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La Corea del Nord smentisce Donald Trump e la Cnn e altre tv nazionali Usa cessano di diffondere in diretta per intero il briefing quotidiano del presidente sull’andamento dell’epidemia negli Usa, giudicandolo propaganda politica. Ma Trump insiste a vantare progressi e successi e avalla di nuovo le proteste anti-lockdown in diversi Stati.

I dati della Johns Hopkins University indicano che i decessi da coronavirus sono stati ieri, domenica, 1.997 – la media, da una settimana in qua, è sopra i duemila al giorno – e che il totale delle morti ha ormai superato le 40mila e s’avvia a superare le 41mila; i contagi confermati sono 760mila. Oltre 69mila sono gli americani completamente guariti, secondo il vice-presidente Mike Pence, che guida la task force Usa contro l’epidemia.

Nel briefing di sabato, Trump aveva detto d’avere avuto “una bella lettera” dal leader nord-coreano Kim Jong-un. Stamane, la Corea del Nord ha negato che Kim abbia recentemente scritto a Trump: una nota del ministero degli Esteri di Pyongyang, riportata dall’agenzia ufficiale Kcna, riferisce che “la nostra massima leadership non ha inviato alcuna lettera al presidente degli Stati Uniti”. La Kcna ipotizza che Trump facesse “riferimento alle lettere personali che sono state scambiate in passato, non ne siamo sicuri”; ma, aggiunge, le relazioni tra i leader degli Stati Uniti e della Corea del Nord “non sono problema da affrontare solo per distrarre, né devono essere utilizzate in modo improprio per raggiungere obiettivi personali”.
Nel briefing di ieri – la Cnn non ne trasmette più la prima parte, dove il presidente parla senza contradditorio, e si collega solo quando comincia il botta e risposta con i giornalisti presenti -, Trump ha detto: “Gli Usa continuano a fare costanti progressi nella guerra contro il coronavirus”; e ha annunciato per oggi un collegamento con i governatori, condotto da Pence, per valutare come procedere nella risposta all’emergenza. Il suo vice ha affermato: “Le aree metropolitane continuano a dare segni di miglioramento”.

Durante il briefing del presidente, sono stati proiettati alcuni passaggi di quello del governatore dello Stato di New York, il democratico Andrew Cuomo, che ringraziava Trump per gli aiuti avuti e lodava gli “sforzi straordinari” e la partnership con il governo federale, dopo giorni di duri scontri. Le battute di Cuomo sono state usate come spot pro-presidente, auto-assoltosi dalle accuse mossegli da molti governatori.

Quanto ai manifestanti anti-lockdown, Trump ha di nuovo detto: “Sono liberi di protestare”, anche perché “alcuni governatori sono andati troppo oltre” nelle misure di contenimento del contagio. Secondo il presidente, i protestatari “hanno rispettato il distanziamento sociale”, ma l’affermazione è smentita dai filmati di molte proteste, tra cui quelle in Michigan e in Texas. A manifestare sono poche centinaia di persone, ma non sono affatto distanziate.

Anche ieri, dopo gli eventi di sabato ad Austin, Annapolis e Indianapolis, ci sono state contestazioni a Olympia, la capitale dello Stato di Washington, dove 2.500 persone sono scese in piazza agitando bandiere federali e cartelli per la ripresa delle attività economiche, senza mascherine e senza rispettare il distanziamento sociale. Centinaia di persone si sono radunate a Denver, Colorado, e a Nashville, Tennessee.

GpnewsUsa2020

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