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La Zona di sviluppo strategico nazionale, conosciuta come “Arco Minero del Orinoco”, è un’area ricca di risorse naturali in Venezuela. Lì il governo di Nicolás Maduro ha depositato tutta la sua speranza: sperano di potere sfruttare l’oro e i minerali e commercializzarli con Cina e India, tra altri. È l’unica strada per aumentare le entrate di denaro per le casse dello Stato, e superare il blocco delle vendite petrolifere dopo le sanzioni internazionali contro il regime.

L’“Arco Minero del Orinoco” rappresentar il 12,2% del territorio venezuelano, uno spazio simile al Belgio. È localizzato al nord dello Stato Bolívar, al nordest dell’Amazonas e una parte dello Stato Delta Amacuro, al sud del Venezuela. Si calcola che ha circa 7mila tonnellate di oro, rame, diamante, coltan, ferro, bauxite e altri minerali.

Secondo il deputato venezuelano Andrés Velásquez, ex governatore dello stato Bolívar e leader del partito di opposizione La Causa R, i russi sono presenti su questo territorio e recentemente hanno aumentato il numero delle truppe nell’area di Tumeremo. Su Twitter il parlamentare ha scritto: “Allerta. Mi dicono vicini di Tumeremo, Edo. Bolívar, che è arrivato al Paese un numeroso gruppo di militari russi.  Il paese di Tumeremo si chiede, con ragione: che fanno qui i militati russi? Vogliono occupare una fetta dell’Arco Minero?”.

Nel reportage “Arco della disperazione”, pubblicato sul sito Earth Island Journal, il giornalista olandese Bram Ebus analizza la decisione del Venezuela di aprire la zona Orinoco alle miniere, con gravi conseguenze per la foresta pluviale amazzonica. Il giornalista sottolinea che le mafie hanno preso il controllo delle miniere del Paese dal 2011, quando il governo ha nazionalizzato parte dell’industria.

La guerra tra le mafie per il controllo dell’“Arco minero” ha trasformato lo stato Bolívar in una delle zone più pericolose del Paese sudamericano. Il regime di Maduro sta cercando di attrarre miniere multinazionali, ma la situazione è di alto rischio. Probabilmente per questo motivo, secondo alcuni analisti, si è siglato l’accordo con i russi, per garantire la sicurezza del territorio.

Non è la prima volta che personale militare russo sbarca in Venezuela. DFRLab ha seguito l’arrivo di membri dell’esercito arrivati dalla Russia nel 2019 e posisede fotografie dell’atterraggio a Caracas. A novembre, il sito Israel Noticias ha informato della presenza a Caracas di uomini che parlavano russo, vestiti con la divisa militare del Venezuela.

Ecco cosa fanno i soldati russi nel sud del Venezuela

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