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In Italia il massiccio ricorso ai subappalti pone da sempre due preoccupazioni: a)i maggiori rischi di gravi incidenti sul lavoro per l’esasperata riduzione dei costi aziendali; b) il pericolo ricorrente di infiltrazioni di organizzazioni di stampo mafioso.

Per quanto riguarda la criminalità organizzata basta citare le drammatiche vicende legate all’indagine “mafia appalti” coordinata da Giovanni Falcone e gestita dai carabinieri del Ros. Fu una inchiesta giudiziaria incompiuta che ha coinvolto alcune delle maggiori aziende italiane e che resta ancora avvolta nel mistero.

Per quanto riguarda, invece, le implicazioni dei subappalti sulle condizioni dei luoghi di lavoro è fondamentale ricordare che in Italia siamo di fronte a un dramma sociale: nel 2024 1.090 morti, tre a decessi al giorno. il 28 aprile scorso – in occasione della giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro promossa dall’Ilo – è stato segnalato che nei mesi di gennaio e febbraio 2025 i casi di incidenti mortali sono aumentati ancora rispetto all’anno precedente passando da 119 a 138 (+16%).

In Italia tutti (forze politiche, imprenditori, sindacati, istituzioni religiose, terzo settore) concordano sul fatto che la riduzione dei costi aziendali non dovrebbe avvenire a scapito della sicurezza dei lavoratori. Posizione assolutamente condivisibile, peccato, però che si ometta una informazione importante. Mi riferisco al fatto che tra due settimane ogni cittadino italiano – se lo vorrà – potrà dare un contributo concreto ad una materia così importante.

L’otto e nove giugno votare Sì al referendum sugli infortuni sul lavoro offre l’occasione per abrogare un grave errore introdotto nel 2013 quando ha escluso per legge ogni possibile responsabilità civile dei committenti rispetto ai rischi specifici delle imprese subappaltatrici in materia di infortuni sul lavoro.

In caso di vittoria del Sì e del raggiungimento del quorum le aziende appaltatrici saranno così stimolate a trovare subappaltatori più affidabili e più attenti al rispetto delle norme sulla sicurezza.

Il Referendum abrogativo di una norma sbagliata rappresenta un tassello importante di una strategia che punti finalmente a ridurre incidenti e infortuni di chi lavora nel mercato dei subappalti. Votare non è obbligatorio; ma invitare le persone ad andare al mare perché il referendum “non riguarda i cittadini”, ma soltanto una resa dei conti “nella sinistra” non è vero.

Si può discutere su benefici e sui costi dei quesiti al Jobs Act. Ma, a mio avviso, in materia di subappalti le tante vittime di incidenti sul lavoro meriterebbe più attenzione da parte dei media e più rispetto da parte di chi ha responsabilità istituzionali. Voterò sì nella convinzione che sia interesse non solo dei lavoratori, ma di tutti i cittadini migliorare la sicurezza del lavoro nel turbolento e opaco mondo dei subappalti.

Perché voterò sì ai referendum del prossimo giugno. La versione di Mayer

Il Referendum abrogativo di una norma sbagliata rappresenta un tassello importante di una strategia che punti finalmente a ridurre incidenti e infortuni di chi lavora nel mercato dei subappalti. Votare non è obbligatorio; ma invitare le persone ad andare al mare perché il referendum “non riguarda i cittadini”, ma soltanto una resa dei conti “nella sinistra” non è vero. L’opinione di Marco Mayer

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