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Donald Trump grazia l’Italia e la nostra economia, anche grazie al gioco di squadra del governo, ed esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre a seguito della sentenza del Wto sul caso Airbus (partita dagli aiuti dell’Ue al costruttore europeo di aerei). Dal confronto tra i codici doganali riportati dall’ufficio del rappresentante Usa per il commercio (Ustr) non risultano infatti colpiti prodotti italiani. In questo modo è stato quindi scongiurato il rischio di un’estensione dei dazi a nuovi segmenti portanti del nostro export, già duramente colpito dal coronavirus.

Più nel dettaglio gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre a vari prodotti europei (compreso il Parmigiano) e hanno fatto solo lievi modifiche alla lista, rimuovendo ad esempio il succo di prugna ma aggiungendo i coltelli da cucina importati da Francia e Germania.  Sostanzialmente, Washington ha deciso soltanto di inasprire i dazi, dal 10 al 15%, sui velivoli Airbus importati dall’Europa a partire dal 18 marzo.

LA SODDISFAZIONE DEL GOVERNO

La prima soddisfazione è arrivata dalla Farnesina, in particolare dal sottosegretario Ivan Scalfarotto. Che in una nota ha espresso “grande soddisfazione per la decisione del governo degli Stati Uniti che non colpisce i prodotti italiani con dazi aggiuntivi. Scalfarotto assieme alla nostra ambasciata a Washington ha incontrato, sensibilizzandole, nei giorni scorsi, tutte le principale autorità governative Usa ed aveva ottenuto l’invio di una lettera al presidente Trump da parte di un gruppo di oltre 40 parlamentari statunitensi per salvaguardare i prodotti italiani da questa tornata di dazi.

“Sono particolarmente soddisfatto”, ha proseguito Scalfarotto, “dell’esito del negoziato e in particolare del fatto che sono state tenute in considerazione per la decisione finale tutte le argomentazioni a tutela del made in Italy che abbiamo presentato nei giorni scorsi a Casa Bianca, Ustr, Dipartimento del Commercio, Dipartimento di Stato e Congresso. L’Italia rischiava infatti dazi aggiuntivi su vino, pasta, caffè, pellame e molti altri prodotti agroalimentari e non solo, oltre che un inasprimento dei dazi su formaggi duri e liquori già stabiliti a ottobre si è trattato di un gioco di squadra tra governo, Ambasciata d’Italia a Washington e associazioni imprenditoriali a conferma che l’Italia quando è in grado di fare sistema può raggiungere risultati significativi”.

Insomma, “abbiamo protetto l’economia italiana dall’aumento dei dazi da parte degli Usa. Noi siamo un grande Paese esportatore, e il protezionismo, i dazi sono per noi un grave danno. Oggi abbiamo portato a casa un risultato estremamente importante”, ha concluso Scalfarotto.

Anche l’altro sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, si è accodato alle manifestazioni degli altri esponenti. “Proprio l’altro ieri, incontrando il presidente della Confederazione italiana agricoltori, l’avevo rassicurato che il governo stesse a tutti i livelli e con tutti i ministeri coinvolti, lavorando da mesi al fine di evitare nuovi dazi dagli Usa come compensazione per la sentenza del Wto sul caso Boeing/Airbus. Oggi finalmente raccogliamo i frutti di questo intenso lavoro: nessun prodotto italiano è incluso nella nuova lista di dazi emanata dagli Usa. Un enorme successo del nostro governo che interrompe un incubo che non faceva dormire i produttori italiani”.

A ringraziare l’azione di Scalfarotto e della nostra diplomazia negli Stati Uniti è stato poi il ministro per gli Affari Ue, Enzo Amendola. “I nuovi dazi Usa”, ha scritto Amendola su Twitter “non colpiranno i prodotti italiani. Una #buonanotizia di cui avevo discusso questa settimana a Washington e a cui il governo ha lavorato compatto e unito. Si leggono i dossier, si media e arrivano i risultati. Complimenti a @ItalyinUS e @ivanscalfarotto”.

Per il responsabile della Farnesina, Luigi Di Maio, “l’Italia oggi esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre. Sono stati colpiti altri Paesi ma non il nostro. Sono salvi i vini, l’olio d’oliva e gli altri prodotti italiani che rischiavano dazi fino al 100%. La nostra azione diplomatica e la nostra amicizia con gli Stati Uniti hanno scongiurato il peggio per le nostre aziende. Così difendiamo il Made in Italy, così difendiamo i prodotti della nostra terra, orgoglio della nazione”.

Infine, il commento di Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura, settore direttamente interessato dai dazi sulle merci in entrata sul mercato Usa. “Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti: l’agroalimentare italiano non compare nella lista dell’Ustr americana appena pubblicata dei prodotti soggetti a dazi. Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili. Nell’incontro che avuto con il segretario all’Agricoltura statunitense Perdue il 30 gennaio scorso a Roma lo avevo ribadito a chiare lettere: tenete l’agroalimentare italiano fuori dalla vicenda Airbus. Ed avevo raccolto condivisione e disponibilità”.

LE REAZIONI DEI COMPARTI

“Quella che arriva dagli Stati Uniti è un’ottima notizia: i dazi introdotti ad ottobre sui prodotti italiani, a partire dai formaggi, non hanno subito aumenti e inoltre non ci sono altri prodotti italiani nell’elenco”. Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative Agroalimentare è così che ha commentato la lista dei prodotti soggetti a dazi.

“Uno dei timori più grandi – prosegue Mercuri – riguardava l’ipotesi che anche i vini italiani venissero colpiti dai dazi. Abbiamo scongiurato questo rischio che avrebbe creato non poche ripercussioni sulle nostre imprese vitivinicole, come sta invece accadendo per i cugini francesi, i cui vini sono stati inseriti a ottobre nella lista”.

“Una buona notizia per tutto il settore”, sottolinea Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Un mercato necessario, strategico e non sostituibile per il nostro export”.

Le esportazioni di Parmigiano reggiano e Grana Padano negli Usa dopo i dazi sono crollate rispetto all’anno precedente del 54% a novembre e del 43% in dicembre ma effetti negativi si sono verificati anche negli altri settori interessati., hanno calcolato da Coldiretti. “Un impatto pesante anche se almeno per i prossimi 120 giorni l’importante lavoro diplomatico che è stato svolto ha scongiurato la minaccia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, dal vino all’olio fino alla pasta, che erano inizialmente ricompresi nella black list messa sotto osservazione dall’Amministrazione Trump”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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