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La Lega fa centro con le parti sociali, nel giorno in cui Matteo Salvini chiama per la seconda volta intorno a un tavolo al Viminale, oltre 40 rappresentanze tra imprese e lavoratori. Obiettivo, ma questo forse è noto, illustrare i contenuti della prossima manovra, la seconda targata governo gialloverde, cercando il maggior numero di sponde possibili. Cardini di questo impianto, la flat tax, una riduzione della Tasi per un valore di un miliardo e un più generale taglio fiscale da 15 miliardi.  Formiche.net ha sentito il parere di chi a quel tavolo c’era: Paolo Capone, leader di quell’Ugl nata sulle ceneri della vecchia Cisnal, il sindacato un tempo vicino al Movimento Sociale Italiano.

TRA DI MAIO E SALVINI

“C’è una sostanziale differenza tra l’incontro svoltosi a Palazzo Chigi con Luigi Di Maio e quello con Salvini. Nel primo c’erano solo alcune rappresentanze mentre oggi eravamo tutti insieme: imprese, sindacati, dirigenti”, spiega Capone. “Ho notato con molto piacere un’altra cosa. E cioè che tutte le istanze che avevamo presentato insieme agli altri sindacati nel corso del primo incontro (15 luglio, ndr) sono state avallate anche se non direttamente inserite, non ancora almeno, in un documento organico. E questo è senza dubbio positivo. Parlo di interventi pubblici, riassetto del sistema idrogeologico e abbassamento delle tasse, soprattutto ai lavoratori al fine di aumentare il potere di acquisto. C’è stata una larga condivisione e grande partecipazione. Personalmente poi non c’è niente che non mi abbia convinto, tutto quello che è stato elencato va nella giusta direzione”.

LA SPONDA SULLA TASI

Un altra battaglia leghista che piace ai sindacati, Ugl in testa, è l’abolizione della Tasi, che include parte dell’Imu e della Tari, la tassa sui rifiuti. Salvini ha pre-annunciato una sforbiciata da un miliardo di euro. E l’Ugl è d’accordo. “Facciamo tutti il tifo per Salvini. Voglio ricordare come i provvedimenti adottati dal governo, come Quota 100, vanno nella giusta direzione e hanno prodotto alcuni segnali positivi quali il calo del tasso di disoccupazione. Per favorire la crescita economica, tuttavia, è necessario intervenire attraverso misure come la flat tax per i redditi compresi fra i 25 e i 60 mila euro. Credo che tagliare la Tasi sia fattibile, dipende dal mix di tagli che si vuole preparare. Bisogna capire quanto però occupa questo taglio in termini di cubatura della manovra. Se c’era qualche tentativo di polemica sulla seconda convocazione al Viminale, è stato subito spento perché oggi c’era l’intera sistema produttivo italiano”.

NO AL SALARIO MINIMO

C’è però qualcosa che resta proprio indigesto all’Ugl: il salario minimo. “Il discorso è molto semplice. Con l’introduzione del salario minimo si potrebbe favorire la fuoriuscita dalla contrattazione collettiva dando luogo così a uno strumento che potrebbe abbassare i salari e le tutele dei lavoratori. Oggi in molti hanno espresso contrarietà a questa misura, c’è una contrattazione collettiva importante qui in Italia che rende non necessario il salario minimo, se lo si facesse si potrebbe far saltare l’intero sistema di contrattazione nazionale“. Capone spende un ultima parola sul futuro del governo. “Domani c’è la mozione sulla Tav al Senato, sono curioso di vedere quello che succede, vedo fibrillazioni. Ma se il governo supererà questo scoglio, allora durerà”.

Al Viminale è meglio che a Palazzo Chigi. Parola di Capone (Ugl)

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