Oggi Turning Point Usa si trova davanti a una scelta decisiva: rimanere un movimento personale, legato alla memoria di Charlie, o diventare un’istituzione capace di attraversare le generazioni. Se Erika Kirk riuscirà a compiere questa trasformazione, allora il progetto del marito potrà davvero dirsi realizzato. In occasione del 32esimo compleanno di Charlie Kirk, la riflessione di Simone Crolla, consigliere delegato di AmCham Italy
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Se il Pd tentenna sulle scelte internazionali. L'opinione di Sisci
Sembra che il Pd non abbia più chiaro il campo. Non sceglie di dire: “Sì siamo contro l’America e quindi per la Russia; sì siamo a favore di Hamas e ci schieriamo contro Israele”. Oppure il contrario. Resta tutto molto etereo e vago. L’opinione di Francesco Sisci
Non solo firme. La giornata di Meloni in Egitto parte della ricostruzione di Gaza
Un apporto, quello italiano, particolarmente apprezzato dal presidente Trump che ha definito Meloni “una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”. L’occasione per Giorgia Meloni è stata utile anche per discutere con il Presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi di una serie di aspetti interconnessi al rilancio di un processo politico che conduca ad un quadro di pace: l’Italia ha da giocare in questo senso la carta del Piano Mattei, che tocca i confini fisici e politici della questione, non fosse altro perché lambisce quei paesi che confinano con l’area o questione
Il vertice storico di Sharm (senza Netanyahu) avvia il percorso di pace tra Israele e Hamas
Il presidente statunitense Donald Trump ha guidato, insieme all’egiziano Sisi, il vertice per formalizzare l’accordo tra Israele e Hamas. Dopo il rilascio degli ostaggi rapiti dai terroristi palestinesi il 7 ottobre, ora si parte con l’implementazione del percorso di pace. La prima difficoltà, il disarmo di Hamas
Gaza, che cosa farà l'Italia dopo la firma per la pace
Già nel recente passato i Carabinieri avevano lavorato fianco a fianco con la polizia palestinese, erano stati però richiamati nel 2023 per poi far rientro nel gennaio scorso con una mini delegazione e Rafah e Gerico per assicurare la formazione del personale locale. Un rapporto di fiducia, quindi, con territori e comunità
Difendere i principi nell’ordine mondiale che cambia. Di cosa si parla al Festival della Diplomazia
Tra crisi globali e nuove rivalità, la diplomazia torna al centro del dibattito. La XIV Festival della diplomazia 2025, a Roma dal 14 al 24 ottobre, si interroga sul prezzo da pagare per difendere un ordine mondiale fondato sui valori condivisi. Ambasciatori, accademici e policy maker da tutto il mondo discuteranno di multilateralismo, sfide democratiche e nuovi equilibri geopolitici in una capitale che si afferma come crocevia del dialogo internazionale
Ecco chi sono i tre premi Nobel all'economia e perché c'entra Mario Draghi
Philippe Aghion, Peter Howitt e Joel Mokyr hanno dimostrato il clamoroso mancato appuntamento dell’Europa con le grandi innovazioni. Senza le quali non è possibile immaginare crescita e sviluppo. Discorso che chiama direttamente in causa il rapporto dell’ex presidente della Bce
Manovra, cosa chiedono le imprese al governo
Dalle categorie produttive ricevute a Palazzo Chigi da Giancarlo Giorgetti, Alfredo Mantovano, Antonio Tajani e Adolfo Urso, emerge lo stesso messaggio arrivato dagli imprenditori dell’Assolombarda. Buona manovra, ma lavorare su fisco e investimenti. Domani la finanziaria alla prova del Consiglio dei ministri
JP Morgan sgancia la bomba, un trilione e mezzo di dollari sulla sicurezza nazionale. I dettagli
JP Morgan lancia un piano da 1,5 trilioni di dollari per rafforzare la base industriale americana e ridurre la dipendenza da catene di fornitura esterne. Nel frattempo, dal Pentagono arriva un appello a snellire la burocrazia e ad aprire ai capitali privati per accelerare l’innovazione militare. Mosse diverse ma convergenti, che raccontano due facce della stessa medaglia della sicurezza nel 21esimo secolo
Dal muro di droni all'authority contro le ingerenze russe. L'assemblea di Lubiana raccontata da Richetti
A Lubiana, i parlamentari dei Paesi membri hanno discusso di tre nodi cruciali: il sostegno a Kiev e la costruzione di una difesa più attiva, la lotta alle ingerenze esterne nei sistemi democratici, e l’impegno finanziario degli Stati alleati. Temi che segnano il passaggio da una Nato “reattiva” a una Nato “resiliente e proattiva”. Colloquio con il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti
















