Skip to main content

Alea iacta est, il rischio di un No Deal è stato scongiurato e, almeno per ora, le relazioni tra le due sponde della Manica saranno regolate dal Christmas Deal.

Si chiude così un complicato percorso avviato con il referendum del 2016, ma che affonda le sue radici ben più indietro nel tempo, nella stessa storia della terra d’Albione, o, per restare a tempi più recenti, nel celebre “I want my money back” pronunciato da Margaret Thatcher nel 1979.

Un percorso che ha attraversato due legislature europee e ha visto avvicendarsi tre premier britannici, David Cameron, Theresa May e Boris Johnson.

L’accordo di Natale, che dovrà passare al vaglio del Parlamento Europeo e della House of Commons ma che sarà comunque applicato in via provvisoria sin dal primo di gennaio, crea i presupposti perché possa mantenersi una “relazione speciale” tra Europa e Regno Unito, ma solo il tempo potrà dire quale ne sarà l’intensità.

Adesso sarà un po’ più difficile per i cittadini europei andare a vivere oltre Manica.
Per farlo necessiterà un visto, e si dovrà dimostrare di avere un lavoro, o un’offerta di lavoro, in grado di garantire un reddito di almeno 28 mila euro annui. L’obiettivo dichiarato di Londra, su questo punto, è infatti sempre stato quello di favorire una immigrazione qualificata, attraendo i “cervelli” in fuga dai Paesi dell’Ue. Per i turisti non sarà richiesto il visto, ma sarà previsto un limite di permanenza pari a tre mesi.

È stato salvaguardato il commercio, con l’accordo che prevede che non potranno essere introdotti dazi e quote, e questo è certamente un dato positivo considerando che attualmente l’interscambio commerciale tra le parti vale circa 700 miliardi annui, e di questi circa 40 miliardi riguardano l’Italia.

Bisogna però tenere in conto che verranno ripristinati i controlli doganali, e questo comporterà un incremento dei costi indiretti sui beni scambiati, ma è garantita l’assenza di una barriera fisica al confine tra le due Irlande.

Viene determinato un sistema che tende all’equivalenza nella gestione dei servizi finanziari, stabilendo che ciascuna parte dovrà autorizzare i gestori di servizi finanziari dell’altra parte a rendere quei servizi che sono già consentiti ai propri gestori.

È questo un tema di evidente importanza vista l’entità degli scambi con Londra, che finora si è caratterizzata come prima piazza finanziaria d’Europa, e che probabilmente vedrà degli aggiustamenti progressivi.

L’accordo inoltre garantisce il mantenimento di una stretta cooperazione in materia di sicurezza internazionale, cyber security, contrasto alla criminalità e tutela della salute.

A rendere possibile il raggiungimento di questo accordo è stata l’intesa sui due punti più controversi, e tra loro strettamente collegati, che da tempo avevamo evidenziato come il vero terreno di scontro tra le parti: il level playing field, e le modalità di risoluzione delle controversie nel post Brexit.

L’intesa consta nel riconoscimento reciproco dell’importanza di una concorrenza leale in tema di tutela ambientale, diritti sociali e diritti dei lavoratori, ma senza richiedere al Regno Unito di uniformarsi alle regole dell’UE su queste materie, con entrambe le parti che potranno definire un proprio autonomo quando normativo.

Verrà mantenuta equivalenza di principi in tema di aiuti di stato, prevedendo la possibilità di una intesa separata per un maggiore coordinamento tra Commissione Europea e autorità garanti della concorrenza degli Stati Membri e del Regno Unito, ma a differenza di quanto accade oggi la valutazione delle sovvenzioni statali non sarà preventiva ma l’eventuale concorrenza sleale dovrà essere dimostrata e fatta rilevare a posteriori.

È questo chiama in causa il secondo punto cruciale risolto nelle ultime fasi delle trattative: la Corte di Giustizia Europea non sarà più competente nella risoluzione delle controversie tra le parti, ma verrà attivato un meccanismo arbitrale.

Difficile stabilire oggi chi abbia ottenuto di più nella negoziazione di questo accordo.
Di certo è stato raggiunto l’equilibrio possibile tra l’esigenza di mantenere inalterato l’attuale livello di scambi commerciali, in primis per il commercio di beni, esigenza cara ad entrambe le parti, la definizione di un minimo terreno comune in grado di scongiurare la corsa ad una concorrenza troppo spinta, obiettivo di Bruxelles, e l’autonomia decisionale, obiettivo di Londra e di quei Brexiteers che puntano a fare della capitale britannica la Singapore d’occidente.

È proprio quest’ultimo punto potrebbe rappresentare nell’immediato futuro un nuovo terreno di incontro tra le due parti.

Il Regno Unito, infatti, non più legato all’Unione Doganale dell’Ue, ha in corso numerose trattative finalizzate alla definizione di autonomi accordi di libero scambio con molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti.

Il raggiungimento di un accordo bilaterale tra Londra e Washington, che al momento sembra trovare il favore dell’ amministrazione Biden, potrebbe aprire la strada ad una più convinta ripresa dei negoziati per il Ttip, l’accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti tra Ue e Usa, con l’obiettivo di stabilizzare ulteriormente le relazioni economiche e commerciali, e quindi anche politiche e diplomatiche, tra quelli che sono diventati i tre vertici di un ideale ponte sull’Atlantico, Washington, Londra e Bruxelles.

Brexit, chi vince e chi perde (aspettando Biden)

Dalle dogane all’erasmus, dalla concorrenza al turismo, ecco cosa cambia (e cosa no) fra Ue e Regno Unito con la Brexit. Ma una parola sul destino (commerciale e non solo) di Londra può ancora dirla Joe Biden. L’analisi di Mario Angiolillo

Biden

America First, cosa cambierà con Biden? L'analisi di Alli

Come cambia la politica estera Usa con Joe Biden? Il presidente-eletto si troverà stretto in una morsa: non vorrà ripercorrere gli stessi passi di Barack Obama ma non potrà del tutto affossare quattro anni di America First targata Donald Trump. Terza puntata dell’analisi sulle elezioni americane di Paolo Alli, già presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato

Un nuovo Partito popolare? Si può. Reina spiega come

Di Elio Reina

Il prossimo Partito popolare italiano si rifarà ai valori secolari della Dottrina sociale della Chiesa ma senza riproporre acriticamente le esperienze di Sturzo e De Gasperi. Non chiederà il voto per le sue peculiarità religiose, ma per la proposta civile che sottoporrà agli elettori. Il commento di Elio Reina

Manovra in ritardo e rischio esercizio provvisorio. Parla Giacomoni (FI)

Mancano ormai tre giorni al termine per approvare la legge di Bilancio. Poi scatterà la tagliola dell’esercizio provvisorio, ovvero spesa congelata per mesi e misure della manovra bloccate. Non un buon programma. Giacomoni (Forza Italia) a Formiche.net: governo ingiustificabile, ha esautorato il parlamento. Ora il Paese rischia il blocco

rome international arms trafficking

Storie segrete. Cronaca surreale di una quarantena

Di Riccardo Nencini e Giada Fazzalari

Pubblichiamo l’introduzione al libro dal titolo “Storie segrete. Cronaca surreale di una quarantena”, scritto dal senatore Riccardo Nencini (presidente della commissione Istruzione pubblica e Beni culturali di Palazzo Madama) e dalla giornalista Giada Fazzalari ed edito da Ponte Sisto

Nashville, l'Fbi ha una pista per l'attentato. Le novità

Chi e perché ha fatto esplodere un camper nel centro di Nashville? Cosa c’è dietro l’esplosione della mattina di Natale? Gli inquirenti dell’Fbi procedono con le indagini e sono concentrati attorno a un nome: Anthony Warner, noto per conoscere gli esplosivi e per l’ossessione cospirazionista sul 5G

Mattarella, un uomo solo nella tempesta. Il ritratto del Paìs

Il quotidiano spagnolo El Paìs dedica un lungo ritratto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “uomo solo nella tempesta”. Garante della politica estera euroatlantica, si tiene a distanza dalla prossima corsa al Quirinale, unico vero collante del governo Conte-bis, “sarà difficile trovare un altro come lui”

Il governo Conte e il secondo comma dell’art. 88 Cost. La riflessione di Celotto

Obiettivo semestre bianco. Se il governo Conte-bis arriva tutto intero a superare la prossima estate, l’ipotesi delle urne anticipate inizierà a sfumare, forse definitivamente. Il commento di Alfonso Celotto

V come virus, o vaccino. Il glossario 2020 di Pellicciari

Dalla A di aiuti da Usa, Cina e Russia alla V di virus e vaccino. Igor Pellicciari, professore di Storia delle Relazioni internazionali alla Luiss e all’Università di Urbino, rilegge il vocabolario geopolitico del 2020, “un anno indimenticabile, da dimenticare”

Il giorno del vaccino. Ecco le reazioni (social)

Piovono i commenti nel giorno in cui comincia la somministrazione della cura Pfizer-Biontech. Ma non tutti sono d’accordo…

×

Iscriviti alla newsletter