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Non sarà il disastro dell’Ilva a far cadere il governo, “questi non schiodano dalla poltrona”, ma le responsabilità del caos attuale sono facilmente rintracciabili. “All’Ilva hanno dichiarato guerra prima i giudici, poi il M5S, infine il governo”. A crederlo è Annalisa Chirico, che in una conversazione con Formiche.net non fa sconti a chi, a suo giudizio, marcia a suon di “becera propaganda” versola desertificazione industriale dell’Italia. E sulla proposta di Matteo Renzi, a cui ha dato appoggio anche l’altro Matteo, Salvini, commenta: “Renzi ha molte più cose in comune con Salvini che non con Zingaretti o con Di Maio. Non lo ammetterà ancora per lungo tempo”.

Quello dell’Ilva era un disastro annunciato?

Il Paese ha imboccato la via della desertificazione industriale: questo è il vero disastro annunciato. Un processo di graduale impoverimento che il governo sembra voler assecondare.

Ci sono delle responsabilità politiche? Quali? A più riprese l’eliminazione dello scudo penale è stata votata da due diversi governi…

Le responsabilità politiche sono macroscopiche, ma non uniche. All’Ilva hanno dichiarato guerra prima i giudici, poi il M5S, infine il governo. L’allora procuratore capo di Taranto ottenne il posticipo della pensione per portare avanti l’inchiesta “Ambiente svenduto”, poi si è candidato sindaco, ha perso e si è dovuto accontentare di un posto da assessore. Sullo “scudo penale” abbiamo assistito a un balletto imbarazzante: Pd, M5S e Italia Viva hanno votato l’emendamento soppressivo delle garanzie giudiziarie intitolato all’ex ministro Barbara Lezzi. Per essere più chiara: sul destino della principale acciaieria europea, che vale l’1,4 percento del Pil italiano, Zingaretti, Di Maio e Renzi hanno votato uniti l’emendamento Lezzi. Devo aggiungere altro?

Aggiunga aggiunga.

In un Paese dove la cultura industriale è già carente quelli che professano a parole il sostegno alle imprese si sono accodati alla più becera propaganda grillina. Il sogno di Beppe Grillo è vedere un parco giochi al posto dell’Ilva. E la signora Lezzi, che in Puglia ha già perso la faccia sul Tap, sogna un giorno di candidarsi alla presidenza della regione portando ai suoi elettori lo scalpo dell’acciaieria defunta. I 20mila lavoratori che rimarrebbero senza lavoro sono considerati alla stregua di un effetto collaterale, gente pronta per il reddito di cittadinanza. Invece quelle persone vogliono lavorare. La verità è che i grillini non conoscono il valore del lavoro perché non hanno mai lavorato in vita loro.

La Puglia potrebbe scegliere il M5S per la sua guida?

I pugliesi sono persone concrete e laboriose, conoscono la fatica e hanno fatto della Puglia un’isola felice nel Meridione. Lezzi sarebbe un candidato perdente.

Lei è pugliese.

Sono una pugliese orgogliosa della Puglia. Della sua capacità imprenditoriale, delle sue bellezze paesaggistiche e turistiche. Siamo la perla del Sud.

Ma lei si candiderebbe alla presidenza?

Io faccio un altro mestiere. Ma conosco diverse persone che potrebbero ricoprire quell’incarico con competenza e serietà.

Sia Renzi che Salvini propongono un emendamento per cambiare la cancellazione dello scudo.

Renzi avrebbe fatto meglio a non votare il cosiddetto “emendamento Lezzi”. Ad ogni modo, meglio tardi che mai. Non vorrei però che Pd e Italia Viva, che adesso piangono lacrime di coccodrillo, finissero per fare la guerra al M5S sui giornali per poi piegarsi ai diktat grillini nelle stanze dei bottoni dove si decide. Pure Salvini litigava con Di Maio, vero, ma almeno le vinceva le sue battaglie. Così il rischio è che il Pd, con Renzi, incassino e basta.

Adesso però sull’emendamento riparatore i due Matteo si muovono assieme, pure se da posizioni (maggioranza e opposizione) diverse.

Renzi ha molte più cose in comune con Salvini che non con Zingaretti o con Di Maio. Non lo ammetterà ancora per lungo tempo.

Su Ilva si gioca la tenuta del governo?

Il governo tiene, almeno fino alla prossima primavera. Questi non schiodano dalla poltrona.

Ma per l’Italia è un bene o un male?

Dipende dall’azione di governo. Un governo che tassa e fa scappare le imprese è la rovina.

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