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Si pensava di dover attendere domani per i sottosegretari, ma nel Consiglio dei ministri di oggi si dovrebbe procedere con la nomina. Mario Draghi, che domani sera ma soprattutto venerdì sarà in videoconferenza con i capi di Stato e di governo dell’Ue per coordinare le politiche sanitarie, non intendeva andare oltre, e così è stato. Con uno slittamento di un’ora del Cdm e l’aggiornamento dell’ordine del giorno, dovrebbero arrivare oggi i nomi dei sottosegretari.

La squadra di governo va completata per consentire la piena operatività delle commissioni e delle aule parlamentari dove è necessaria la presenza di un rappresentante del governo e quel rappresentante non può essere sempre e solo il ministro, come invece sta accadendo.

Veniamo allora ai colli di bottiglia, da superare accelerando in queste ore: il M5S ha visto ridimensionato il suo peso parlamentare dal voto di fiducia e dagli scissionisti. Però resta il primo gruppo sia alla Camera sia al Senato, e di sottosegretari ne vuole 12, non uno in meno. Ed è in base proprio ai posti che riuscirà a strappare alla fine il M5s si comporranno anche le altre delegazioni. Pd e Lega confidano di averne 8-9, 6-7 per Forza Italia. Italia Viva incrocia le dita e spera di ottenerne due ma non è detto che alla fine si ritrovi con un solo sottosegretario come Leu.

Al centro c’è assembramento: da Cambiamo! di Giovanni Toti, a Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, Azione, Più Europa e Centro democratico di Bruno Tabacci. Vedremo quale sarà alla fine l’incastro possibile. Ma il nuovo governo deve sciogliere anche il nodo dello spacchettamento dei ministeri, da quello, tutto nuovo e con portafoglio, del Turismo alle deleghe della Transizione ecologica. La bozza che gira segnala lo spostamento delle “funzioni esercitate dal Ministero dello sviluppo economico in materia di politica energetica ferme restando le competenze in materia di liberalizzazione e concorrenza dei mercati e sicurezza degli approvvigionamenti di energia”.

Trasferite anche al nuovo ministero tutte le competenze del Mise su rinnovabili, decarbonizzazione, efficienza energetica, ricerca e nuove tecnologie energetiche clean, mobilità sostenibile, piano idrogeno e strategie di settore, decommissioning nucleare, Transizione sostenibile delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi. Ma c’è anche l’innovazione digitale, e il ministero affidato a Colao. Senza portafoglio ma con le deleghe di coordinamento e indirizzo politico. Di fatto sulle Tlc. E se togliamo Energia e Tlc invece di Mise sarebbe meglio ricominciare a parlare di ministero dell’Industria.

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