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Tutto in un mese. Le speranze del mondo dinnanzi all’emergenza coronavirus si giocheranno nel mese di marzo, al termine del quale si chiuderà il primo trimestre del 2020. In quel momento, dice Goldman Sachs, prima banca d’affari americana, in un report, si capirà se l’economia globale riuscirà in un colpo di reni oppure sprofonderà del tutto. Gli esperti di Goldman su questo hanno davvero pochi dubbi, se ripresa sarà lo si capirà tra una quarantina di giorni.

TUTTO IN UN MESE

L’analisi di Goldman parte da un confronto con l’altra grande epidemia degli ultimi 20 anni, la Sars. La quale è senza dubbio “un utile punto di riferimento per valutare il possibile impatto economico del coronavirus. Tuttavia, poiché l’economia cinese è cambiata in struttura e dimensioni dal 2003, l’impatto sulla crescita mondiale avrà inevitabilmente dimensioni diverse, rispetto a due decenni fa. Di qui, gli scenari di Goldman Sachs. “I danni alla crescita dipenderanno dalla gravità dell’epidemia di virus, ma soprattutto dal fattore tempo: nello scenario più favorevole, le nuove infezioni rallenteranno bruscamente entro la fine del primo trimestre, e di conseguenza la crescita mondiale dovrebbe tornare ai livelli pre-coronavirus entro la fine del 2020. Nello scenario più grave, quello cioè in cui le infezioni continuano a crescere significativamente anche dopo marzo, la ripresa slitterebbe a data da destinarsi e il Pil crollerebbe”.

IL DESTINO DELLA CINA…

Gli esperti di Goldman Sachs stringono poi il campo d’azione sulla Cina, epicentro del coronavirus. Qui la partita si gioca soprattutto nelle fabbriche. “Se i lavoratori cinesi torneranno nelle fabbriche (chiuse in molte regioni da tre settimane ormai, ndr), come vorrebbe il governo di Pechino, la crescita del Pil cinese potrebbe ritrovarsi a metà strada tra lo scenario benevolo e quello più sfavorevole”. Se invece, nello scenario più pessimista le infezioni continueranno a crescere in modo significativo anche dopo il mese di marzo, questo vorrà dire che i lavoratori torneranno nelle fabbriche a un ritmo molto lento e l’impatto sulla crescita globale sarà più significativo”.

Di sicuro dalla Cina dipenderà il destino dell’economia mondiale, non c’è scampo. “La Cina è una destinazione chiave per molti Paesi europei, come la Germania e il Giappone e anche per molti mercati emergenti. Per non parlare degli Stati Uniti le cui società effettuano ogni giorno numerose transazioni con le stesse società cinesi”. Come se non bastasse la Cina è anche il fulcro delle catene di approvvigionamento globali che potrebbero ostacolare le vendite e ostacolare la produzione di aziende statunitensi”.

…E QUELLO DEGLI STATI UNITI

Sul fronte degli Stati Uniti, invece, le cose non si sono messe malissimo. Secondo Goldman Sachs, “i tassi di crescita degli Stati Uniti si sono indeboliti ma solo modestamente e potrebbero rimbalzare nel trimestre successivo, ovvero dalla fine di marzo. In questo senso, Goldman Sachs si aspetta nel secondo trimestre una crescita positiva  di circa 0,3 punti percentuali e dello 0,3-0,4 punti percentuali nel terzo, man mano che l’attività si normalizza. L’economia americana, insomma, potrebbe uscire tutto sommato indenne dall’emergenza coronavirus.

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