina orientale e i prossimi impegni diplomatici con la Russia. La consultazione con Kiev è prevista in forma costante durante queste settimane di colloqui.

La telefonata Biden-Putin (prevista per le 15:30 ET) sarà il secondo contatto diretto tra i due leader questo mese, mentre gli Stati Uniti continuano a fare pressione sulla Russia per ridurre la sua grande presenza militare vicino ai confini dell’Ucraina. Più di 100mila truppe russe sono ancora in zona, e i funzionari dell’intelligence statunitense hanno avvertito l’Ucraina e gli alleati che la Russia potrebbe pianificare un attacco già a gennaio. Ci sono vari segnali che indicano inoltre che Mosca abbia iniziato attività ibride simili a quelle che hanno preceduto la mossa con cui nel 2014 ha annesso l’Ucraina.

Biden ha avvertito Putin durante un incontro virtuale all’inizio di questo mese che un’invasione comporterebbe gravi conseguenze, e anche Blinken aveva pubblicamente minacciato dure sanzioni economiche contro Mosca. Putin, a sua volta, ha avvertito gli Stati Uniti e la Nato che la Russia sarà costretta ad agire se le sue “linee rosse” verranno superate, e ha dettato alcune condizioni che ruotano sostanzialmente intorno all’espansione della Nato lungo il fronte orientale e all’inclusione dell’Ucraina nell’alleanza. Putin ha chiesto garanzie di sicurezza legalmente vincolanti da parte degli Usa e della Nato, alcune delle quali i funzionari statunitensi hanno già definito irricevibili, ma senza dettagliare ciò che è esattamente fuori dal tavolo.

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