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Sostenibilità è una parola grossa. Dentro non c’è solo la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, la lotta alle emissioni e alla plastica. C’è molto, molto di più. Per esempio, la lotta agli sprechi alimentari, che solo in Italia vale 16 miliardi di euro (12 solo da sprechi nelle nostre case), praticamente mezza manovra 2020. E non è che in Europa vada molto meglio, visto che ogni anno si producono 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, corrispondenti a circa 173 chilogrammi a persona. Troppo per un Continente che se riuscirà a centrare gli obiettivi di Parigi, l’avrà fatto con fatica.

Lo sa bene il commissario Ue alla Salute e alla sicurezza Vytenis Andriukaitis, in questi giorni in Italia nella sua ultima visita ufficiale, prima di passare il testimone al suo successore, nell’ambito del nuovo governo comunitario targato Ursula von der Leyen. Andriukaitis è stato ospite ieri pomeriggio di un incontro presso l’hotel The Pantheon, promosso da Commissione Ue e Formiche. Un’occasione utile per fare il punto della situazione sullo stato della lotta allo spreco alimentare ma anche sulla salute degli animali da allevamento. Aspetto, quest’ultimo, importante visto che l’Italia ha nell’allevamento di suini, uno dei capisaldi della filiera agroalimentare.

BASTA SPRECHI DI CIBO

“In Europa”, ha spiegato il commissario uscente, “abbiamo un serio problema di sprechi alimentari. Oltre 100 milioni di persone non è in grado di comprare del buon cibo, mentre 36 milioni di persone sono alla soglia della povertà. E ci sono 88 milioni di cibo sprecato in Europa, uno spreco di risorse naturali, di energia. Sprecare cibo vuol dire anche spreco di persone“. Andriukaitis ha ricordato in questo senso come l’Europa si sia mossa per tempo. “In Ue è stata introdotta una direttiva contro gli sprechi alimentari, con delle linee guida e una metodologia sui prodotti alimentari, anche quelli destinati agli animali”.

Nello specifico gli Stati membri dovranno fare la loro parte. “Ci sarà l’obbligo di redigere un piano d’azione, al fine di misurare lo spreco alimentare per ogni filiera. Entro il 2030 puntiamo a ridurre a 44 tonnellate la quantità di cibo sprecato. Questi obiettivi, è bene ricordarlo, rientrano nel progetto più ampio di un new green deal europeo. Sto pensando addirittura di incentivare un vertice mondiale sullo spreco alimentare nel mondo, che coinvolga ambientalisti, la Fao e l’organizzazione mondiale della sanità. D’altronde da qui al 2030 mancano 11 anni, c’è poco tempo”.

L’ITALIA SI SFORZI SULLA PESTE SUINA

Altro tema caldo, la peste suina che affligge da diverso tempo gli allevamenti italiani, soprattutto quelli in Sardegna. In mattinata il commissario aveva incontrato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per affrontare proprio il tema della peste suina. L’Italia chiede da tempo all’Ue una riduzione delle restrizioni commerciali a cui è sottoposto il settore suinicolo in Sardegna, dal momento che nella regione da 14 mesi non si registrano nuovi casi di peste suina negli allevamenti. La Regione Sardegna, aveva spiegato Speranza, “in questi anni, d’intesa con il ministero, ha lavorato seriamente sulla prevenzione e svolto controlli rigorosi ottenendo importanti risultati, come si evince dal monitoraggio. Si tratta di un comparto strategico, di elevata qualità, che vogliamo rilanciare in una regione ad altissimo tasso di disoccupazione”.

Ma per il politico lituano, non basta. Bisogna fare di più. “Tra il 2014 al 2016 il dialogo è stato difficoltoso, ma dopo il 2016 è migliorato molto. Ci sono stati alcuni progressi, ma non sono sufficienti”, ha chiarito Andriukaitis. “Domani andrò in Sardegna parlerò con le amministrazioni locali, e passerò le informazioni che raccoglierò al mio successore in commissione europea per progredire in questo ambito. Abbiamo bisogno di vedere forti progressi sia a livello locale che nazionale, con piani di azione coordinati anche fra le diverse regioni, ci vuole una volontà politica forte e inequivocabile, in modo da poter prendere in considerazione il cambio dello status della Regione, altrimenti sarà difficile farlo”.

OCCHIO A XYLELLA

E poco è stato fatto anche sullo Xylella, il virus-piaga degli ulivi, in Puglia. Lo scorso giugno il commissario era stato in visita in Italia, proprio nelle terre afflitte dal virus. “Il governo italiano e quello regionale della Puglia non hanno dato prova della volontà politica di risolvere il problema e la Xylella non è stata fermata. Sono consapevole degli ulteriori passi compiuti ultimamente dall’Italia e la invito al più presto a rispettare la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea (nella quale l’Italia è stata condannata per scarsa attenzione al problema, ndr) e a dedicare ulteriori sforzi per risolvere questo problema”.

OBIETTIVO VACCINI

C’è stato un ultimo tema affrontato nel corso del pomeriggio con il commissario Ue. Ed è di quelli delicati, i vaccini. L’Europa ha apprezzato i passi in avanti fatti, anche in seguito alla legge Lorenzin (dal nome dell’ex ministro della Sanità) sull’obbligatorietà dei vaccini. “Sono lieto di constatare che in Italia sia migliorata situazione. Siamo contenti che governo abbia cambiato approccio sui vaccini, aumentando il tasso di copertura, affidandosi alla scienza e ai suoi approcci. Noi siamo e rimarremo a stretto contatto con il governo per superare esitazione di qualcuno a sottoporsi a campagne di vaccinazione”.

 

Vaccini, Xylella e sprechi alimentari. Le pagelle all'Italia di Andriukaitis

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