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Per essere arrivata a una decisione del genere, a Bruxelles devono aver cominciato ad aver paura davvero. Il Patto di Stabilità, il pilastro su cui si regge l’intera architettura economica dell’Unione è saltato. Momentaneamente si intende, ma è comunque un segnale che qualcosa di forte e plateale andava fatto per evitare che il coronavirus scrivesse. E così, dopo i bazooka, i Qe e i tassi a zero negli Stati Uniti, ora si fermano le regole che hanno deciso il destino dei nostri conti pubblici da 15 anni a questa parte, soprattutto per l’Italia, in perenne lotta con l’Ue per qualche decimale di deficit.

L’ANNUNCIO DI URSULA

L’annuncio, storico per molti versi, è arrivato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un videomessaggio su Twitter. “La Commissione  ha formalizzato la proposta,  annunciata la scorsa settimana e già accolta con favore dai leader europei, di attivare la clausola generale di salvaguardia, che consentirà agli Stati di sospendere le prescrizioni de Patto di Stabilità e di crescita sui piani di riduzione del deficit, per far fronte all’emergenza coronavirus. Questo consentirà ai governi di iniettare danaro nell’economia”. Sì perché senza le maglie strette del disavanzo, che in Italia è particolarmente alto vista l’assenza di crescita, si liberano risorse che possono tranquillamente far salire il numeratore, ovvero proprio il deficit.

BRUXELLES STILE DRAGHI?

Il whatever it takes di draghiana memoria sembra dunque essere arrivato a Bruxelles. Lo testimoniano le parole di von der Leyen, che nell’annunciare la decisione, ha fatto una precisazione. E cioè che “la chiusura della vita pubblica è necessaria per rallentare la diffusione del virus, ma rallenta anche in modo grave la nostra economia. La settimana scorsa ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa sia necessaria per sostenere gli europei e l’economia europea. Oggi sono lieta di poter dire che abbiamo mantenuto la parola data”. Promessa mantenuta che fa la felicità del ministro per le Politiche Ue, Enzo Amendola, che su Twitter esulta: “L’Europa si fa coraggio. Una notizia importante dalla Commissione: stop a Patto di Stabilità, grazie a Paolo Gentiloni. L’Ue c’è. Nuove regole per aiuti di stato e fondi strutturali, sospensione infrazioni. Uniti per superare l’emergenza, a qualunque costo”.

IL COMMENTO DI VINCENZO VISCO

Formiche.net ha chiesto un commento a Vincenzo Visco, ex ministro dell’Economia, proprio ai tempi della nascita dell’euro. “Questa possibilità è prevista dai trattati, ma non era mai stata ipotizzata per tutti e questa è la novità. Ora potranno andare in deficit tutti i Paesi, è sicuramente una pagina nuova dell’Europa”, premette Visco. Per il quale però occorre fare delle precisazioni. “Bisognerà capire che cosa significa vuol dire tutto questo: che ognuno pensa a se? Allora non sarebbe una bella notizia. Ma se invece, al contrario, questa scelta si significa che da questo momento in poi la Bce e la Commissione si fanno carico delle crisi degli Stati membri, allora senza dubbio questo rappresenta un salto di qualità importante per l’Europa, nella direzione giusta”.

Visco poi commenta anche le recenti mosse della Bce. “Vanno benissimo quelle mosse, perché in questo modo si comprano più titoli dei Paesi con lo spread più altro, era qualcosa che doveva farsi 10 anni fa, ma l’ortodossia tedesca l’ha impedito. In ogni caso ricordiamoci sempre una cosa: i disavanzi, anche se concessi, vanno ripagati. Attenti a non dare adito a chi dice che il Patto è finito. Il Patto non è certo il massimo, anzi è stato un intoppo perché quando nacque l’euro non c’era necessità del Patto di stabilità perché non era previsto che i Paesi sforassero. Ma poi sappiamo come è andata”.

 

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