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L’Europa grazia l’Italia e una volta tanto le misure di contenimento del deficit per 1,5 miliardi approvate due giorni fa, sono servite a qualcosa. Niente procedura per debito nei confronti dell’Italia, questa la posizione emersa dalla riunione dei capi di gabinetto dei commissario europei mentre sta per concludersi la riunione del collegio che dovrà avallare l’orientamento. Lo stop definitivo dovrà arrivare dalla riunione dei ministri dell’Economia in programma il prossimo 9 luglio, nella quale verrà certificata la decisione della commissione.

SILURO EVITATO (PER UN SOFFIO)

Più nel dettaglio, a fermare l’ingranaggio è stato il collegio dei commissari europei che ha deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di aprire una procedura per deficit eccessivo legata al debito nei confronti dell’Italia. A questo si è giunti grazie alle misure contenute nel cosiddetto assestamento di bilancio, grazie al quale il governo ha aumentato le entrate e quindi diminuito il deficit portandolo al 2,1%.

LA RESA DI MOSCOVICI

“Avevamo posto tre condizioni: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni” e quindi “la procedura per debito non è più giustificata”, ha spiegato in conferenza il commissario agli Affari Monetari, Pierre Moscovici. Che non ha mancato di giocare di rimessa. “Avviare una procedura non è mai stato nelle intenzioni di questa commissione, e naturalmente mia intenzione – ha aggiunto – obiettivo del Patto non è punire nessuno ma richiedere ai paesi politiche di bilancio solide e sane”.

CROLLA LO SPREAD

I mercati, come sempre, avevano fiutato la buona notizia. Già questa mattina lo Spread Btp-bund era in forte calo a 206 punti base dai 221 di ieri. Il rendimento del decennale italiano è all’1,69%, ai minimi da dicembre 2017. Gli investitori stanno comprando titoli italiani, rassicurati dalla correzione dei conti pubblici per evitare la procedura europea. Procedura a questo punto evitata.

LA LETTERA DI CONTE&TRIA

A convincere la Commissione europea deve aver concorso la lettera che ieri il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia hanno mandato a Bruxelles. Impegni specifici. “L’obiettivo generale della politica fiscale per il 2019 e della strategia per il 2020 è di raggiungere un ampio rispetto del Patto di stabilità e crescita”, si legge. “Per quanto riguarda il 2020 il governo reitera l’impegno a raggiungere un miglioramento strutturale in linea con le prescrizioni del Patto di stabilità e crescita”. In un altro passaggio Conte e Tria spiegano che le “proiezioni a politiche invariate per il 2020 saranno riviste in base alle più favorevoli tendenze osservate nel 2019 e le spese per le nuove politiche di welfare (reddito di cittadinanza e quota 100) sono previste inferiori rispetto alle stime di budget anche nel 2020”.

“Le stime aggiornate sulla finanza pubblica – si legge ancora nella lettera – indicano un miglioramento del saldo strutturale di oltre 0,3 punti percentuali rispetto alle stime (a fronte di un peggioramento di 0,2 punti percentuali stimato nell’accordo raggiunto a dicembre prima dell’adozione della legge di Bilancio). Si tratta – scrivono Conte e Tria – di uno sforzo maggiore che è ancora più significativo dato che avviene in un contesto di quasi stagnazione economica. Nella lettera si ricorda la riduzione di 7,6 miliardi di euro (0,43% del Pil) delle stime di indebitamento netto per quest’anno. Un risparmio dovuto a diverse fonti: due miliardi di spesa congelati dal Consiglio dei ministri del 19 giugno; alla correzione di bilancio approvata dal governo il primo luglio e al decreto legge che congela le minori spese relative a reddito di cittadinanza e Quota 100.

Bruxelles grazia l'Italia. Niente procedura di infrazione

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