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Forse al Tesoro hanno sbagliato i conti o forse qualcosa è semplicemente andato storto. Fatto sta che l’operazione ristoro alle Partite Iva ha riservato una sorpresa, sotto forma di tesoretto da 5,6 miliardi. Frutto, ha scritto il Sole 24 Ore, di un calcolo errato: lo scorso autunno, nel pieno della seconda ondata, il Mef stimò in 3,3 milioni le Partite Iva da aiutare a mezzo ristori.

Solo che alla fine la pandemia di Partite Iva destinatarie di ristori ne ha prodotte 1,8 milioni, circa la metà. Di qui i risparmi. Prima domanda, cosa fare fare con questi soldi avanzati? Poi ce ne è una seconda, anch’essa senza una risposta, per ora. Prorogare o no il blocco dei licenziamenti?

L’idea sul tavolo del governo, resta quella del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti di un allungamento del blocco e della Cig Covid fino al 31 ottobre riservato però ai settori più in crisi come il tessile e il calzaturiero. Questi 2 settori insieme al turismo, come ha ricordato nelle scorse settimane l’Ufficio parlamentare di Bilancio, primeggiano nella graduatoria del crollo del fatturato (-42,3% il tessile, -53,3% il turismo fra 2019 e 2020. Formiche.net ha raggiunto in viaggio Michel Martone, giuslavorista, professore ordinario di diritto del lavoro e relazioni industriali presso la Sapienza ed ex viceministro del Lavoro.

Partendo proprio dalla seconda domanda, Martone condivide la scelta di un blocco dei licenziamenti calibrato in base allo stato di salute del settore. “Sono d’accordo, mi pare un modo per cominciare a sgonfiare la bolla occupazionale e farlo in modo progressivo. Diciamocela tutta, il blocco dei licenziamenti ha creato una bolla occupazionale e il governo ne è consapevole, per questo credo che si procederà con una proroga dello stop ai licenziamenti per avere il tempo di realizzare una riforma degli ammortizzatori sociali. Credo che ci sia piena consapevolezza da parte di Draghi della necessità di una riforma degli ammortizzatori per evitare che la bolla occupazionale creata dal blocco si trasformi in tensioni sociali quando il blocco non ci sarà più”.

Prima o poi però, bisognerà tornare alle leggi del libero mercato. “Personalmente non ho mai approvato la scelta drastica del blocco e questo è dimostrato dal fatto che l’Italia l’unico Paese ad essere ricorso a una simile proposta. In questo senso la proposta di Giorgetti è sensata, in questo momento molto delicato è essenziale mantenere la pace sociale”.

E che dire del tesoretto accumulato sulle partite Iva? “Questi soldi andrebbero impiegati nella formazione e parlo di formazione continua, di upskilling. In questo momento il Paese ha bisogno di una massiccia operazione di investimento nel capitale umano, dopo la stagione dell’assistenza, è tempo della formazione e dell’intervento sulle risorse umane. Il primo passo sono le Università, la pandemia ha aperto voragini di domanda nel mercato del lavoro, che vanno colmate con altrettante dosi massicce di offerta, dunque competenze. Ecco, se questi soldi ci sono, mettiamoli lì”.

Il tesoretto da 5,6 miliardi? Usiamolo per la formazione. Le proposte di Martone

L’ex viceministro del Lavoro a cinque giorni dalla scadenza naturale della moratoria: giusto lavorare a un blocco selettivo, non è tempo di innescare tensioni sociali. I miliardi “avanzati” dai ristori? Investiamoli nella formazione e nell’Università, la pandemia ha aperto voragini di nuova domanda nel mercato

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