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È corsa al vaccino contro il Covid-19, ma le domande riguardo la ricerca e produzione dell’antidoto restano tante. Temi, dosi e soprattutto prezzo sono alcune delle incognite che potrebbero condizionare la campagna di vaccinazione.

La Russia, intanto, ha già annunciato che il loro vaccino, Sputnik V, non supererà il prezzo di 11 euro. Ad affermarlo Igor Artemiev, capo del Servizio Federale Antimonopolio russo. “Capiamo che la tariffa può essere abbastanza alta – ha dichiarato all’agenzia Tass -, ma diciamo che sarà fino a 11 euro per dosi, giacché i vaccini si producono in quantità relativamente piccoli e hanno bisogno di capitale per espandere la produzione”. Ma Artemiev ha aggiunto che il prezzo diminuirà con il tempo.

Ad agosto, l’impresa di biotecnologia Moderna, con sede negli Stati Uniti, ha annunciato che il loro vaccino potrebbe costare tra 32 e 37 dollari a dose. Inizialmente però Moderna aveva dichiarato che il vaccino, in due richiami, sarebbe costato circa 60 dollari. Quello di Pfizer, invece, avrebbe un prezzo di circa 20 dollari.

Le prenotazioni dell’Unione europea al vaccino di AstraZeneca Plc sarebbero state fatte sul prezzo base di circa 4 dollari, mentre il vaccino sviluppati congiuntamente da Sanofi Sa e GlaxoSmithKline Plc sono arrivati a circa 10 dollari per dose. La cinese Sinovac Biotech Ltd., invece, ha iniziato a vendere l’antidoto – in due richiami – a 60 dollari.

Ora è in campo una richiesta per imporre un tetto di controllo al costo del vaccino; uno dei sostenitori di questa misura è Bill Gates. L’imprenditore ha dichiarato al Financial Times che le aziende farmaceutiche dovrebbero supportare un sistema in base al quale i Paesi ricchi sovvenzionano i vaccini, in modo che i Paesi poveri paghino una dose di 3 dollari o meno. “Il prezzo ha bisogno di tre livelli in cui i Paesi ricchi stanno ripagando gran parte dei costi fissi, i Paesi a reddito medio stanno ripagando alcuni dei costi fissi e i Paesi più poveri stanno pagando un vero costo marginale”.

E non solo… Un’altra azienda di biotecnologia, CureVac BV, ha chiesto di imporre un “margine etico” al prezzo finale del farmaco.

Tuttavia, a determinare il prezzo è una combinazione di fattori, tutti complessi, come sottolinea un articolo del Financial Times intitolato “Quanto costa un vaccino contro il Covid-19?”.

“Anche se miliardi di dollari di denaro pubblico sono stati investiti nello sviluppo di vaccini – spiega il quotidiano -, i produttori di farmaci sono stati riluttanti a discutere su come valuteranno il prezzo. Dicono che sia il risultato di molti fattori tra cui l’efficacia, i risultati delle prove, i costi di sviluppo e produzione, la concorrenza, la domanda e se gli acquirenti sono gruppi privati – come gli assicuratori – o enti statali”.

I vaccini a mRNA, come quelli sviluppati da Moderna e dalla partnership Pfizer e BioNTech, sono più costosi da produrre rispetto ai vaccini basati su un vettore di adenovirus, come il colpo sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford.

Inoltre, la riduzione notevole dei tempi di ricerca e pianificazione potrebbe influire sul prezzo, come ha spiegato un funzionario dell’Unione europea al Financial Times. Mentre di solito questi processi richiedono cicli decennali “ora cercando di comprimere questo a 12-18 mesi, non solo produciamo alcuni vaccini, ma li produciamo nell’ordine di centinaia di milioni – anche miliardi – di volume. Questo è un affare rischioso”.

La Fondazione Gates, insieme all’Alleanza globale per le Vaccinazioni (Gavi), hanno ampliato un accordo con l’istituto di Poonawalla per la consegna di circa 200 milioni di dosi di vaccini da AstraZeneca e Novavax Inc. ai Paesi più svantaggiati per circa 3 dollari a dosi. “Entro la fine dell’anno – ha aggiunto Gates – o nel primo trimestre del prossimo anno, è probabile che di sei principali vaccini, due o tre mostrino efficacia, e poi partiremo per le gare”.

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