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È corretto rafforzare la sicurezza delle reti 5G attraverso un utilizzo del Golden Power, come previsto – almeno in una fase transitoria – dal Decreto cyber al quale la Camera ha dato il primo via libera? Sul tema si è aperto un dibattito che non vede tutti concordi.

CHE COSA COMPORTA IL DECRETO

Innanzitutto, che cosa comporta il decreto, ora in fase di conversione? In pratica il provvedimento è mirato a rafforzare i poteri speciali attraverso i quali il governo può intervenire sui settori strategici, incluse le reti di quinta generazione, al centro dei timori di sicurezza statunitensi in relazione a una legge sull’intelligence cinese che obbliga le aziende di Pechino – compresi i colossi Huawei e Zte – a collaborare con la madrepatria.
A ciò si sommano nuovi poteri per Palazzo Chigi di intervenire su qualsivoglia “soggetto esterno all’Unione europea” e la possibilità di esercitare un diritto di veto sulla “adozione di atti e operazioni” e sulle “delibere” dei cda.

I DUBBI DELL’IBL

Chi non condivide questa scelta è l’Istituto Bruno Leoni, secondo il quale “le nuove norme dicono che il Governo può, più o meno liberamente, impicciarsi di qualunque operazione societaria in quasi qualunque settore economico, specie quando sono coinvolti soggetti extraeuropei, a prescindere da chi essi siano e di quali siano le loro intenzioni e i reali rischi per la sicurezza nazionale”. Questo – spiega Giuseppe Portonera in un paper del think tank – va “ad allargare una disciplina già molto vaga”. Ciò, sottolinea l’analisi potrebbe penalizzare l’Italia, “un Paese che gode di una reputazione precaria presso gli investitori internazionali” (a causa dell’incertezza sui temi della giustizia e dell’instabilità politica) e questo nuovo vincolo potrebbe allontanarli ulteriormente, peraltro in una fase di grave difficoltà economica.
Se ci sono delle reali minacce alla sicurezza, è la conclusione dell’Ibl, “il governo fa bene ad avocare a sé poteri adeguati, ma deve circoscriverne le condizioni di applicabilità”, altrimenti chiunque potrà pensare che dietro la sicurezza nazionale possa solo nascondersi il desiderio di orientare il mercato.

UNA SVOLTA NECESSARIA

D’altro canto, sono invece molti gli esperti di sicurezza che considerano questo un passaggio necessario, lodato recentemente anche dal presidente americano Donald Trump (a Washington si attendono, tuttavia, risposte chiare sugli operatori coinvolti). Il medesimo decreto, prevede infatti la creazione di un Perimetro di sicurezza cibernetica nazionale per elevare i controlli su reti e sistemi particolarmente sensibili in settori strategici o essenziali. Perno di questo sistema sarà il Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (Cvcn) presso il Mise, ovvero il posto dove software e hardware sarà analizzato per verificare possibili vulnerabilità.
Quando una Amministrazione pubblica o una azienda inserita nel Perimetro della sicurezza cibernetica nazionale – al cui interno saranno incluse non solo tutte le Amministrazioni pubbliche, ma anche tutte le aziende che offrono servizi strategici per la vita civile ed economica nazionale (telefonia, trasporti ferroviari, fornitura di elettricità, eccetera), soggetti che saranno identificati da un Decreto della Presidenza del Consiglio, sulla base delle indicazioni del Cisr – intenderà “procedere all’affidamento di forniture di beni, sistemi e servizi Ict destinati a essere impiegati sulle reti, sui sistemi informativi e per l’espletamento dei servizi informatici”, dovrà comunicarlo al Cvcn.
In questo quadro, sebbene per certi versi fuori contesto (i poteri speciali si erano finora applicati prevalentemente agli assetti societari) l’emendamento del governo sul Golden power è ritenuto fondamentale dagli esperti, almeno in questa fase nel quale è di fatto l’unico strumento per fermare sul nascere potenziali pericoli per le nuove reti 5G. Il Perimetro e le sue articolazioni, per essere pienamente operativi, avranno bisogno di tempi ancora lunghi che si auspica siano i più brevi possibili. Ma, nel frattempo, il Golden Power, proprio in virtù dei poteri sopraelencati, può costituire uno scudo efficace.

Chi critica e chi loda il Golden Power sul 5G

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