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Durante la notte passata i caccia di Khalifa Haftar, il signore della guerra della Cirenaica che due mesi fa ha lanciato una campagna militare per conquistare Tripoli, hanno colpito l’hotel Rixos della capitale libica. L’edificio è la sede formale quanto temporanea delle riunioni di un gruppo di parlamentari che hanno deciso di tornare a riunirsi a Tripoli, uscendo dall’autoesilio che i rappresentanti nominati dalle ultime elezioni del 2014 si erano imposti a Tobruk, nell’Est del paese, per rifugiarsi dai combattimenti della guerra civile.

IL VALORE SIMBOLICO

Il messaggio di Haftar è simbolico, gli edifici infatti erano vuoti e non ci sono state vittime. Si è trattato di però di un’azione forte contro una struttura civile che in questo momento stava acquisendo valore politico. I parlamentari libici sono infatti parte del processo di rappacificazione studiato dall’Onu nel 2015, che prevede la formazione di un esecutivo di transizione, il Governo di accordo nazionale guidato da Fayez Serraj, che avrebbe dovuto ottenere la fiducia politica dei deputati dell’HoR (la Camera libica viene chiamata con l’acronimo inglese HoR, House of Representatives). Per tre anni dopo l’installazione a Tripoli, Serraj non è mai riuscito ad ottenere l’avvallo dei rappresentati perché su di loro Haftar e i suoi protettori politici – sia interni che esterni, paesi come Egitto ed Emirati Arabi – hanno fatto pressioni. Anche per questo l’esecutivo Onu è considerato incompleto (teoricamente sarebbe servito a portare il paese a nuove elezioni, ma tutto è fermo).

LE RIUNIONI AL RIXOS

Ora le riunioni al Rixos, sebbene frequentate da una minoranza dei deputati, potevano sembrare un tentativo per superare il blocco e smuovere le acque in un momento particolarmente difficile, alle porte di una nuova guerra civile tra Tripolitania e Cirenaica. L’azione di Haftar – che credeva di ottenere un facile scacco a Tripoli e proiettarsi come nuovo rais, ma ha visto la sua offensiva bloccata dalla risposta delle milizie tripoline e misuratine soprattutto – intender togliere speranze all’implementazione dell’iniziativa che nei cuori di alcuni deputati (molti di Misurata, città che difende Serraj) intende raggiungere il quorum, nominare un nuovo presidente, e poi procedere alla fiducia politica al progetto onusiano; ma ancora non c’è riuscita per ragioni numeriche, perché pochi rappresentati vi hanno preso parte.

PICCOLI PASSI IN UNA GUERRA DI POSIZIONE

Tripoli ha già condannato l’azione come crimine di guerra (da assommare ad altre accuse per attacchi contro obiettivi civili che Serraj ha già esposto al tribunale internazionale dell’Aia), mentre sul campo comunque continuano lentamente i combattimenti. Al sud di Tripoli s’è creata una guerra di posizione, con piccoli avanzamenti del fronte tripolitano che vorrebbe lanciare la controffensiva. Oggi le forze anti-Haftar hanno annunciato di aver tagliato la linea di rifornimenti nella zona di Ash Shwayrif, nel sud-ovest della Libia, ed è un’operazione interessante perché la Cirenaica – cuore della milizia haftariana Lna – è distante centinaia di chilometri da Tripoli, e per portare avanti l’offensiva l’autoproclamato Feldmaresciallo ha bisogno vitale di approvvigionamenti da Est.

(Foto: Twitter)

Haftar bombarda a Tripoli la sede provvisoria dei parlamentari (pro Serraj)

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