Skip to main content

Per dare una dimensione della ritirata tattica russa dall’ampio outskirt di Tripoli – dove contractor della società privata Wagner, vicina al Cremlino, hanno dato una mano all’assedio che il capo miliziano dell’Est, Khalifa Haftar, porta avanti da oltre un anno insuccessi dopo insuccessi – basta dare un’occhiata ai mezzi usati per il ritiro.

Secondo fonti libiche vicine al Gna, il governo di stampo onusiano che Haftar sta cercando di rovesciare, una dozzina di voli aerei sarebbero partiti da Bani Walid – città su cui gli uomini della Wagner hanno ripiegato, per atterrare ad al Jufra, centro logistico delle forze haftariane in Cirenaica. Si tratta di Antonov An-32 Cline, comunemente usati per questo genere di operazioni, che possono trasportare una cinquantina di persone. In più sono stati segnalati oltre duecento veicoli incolonnati verso sud, con ogni probabilità seguendo la stessa rotta.

In queste ore sono circolate molte immagini dello spostamento di questi militari – che in alcune fasi del conflitto hanno cambiato il procedere dei combattimenti, visto che hanno qualità notevolmente migliori (sia in termini di preparazione, sia in termini di equipaggiamenti) dei combattenti miliziani schierati sui due fronti.

Altre imagini, da Bani Walid.


La ritirata dal fronte russo coincide con l’invio di alcuni caccia, passati prima dalla Siria e poi atterrati ad al Jufra – passaggio svelato dal Pentagono con tanto di immagini, che dalla Russia viene smentito nonostante l’evidenza (il vicepresidente della Duma, Andrei Krasov, ha definito la denuncia di AfriCom una “horror story americana”, aggiungendo che sono “fake e disinformazione”).

Si tratta di un coinvolgimento diretto netto, che dunque conferma come la Russia non abbia intenzione di mollare la Libia (quanto forse invece vuole fare con l’avanzata di Haftar, anche secondo le parole del ministro degli Esteri russo, che martedì ha invitato il capo miliziano a fermarsi perché non avrebbe mai trovato una soluzione militare al conflitto).

La ritirata russa non è stata disturbata dall’altro grande attore in campo, la Turchia, che difende il governo di Tripoli e ha fornito al Gna la forza per la controffensiva che ha permesso di accerchiare gli haftariani e imporgli un ripiegamento. Con il rafforzamento russo sul lato della Cirenaica – che va a detrimento di altri sponsor dell’Est, come Emirati Arabi ed Egitto, spiegava su queste colonne Eugenio Dacrema – e quello turco in Tripolitania, sembrano essersi create sfere di influenza ben delineate.

Lo spostamento dei caccia russi ad al Jufra potrebbe essere stato un metodo per creare la giusta base negoziale nei confronti della Turchia, affinché si evitino certi istinti di approfondire quella controffensiva verso la Cirenaica. Per certi versi, creando le sfere di intervento regionali, si producono degli ambiti di influenza che possono aspirare a una spartizione del Paese secondo uno schema su cui Turchia e Russia potrebbero ritrovare contatti realisti e pragmatici simili a quelli siriani – sebbene non per questo non tesi.

La Russia non molla la Libia e tenta la spartizione con la Turchia. Ecco come

Per dare una dimensione della ritirata tattica russa dall'ampio outskirt di Tripoli – dove contractor della società privata Wagner, vicina al Cremlino, hanno dato una mano all'assedio che il capo miliziano dell'Est, Khalifa Haftar, porta avanti da oltre un anno insuccessi dopo insuccessi – basta dare un'occhiata ai mezzi usati per il ritiro. Secondo fonti libiche vicine al Gna, il governo di…

Nessuna crisi del debito in vista in Ue. L'ottimismo di Lagarde

A Francoforte sono ottimisti, se di ottimismo si può parlare di questi tempi. Nessuna crisi del debito sovrano in vista in Europa. Di più, quei Paesi, come l'Italia, costretti a fare del debito pubblico per fronteggiare l'emergenza coronavirus a causa di scarsa crescita (rapporto debito/pil al 155% a fine 2020), non abbiano paura. Indebitarsi oggi per sopravvivere è giusto. Christine…

Ennesimo appello dalla Bce

In vista dei negoziati decisivi sul bilancio UE, la Bce sembra compattarsi attorno ad un appello condiviso per una politica fiscale europea massiccia. Ieri, martedì 26 maggio, alla vigilia delle proposte della Commissione sul Recovery Plan, il Vice-Presidente della Bce, Luis de Guindos, ha infatti richiamato nuovamente l’attenzione sul rischio di una risposta asimmetrica alla crisi innescata dal Covid-19. Il…

Ritorno alla realtà. Per il vaccino serve (molto) tempo... Parola della Merck

Dodici o diciotto mesi non sono sufficienti per garantire un vaccino sicuro. È questa la posizione di Ken Frazier, amministratore delegato della Merck, big della farmaceutica che sta lavorando, come molti altri, su due potenziali vaccini e un farmaco sperimentale contro il coronavirus. TEMPISTICHE "TROPPO AGGRESSIVE" In seguito alle notizie divulgate da diversi competitor – fra cui la britannica AstraZeneca, che ha…

La pandemia e le sue conseguenze globali. L'analisi di Politi

Le pandemie non sono una novità nella storia umana e contemporanea. Prima di questo virus, quello che al 21 maggio ha causato (dati Oms) 4.864.881 casi confermati e 321.818 morti, patologie come l’influenza asiatica e quella di Hong Kong hanno causato ciascuna 1,1 milioni di morti. La recente influenza suina H1N1, invece, ha causato tra le 151.000 e le 575.000…

Recovery Fund uno, Via della Seta zero. Parla Enrico Borghi (Pd)

“Altro che Via della Seta”. C’è una chiave geopolitica con cui leggere l’annuncio dell’Ue di un Recovery Fund da 750 miliardi di euro, dice Enrico Borghi, deputato del Pd e membro del Copasir. Bruxelles batte un colpo, e così risponde anche a chi, un po’ frettolosamente, ne ha presagito la fine, cercando più a Est un sostituto. Dalle banche alla…

Asse Di Maio-Pompeo contro Daesh. L’Isis sta tornando, dice Vidino

Giovedì prossimo, 4 giugno, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio co-presiederà con il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo una riunione virtuale dei 32 membri del Gruppo ristretto della Coalizione globale anti-Daesh. Lo comunica la Farnesina. Sarà l’occasione per fare il punto sullo stato delle attività della Coalizione e per aggiornare la strategia di contrasto all’organizzazione terroristica — anche…

Caso Palamara, perché il problema non è il Csm. La versione di Pomicino

Palamara sta pagando un prezzo elevato, ma serve la separazione delle carriere. Questa in sintesi la visione della giustizia italiana che Paolo Cirino Pomicino, esponente storico della Democrazia Cristiana, affida a Formiche.net perimetrandola in un più ampio ragionamento su Csm, ruolo inquirente e giudicante, centri di potere e danni per cittadini e Stato. La crisi che sta investendo la magistratura…

La crisi promuove il governo, ma non i partiti. I dati Swg letti da Diamanti

"I tempi della Lega al 34% sono ormai lontani, quando il leader è in crisi a risentirne è anche il partito". Così Giovanni Diamanti, cofondatore di YouTrend e da pochi giorni in libreria con "I segreti dell'urna" (Utet), commenta a Formiche.net gli ultimi dati sulle intenzioni di voto pubblicati da Swg che vedono la Lega di Matteo Salvini fare un ulteriore, anche…

Maduro contro Guaidò. Nulla la sua presidenza e quell'accusa di terrorismo...

La Corte suprema del Venezuela ha dichiarato nulla la presidenza dell’Assemblea nazionale rivendicata dal leader oppositore Juan Guaidò. Come riporta l’Agenzia Nova, con nuovo pronunciamento emesso ieri, l’alta corte ha dichiarato valido il giuramento prestato da Luis Parra, deputato eletto presidente il 5 gennaio con i voti di dissidenti delle opposizioni e parlamentari del Partito socialista unito del Venezuela del…

×

Iscriviti alla newsletter