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Per sfruttare a pieno le opportunità dell’Intelligenza artificiale, occorre collocarla entro i limiti (etici e giuridici) di un nuovo umanesimo tecnologico. Per definirli serve “intesa” tra tutti i soggetti coinvolti, dallo Stato alle aziende più avanzate, passando per la comunità scientifica. È per questo che la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine ha aperto oggi alla Camera la conferenza per uno Statuto etico e giuridico per l’Intelligenza artificiale. L’evento, che domani vedrà l’intervento del premier Giuseppe Conte, nasce dalla volontà di evidenziare la necessità e i benefici di un quadro giuridico più formalizzato per il nostro Paese nel campo dell’Ia.

L’EVENTO

In due giorni, quattro tavole rotonde sono per questo chiamate a studiare le implicazioni etiche e giuridiche dell’Intelligenza artificiale nei settori della sicurezza, della finanza, della medicina e della giustizia. Vi partecipano circa 250 accademici italiani, esperti internazionali, rappresentanti delle istituzioni e delle imprese del settore hi-tech. Ad aprire i lavori oggi alla Camera sono stati Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, l’ad di Leonardo Alessandro Profumo, il sottosegretario al Mise Alessandra Todde e il direttore generale del Miur Giovanna Boda. A seguire, la lectio magistralis dell’esperto Jurgen Schmidhuber dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale di Lugano.

UNA SFIDA DA AFFRONTARE…

Quello dell’Intelligenza artificiale è “un tema cruciale della nostra epoca”, ha spiegato nel suo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il veloce avanzamento dell’innovazione tecnologica costituisce una preziosa opportunità per il progresso umano, con impatti significativi sul tessuto sociale, economico e culturale, che richiedono approfondite considerazioni”. Per questo, ha aggiunto il capo dello Stato, “è essenziale definire i limiti etici dello sviluppo della tecnologia attraverso la condivisione di approcci che, affermando la posizione di centralità dell’uomo, contribuiscano all’attuazione piena dei principi fondativi della civiltà”.

…CON IL PRIMO PASSO

Si tratta di risolvere l’attrito inevitabile tra “lo sviluppo tumultuoso dell’Intelligenza artificiale” e i diritti umani, ha chiarito Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo. E’ il passaggio verso la società digitale, al momento ancora in convivenza con quella analogica (la generazione oltre i quarant’anni) ma destinata a sostituirla completamente. Il punto, ha notato Violante, è “come garantire lo sviluppo delle tecnologie e assicurare che non mettano in pericolo i diritti umani ma anzi li rafforzino”. Per trovarlo, “è necessaria l’intesa tra i quattro grandi protagonisti dell’intelligenza artificiale: Stati, organismi internazionali, grandi imprese e la comunità di studiosi”. Proprio per questo la Fondazione Leonardo ha organizzato la due-giorni a Roma: “un piccolo passo in avanti”, senza la pretesa di un documento omnicomprensivo ma con l’obiettivo di produrre una bozza di statuto etico e giuridico dell’Ia.

IL RUOLO DELL’INDUSTRIA…

Da parte loro, “le grandi aziende tecnologicamente avanzate possono svolgere un ruolo chiave e guidare questa era della rinascita digitale”, ha spiegato l’ad di piazza Monte Grappa Alessandro Profumo. Tra questioni scientifiche e sfide etiche, ha aggiunto, “l’industria ha una grande responsabilità nell’ottica di un umanesimo digitale che sappia ripensare i tradizionali sistemi di organizzazione e produzione, aprendoli al contributo di saperi diversi, dalla filosofia alla scienza, dal diritto alla tecnologia, dalla storia all’economia”. L’obiettivo è passare rapidamente all’Industria 5.0: “superare il concetto della competizione tra uomo e macchina ed evolve verso una logica di collaborazione”. È la “ethics by design”, in cui i principi etici contaminano il mondo digitale venendo incorporati “nei prodotti e nei servizi di intelligenza artificiale fin dalla progettazione”.

…E IL PIANO DEL GOVERNO

In gioco c’è una buona fetta della competizione del Paese. Ne è convinto l’esecutivo, rappresentato al dibattito dal sottosegretario al Mise Alessandra Todde: “Non esiste sviluppo senza ricerca e innovazione”. È per questo che intelligenza artificiale e nuove tecnologie “sono tematiche che riteniamo prioritarie”, ha detto presentando l’intenzione governativa di procedere verso una Strategia nazionale per l’Ia. Se ne sono già dotate Germania e Francia, caricandola rispettivamente di finanziamenti per 3 e 1,5 miliardi di euro. L’esigenza è chiara anche per l’Italia. “Siamo determinati – ha detto la Todde – a voler portare avanti un piano importante per non perdere le grandi opportunità” che arrivano dall’Intelligenza artificiale. L’obiettivo più ambizioso è “diventare il Paese europeo all’avanguardia in questi campi”.

PARTIRE DALLA FORMAZIONE

Difficile pensare di riuscirci senza partire dalle giovani generazioni. È per questo che è stato siglato un bando congiunto tra la Fondazione Leonardo e il Miur, annunciato dal direttore generale del dicastero Giovanna Boda. “Non è un bando teorico, ma una vera opportunità di vita”, ha spiegato. Permetterà di “offrire alle scuole di ogni grado opportunità in più di crescita e partecipazione attiva” nei settori di intelligenza artificiale e robotica. Si inizierà dalle scuole situate nelle aree a rischio, quelle ad altra criminalità o terremotate. “Cominceremo da loro – ha detto concludendo la Boda – per dimostrare che ci sono opportunità di vita e di crescita nelle nuove tecnologie”.

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