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L’incontro tra il leader dei pentastellati Luigi Di Maio e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Lewis Eisenberg non è stato un semplice scambio di convenevoli né tanto meno ha rappresentato per il vice presidente del Consiglio un endorsement da parte di Washington a discapito della Lega, come Formiche.net ha cercato di spiegare.
Oltreoceano non sfugge che la situazione in seno all’esecutivo è oggi abbastanza delicata e per questo la rappresentanza diplomatica statunitense non compie scelte tra gli uni o gli altri, ma sta tentando piuttosto di rappresentare, a entrambe le forze politiche che compongono la maggioranza, quali sono i dossier sui quali è ritenuto necessario un forte impegno del governo in chiave filoatlantica: rapporti con la Cina (sia sul fronte 5G e Golden Power, sia su quello degli sviluppi dell’intesa sulla Via della Seta) e nucleare iraniano in primis, con la questione russa guardata al momento con distacco.

UNA FIGURA DI GARANZIA

In questo quadro complesso è piuttosto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che prova a ricomporre le fratture e che si sta ritagliando il ruolo di prezioso ‘garante’ di un bilanciamento tra la linea unitaria che Roma ha bisogno di avere e l’inclinazione dei due azionisti di maggioranza a combattersi anche sulle scelte di politica estera e di sicurezza. Campi dove è meglio muoversi su coordinate che chiare, che l’inquilino di Palazzo Chigi è oggi tornato a rammentare.
“La scelta atlantica dell’Italia e la sua appartenenza alla Nato”, ha detto Conte intervenendo alla Farnesina alla Conferenza degli ambasciatori (lo aveva fatto già pochi giorni fa al Senato informando l’Aula sul ‘Russiagate’ tricolore, “non solo non sono in discussione, ma sono e restano un architrave della nostra politica estera”.

L’APPREZZAMENTO PER L’AMMINISTRAZIONE USA

Poi parole di apprezzamento verso l’attuale amministrazione Usa: “Il presidente Donald Trump si è sempre dimostrato un interlocutore attento agli interessi dell’Italia, anche e soprattutto grazie alla nostra capacità di spiegare con franchezza le nostre necessità ai colleghi statunitensi”, ha detto il capo del governo, che ha allargato la necessità di rafforzare il dialogo transatlantico anche in chiave europea.

IL RAPPORTO TRA UE E USA

Il rapporto tra Stati Uniti e Unione europea, ha evidenziato, è “un legame che oggi viene messo alla prova da un contesto frammentato della globalizzazione”, ha aggiunto Conte, ribadendo la necessita’ di analizzare e comprendere al meglio la dialettica transatlantica e modificarla a beneficio di entrambe le parti”.

LE RELAZIONI CON LA CINA

Infine una rassicurazione sulle relazioni con Pechino, uno dei temi osservati con grandissima attenzione dall’alleato americano: “L’iniziativa cinese (della nuova via della Seta, ndr) deve svilupparsi in modo aperto e inclusivo, rispettando gli standard e i principi sanciti anche dalla strategia dell’Ue. Con il Memorandum of Understanding bilaterale abbiamo posto questi principi alla base della collaborazione con la Cina, primo dopo numerosi Paesi Ue che lo avevano già sottoscritto”.

IL FONDAMENTALE ATLANTISMO

Quello dell’atlantismo, ha aggiunto a scanso di equivoci Conte, rappresenta ancora oggi “un dato fondamentale”, che “non può certo essere messo in discussione dalla nostra comunque coerente ricerca di interlocuzione anche con altri attori globali”, fossero Pechino, Teheran o Mosca.
Parole rafforzate, nella stesse sede, dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che parlando davanti alla diplomazia italiana ha ricordato che gli Usa sono “un alleato storico dell’Italia”, sottolineando che proprio l’amicizia con gli Stati Uniti è parte integrante non solo di una partnership politica, ma il “perno” della Nato, “alleanza difensiva di libertà e democrazia”. Un messaggio chiaro giunto non solo a Villa Taverna, ma senz’altro anche a Di Maio e Salvini.

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