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Perché gli Stati Uniti non hanno una loro Huawei? Ha cercato di offrire la sua risposta a questa domanda sulle infrastrutture strategiche del 5G Elsa B. Kania, adjunct senior fellow del Center for a new american security (Cnas), con un lungo editoriale su Politico. Dallo scontro con la Cina, gli Stati Uniti possono uscire stimolando l’innovazione strategica ma allo stato attuale ci sono solo due aziende in grado di confrontarsi con il colosso di Shenzhen, e sono entrambe europee: la finlandese Nokia e la svedese Ericsson, evidenzia l’esperta. E le due starebbero valutando forme di collaborazione, secondo indiscrezioni di Bloomberg.

La testata economica scrive: “La prospettiva è allettante: la battaglia tra Boeing ed Airbus, ma nell’era del 5G”. Da una parte Huawei, dall’altra Nokia ed Ericsson: uno scontro che su queste colonne aveva già avanzato, intervistato un mese fa, Norbert Röttgen, candidato alla guida della Cdu dopo il passo indietro di Annegret Kramp-Karrenbauer e presidente della commissione Affari esteri del Bundestag. In una lunga chiacchierata con Formiche.net aveva spiegato: “Abbiamo due società europee in grado di gestire il lancio del 5G in Europa (Nokia ed Ericsson, ndr). Per competere con i fornitori che grazie ai sussidi cinesi hanno un enorme vantaggio sui mercati dei Paesi terzi, dobbiamo dare un mercato a quelle aziende europee. Da dove altro iniziare, se non dall’Europa? Sarebbe auspicabile che l’Unione europea a 27 raggiungesse una posizione comune sulla questione, ma anche una posizione franco-tedesca congiunta sarebbe già un buon inizio”.

L’ultimo appello in ordine di tempo da Washington è arrivato ieri dal segretario alla Difesa Mark Esper che ha parlato al Comitato Servizi armati della Camera dei rappresentati in merito alla banda e alle reti. Esper – che due settimane fa con il capo della diplomazia statunitense Mike Pompeo aveva avvertito gli alleati, “O la Nato o Huawei” – ieri ha rafforzato il posizionamento del Pentagono a fianco della sfida lanciata all’Occidente dal colosso cinese della tecnologia, come riporta il sito specializzato Defense One.

Senza una loro Huawei, gli Stati Uniti puntano sui colossi europei. Secondo le rivelazioni di Bloomberg, Nokia starebbe valutando cessioni di asset o addirittura una fusione per non morire soffocata dalla concorrenza. Infatti i margini del gruppo finlandese stanno andando via via assottigliandosi: le azioni Nokia Corporation hanno perso circa un terzo del loro valore nell’ultimo anno (nonostante un quarto trimestre in utile) costringendo la società a tagliare il suo outlook e sospendere il suo dividendo a ottobre. Con Cisco che si è chiamata fuori dai giochi, il pensiero più forte di Nokia è rivolto alla svedese Ericsson, un tempo rivale, con la quale si potrebbero aprire scenari di fusione o collaborazione in specifiche aree.

Il gruppo finlandese però teme pressioni politiche su due fronti: le ricadute sui lavoratori e il controllo dell’Antitrust che potrebbe frenare l’asse con il gigante svedese. Ed è su questo campo che si potrebbe giocare una grossa sfida tra Stati Uniti e Cina, dopo quella combattuta sull’apertura del mercato del 5G a Huawei: sarà in grado Washington di accelerare il processo di via libera da parte del commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager (nella foto), o Pechino riuscirà al suo colosso un rivale pericolo facendo pressioni su Bruxelles? Le parole di un deputato come Röttgen sembrano lasciare qualche speranza in più agli Stati Uniti dopo la delusione seguita alla pubblicazione da parte europea della toolbox sul 5G che prevedeva un’esclusione tout court – la misura in cui l’amministrazione Trump sperava – di Huawei.

Ericsson e Nokia alleate contro Huawei? Il ruolo dell'Antitrust Ue

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