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La disoccupazione giovanile che sfonda il muro del 32%, il fardello del debito pubblico che dopo la pandemia sarà ancora più pesante, le scuole e le università martoriate dal virus.

A rigor di logica le ragazze e i ragazzi italiani dovrebbero avere il dente avvelenato. Dovrebbero essere proprio loro la categoria sociale maggiormente sedotta dalle sirene anti-casta.

E invece le cose non stanno così. È una indagine condotta da Swg e Skuola.net a rivelarci che i giovanissimi sono quelli che più di tutti hanno respinto il taglio dei parlamentari.

In Italia per il fronte del Sì c’è stato un plebiscito (69,6%) ma gli equilibri si ribaltano se si prendono in esame esclusivamente le scelte elettorali dei cittadini tra i 18 e i 21 anni. Se infatti alle urne si fosse presentata soltanto la generazione Z, il risultato sarebbe stato di tutt’altra natura: una netta vittoria del No con il 52.7%.

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Sulle preferenze dei giovanissimi al referendum pesano alcuni fattori.

Innanzitutto, è la passione politica a cambiare più drasticamente le scelte di voto. Tra chi segue assiduamente l’attualità il No è l’opzione di gran lunga maggioritaria (69%), come se ci fosse un sentimento di sacralità nei confronti di una Costituzione nata quasi 60 anni prima di loro.

La propensione a votare Sì cresce invece al diminuire dell’interesse per le vicissitudini istituzionali: ben il 57% di chi si dichiara per nulla coinvolto dalla politica si è pronunciato a favore della riduzione degli scranni di Camera e Senato.

Arditti 2

C’è poi l’appartenenza partitica a fare da netto discrimine fra le due alternative.

Da una parte i ragazzi vicini al Movimento 5 Stelle e alla Lega che scelgono il Sì con ampia maggioranza (80% i supporter pentastellati e 62% quelli del Carroccio). I giovanissimi sostenitori dei due partiti sembrano essere sulla stessa lunghezza d’onda, d’altronde il taglio dei parlamentari era il progetto bandiera del contratto di governo gialloverde.

Sul versante opposto invece ci sono i giovani Pd. Una larga fetta dei sostenitori dem (57%) non si piega ai diktat del Nazareno e dice No al progetto di riforma.

Dunque, quello che emerge dai numeri è senza dubbio un quadro sorprendente: le nuove generazioni avrebbero mille ragioni per prendersela con deputati e senatori e invece si scoprono essere i meno sensibili alla retorica antipolitica.

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Chi l'avrebbe mai detto! I ragazzi hanno votato No al referendum. Il barometro di Arditti

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