Skip to main content

Pomeriggio di fuoco per i negoziati (già difficili) del governo giallo-rosso che si chiuderanno in serata con l’incontro tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, salvo ripensamenti dell’ultima ora.

E mentre all’interno del M5S – già provato dalle divisioni fra le varie anime delle sue correnti e dal pressing della Lega per un nuovo accordo – si dà per certo il nome di Giuseppe Conte premier (si vocifera per i corridoi che sarà lui a ricevere l’incarico da Mattarella mercoledì) è scattato da ieri sera il toto-nomi per la squadra di governo.

Se per i pentastellati Conte è l’unico nome grazie al quale la base M5S riuscirebbe a far passare l’accordo M5S-Pd e garantire unità nel partito, elogiato anche dal garante M5S Beppe Grillo sul suo blog, nel Pd, Conte ha ricevuto il placet di Matteo Renzi (e di altri dirigenti come Franceschini che ha richiamato sui social il partito all’unità), rimane Zingaretti, che sembra non volerne sentire parlare. Per accettare un “Conte bis” il Pd e la sinistra alleata – anche Liberi e Uguali sarebbero della partita – chiede di avere molti ministeri pesanti e la trattativa procede serrata in queste ore.

Potrebbe essere questo il compromesso che segnerà l’avvio del governo giallo-rosso? Voci, segnali di un negoziato caldissimo si rincorrono: i dem pretendono venga azzerata l’attuale squadra ministeriale: niente “rimpastone” con la semplice sostituzione dei ministri Lega con caselle Pd, ma un cambio netto in virtù della tanto invocata “discontinuità” dal segretario Zingaretti.

La poltrona che fa maggiormente gola al Pd è il Viminale dove potrebbe tornare Marco Minniti o, per evitare polemiche con la Lega, circola da settimane il nome del capo della Polizia Franco Gabrielli (da sempre molto vicino a Letta e sostenuto anche da Renzi). Al ministero dell’Economia si susseguono i nomi del senatore dem Antonio Misiani, Roberto Gualtieri (Pd), Marcello Minenna (M5S) o una – seppure improbabile – riconferma di Giovanni Tria. Ruolo chiave anche per il fedelissimo senatore renziano Lugi Marattin, già consigliere economico a Palazzo Chigi con Renzi, che potrebbe occupare una casella determinante in ambito economico nel nuovo governo.

Tra gli altri nomi che circolano spuntano anche quello di Roberto Battiston (già Presidente dell’ASI estromesso per mano leghista) come sottosegretario alla Presidenza con delega allo Spazio e di Beatrice Covassi (volto di punta delle europee per il Pd e già a capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e portavoce di Juncker) che potrebbe andare agli Affari Europei.

Di Maio lascerebbe i suoi due ministeri (anche per rivedere il suo ruolo stretto com’era fra leadership politica e deleghe ministeriali) che potrebbero andare a Paola De Micheli (Sviluppo economico) e a Tommaso Nannicini (Lavoro). Un ruolo chiave potrebbe avere anche l’ex premier Paolo Gentiloni (che non nasconde i dubbi sull’alleanza giallo-rossa) che potrebbe tornare agli Esteri – se non viene riconfermato Moavero – o andare in Europa (resta ancora aperta la partita per il commissario europeo).

Toccherà poi ai renziani, in primis il capogruppo in Senato Andrea Marcucci (che ha avuto un ruolo chiave nella crisi) e potrebbe andare al ministero delle Infrastrutture liberando il posto di capigruppo a Zanda o altro esponente della corrente di Zingaretti. Posizione dove non è escluso che possa tornare invece l’ex ministro Graziano del Rio. C’è chi non esclude poi il nome di Roberto Morassut già assessore all’Urbanistica di Roma nella giunta Veltroni e candidato sindaco nel 2016.

Due ruoli chiave sul filo identitario dell’ecologia e della sostenibilità – che potrebbero essere le chiavi di volta della nuova maggioranza costituenda – si giocano Rossella Muroni, ex presidente Legambiente e deputata Leu, che potrebbe andare al ministero dell’Ambiente, e Ermete Realacci, già presidente della Commissione Ambiente nella scorsa legislatura (stimato e sostenuto anche dall’ex Premier Gentiloni). Chi meglio di lui potrebbe interpretare la svolta #green tanto cara alla maggioranza ne-costituenda.

Giustizia, Difesa e Ambiente potrebbero restare in quota M5S con la riconferma di Bonafede, Trenta o Di Maio, Costa e alla Salute della Grillo (M5S). In crescita anche la posizione del viceministro pentastellato al ministero dell’istruzione Lorenzo Fioramonti. Non è esclusa tra i dem l’ipotesi di un ritorno alla Giustizia per Andrea Orlando (Pd) o l’ex presidente del Senato Pietro Grasso (LeU).

Il governo giallorosso non c’è ma il toto-ministri sì. Ecco i nomi

Pomeriggio di fuoco per i negoziati (già difficili) del governo giallo-rosso che si chiuderanno in serata con l’incontro tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, salvo ripensamenti dell’ultima ora. E mentre all’interno del M5S – già provato dalle divisioni fra le varie anime delle sue correnti e dal pressing della Lega per un nuovo accordo - si dà per certo…

In arrivo il ministero dello Sviluppo sostenibile (con Giovannini?). Idea Nannicini

Sembra allentarsi il veto di Zingaretti sul governo Conte-bis, quindi crescono le probabilità di un governo Pd-M5S. E il senatore del Pd Tommaso Nannicini lancia tre idee per l'esecutivo che potrebbe nascere. Nannicini propone la fusione tra il ministero dello Sviluppo economico e il ministero dell'Ambiente. “Si darebbe il segnale che per il nuovo #Governo l'ecologia è un volano e non un…

E se il secondo forno fosse aperto? Il pressing di Salvini su Di Maio

Il Pd chiede chiarezza, la Lega alimenta i sospetti, Di Maio tace. A poche ore dalla scadenza dell'ultimatum dato dal Capo dello Stato alle forze politiche per trovare un accordo che dia all'Italia un nuovo governo, il sospetto che il Movimento 5 Stelle stia dialogando su due fronti si arricchisce di dichiarazioni. "Rinnoviamo la disponibilità ad aprire con i 5…

La crisi di governo vista dalla Scuola di Politica targata Matteo Renzi

Di Livia Alegi

Pensare, studiare e confrontarsi per comprendere il nostro futuro. Questo l'obiettivo di "Meritare l'Italia", scuola estiva dei Comitati azione civile di Matteo Renzi che ha portato sui monti Garfagnana 224 ragazze e ragazzi (rigorosamente in parti uguali) under 30. C'erano un sindaco di un paesino di 250 abitanti, liceali ancora minorenni, consiglieri comunali e tanti universitari. E c'ero anch'io: 19…

Così Tria e Cottarelli si contendono lo scettro dell'Economia

È qualcosa di più rispetto a un duello sui conti pubblici quello andato in scena nei giorni scorsi tra Carlo Cottarelli e Giovanni Tria. L'ex economista del Fmi e commissario straordinario alla spending review nei mesi passati non aveva mai fatto venire meno il sostegno al ministro dell'Economia, soprattutto quando cercava di mettere il dibattito governativo dentro i binari delle…

Cairo sarebbe il candidato ideale del centrodestra. Parola di Mazzuca

Per Giancarlo Mazzuca, in caso di elezioni, Urbano Cairo sarebbe un ottimo candidato per il centrodestra. Nell'intervista concessa oggi al Foglio, il presidente Rcs ha continuato negare di essere prossimo al grande passo ma, di fatto, ha steso il suo manifesto politico con tanto di dottrina economica in cinque punti: “In primo luogo, vanno incentivati gli investimenti prevedendo un piano…

Il prof. Pennisi spiega a cosa è servito il G7 di Biarritz

Biarritz, ridente città balneare di 25mila abitanti sulla costa basca della Francia, notissima ed apprezzatissima soprattutto dai britannici negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale ed ora conosciuta soprattutto da chi pratica il surf, potrà essere ricordata come il luogo dove si è tenuto l’ultimo G7? Dato che, senza un documento ufficiale finale e senza un ordine del giorno ben…

Macron lavora per l’accordo 2.0 con l’Iran. Ma Zarif vola in Cina e Trump...

Quando Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, è apparso a sorpresa all'incontro annuale del vertice del G7 domenica, i meno attenti hanno pensato che si potesse trattare di una svolta nel conflitto tra Teheran e l'Occidente, che si è annodato negli ultimi mesi su petroliere, droni e programma nucleare dell'Iran. I più smaliziati hanno interpretato la presenza di Zarif – l'uomo simbolo per…

Così l’Iran assedia Israele e risponde alle minacce. L’analisi di Rossi

Israele attacca ancora difensivamente. Colpita nella notte una postazione militare del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP-CG), una formazione militante che ha formalmente diviso i suoi destini dai gruppi armati palestinesi più noti – con cui mantiene legami, comunque – e puntella il regime siriano rintanato nei centri di comando piazzati lungo la valle della Bekaa nell'est del Libano, al confine con…

5G e Intelligenza Artificiale aiutano la disinformazione russa. Il report Nato

La disinformazione condotta attraverso i social media è un fenomeno destinato a durare e che, anzi, aprirà a nuove sfide poste dall'utilizzo di avanzamenti tecnologici come l'automazione, il 5G e l'intelligenza artificiale. IL REPORT STRATCOM In un nuovo report realizzato dallo StratCom - il centro di eccellenza della Nato dedicato alle comunicazioni strategiche con sede a Riga in Lettonia -…

×

Iscriviti alla newsletter