Skip to main content

Non avrebbe senso sterilizzare l’aumento dell’Iva, salvaguardare i conti e poi rischiare di consegnare il Paese a Matteo Salvini. Per questa ragione, osserva il senatore lombardo del Pd, Alessandro Alfieri, “lavoriamo ad un governo di legislatura che abbia un’agenda ambiziosa grazie alla mossa di Matteo Renzi”.

Nicola Zingaretti ha cucito i punti avviati da Matteo Renzi?

Il merito di Renzi è stato quello di avviare una nuova fase spiazzando la Lega aggiungendo che compete al segretario costruire questa opzione e lavorando per realizzarla. Un percorso complesso, un sentiero strettissimo, non sarà facile: ma dinanzi alle politiche di Salvini, alla richiesta di pieni poteri, alla fuga da responsabilità e al suo modo di interpretare la democrazia, mi sembra che valga la pena confrontarsi.

Dalla Direzione nasce l’idea di sedersi al tavolo col M5S. E poi?

Renzi ha fatto un’ottima prima mossa, positiva la seconda in Direzione dove si sono confrontate le anime del partito e da dove si è usciti con un mandato forte e l’idea di una netta discontinuità con l’esecutivo gialloverde. Penso ad esempio ai temi politici che sono stati estremizzati sull’altare della sicurezza, al rischio di tradire i punti cardinali storici della politica estera italiana e della sua collocazione atlantica.

Perché i 5 punti di Zingaretti possono funzionare meglio del contratto gialloverde?

Perché non sono una sommatoria dei rispettivi desiderata. In quel caso abbiamo visto un continuo scambio su punti che evidentemente non erano condivisi e non ha funzionato, ora occorre condivisione nei vari temi da portare avanti con determinazione a partire dai dossier economici. Penso alla messa in sicurezza dei conti pubblici, alla capacità di pagare gli stipendi e le pensioni, alla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva che sarebbe una stangata su famiglie e senza contare i redditi più bassi.

Cosa rischiano i conti italiani?

Occorre recuperare almeno 23 miliardi e non lo si può fare in deficit perché si intaccherebbero i criteri europei. È anche vero però che in caso di una nuova fase di potrebbe uscire dall’isolamento europeo dopo aver ammiccato al blocco di Visegrad, creando al contempo un nuovo negoziato con Bruxelles e così chiedere maggiore flessibilità. In quel caso si tornerebbe a dialogare con i Paesi fondatori ed un primo passo è stato già compiuto con l’elezione di Ursula von der Layen: per cui il messaggio deve essere quello di un governo responsabile ed autorevole, dentro un quadro internazionale atlantico e quindi con la possibilità di fare investimenti e dare risposte economiche rispetto alla lotta delle diseguaglianze.

Unità, non unanimismo dice il Segretario. E’ quella la nuova frontiera?

Sì e su questo c’è ancora molto da fare. L’unanimismo di facciata non è un bene, anzi, l’ossessione per la ricerca dell’unità rischia di essere unanimismo che va a discapito dell’iniziativa politica. Invece l’unità politica è la base necessaria. Un bene che vi siano schiettezza e confronto, ma è inevitabile che ci siano sensibilità diverse su come affrontare le cose. Segnalo però che il primo punto è stato messo in Direzione con un passaggio chiaro: si lavora per costruire un governo di legislatura. Lo si farà fino in fondo con nettezza e senza venir meno ad una richiesta di autocritica per passaggi sbandati dei grillini.

Cosa si intende per mandato forte?

Un governo di legislatura per un’agenda ambiziosa e non un accordo che punti a scavallare la manovra. Quello l’orizzonte, non un accordo che sarebbe un regalo a Salvini risolvendogli un problema, quello dei conti, che non ha voluto risolvere ma su cui ha solo fatto promesse elettorali. Saremmo folli a sistemare i conti, stabilizzando l’Iva per poi rischiare di riconsegnargli il Paese.

Il nodo è anche sul nome del premier ma se sarà politico il governo allora il premier dovrà essere uno dei leader?

Questo è più complicato, bisognerà attendere anche le valutazioni del Colle. Dovrà essere una figura che sia in grado di preparare correttamente quel percorso, tenendo conto degli equilibri che evidentemente ci sono in Parlamento. Un passo alla volta.

twitter@FDepalo

Dal contratto gialloverde all'accordo per l'Italia. Lo sforzo dem secondo Alfieri

Non avrebbe senso sterilizzare l'aumento dell'Iva, salvaguardare i conti e poi rischiare di consegnare il Paese a Matteo Salvini. Per questa ragione, osserva il senatore lombardo del Pd, Alessandro Alfieri, “lavoriamo ad un governo di legislatura che abbia un'agenda ambiziosa grazie alla mossa di Matteo Renzi”. Nicola Zingaretti ha cucito i punti avviati da Matteo Renzi? Il merito di Renzi…

Ecco le 5 condizioni (abbordabili) di Zingaretti per un accordo con M5S

"Appartenenza leale all'Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell'Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti". Cinque punti per trattare su un governo con il Movimento 5 Stelle poste nella Direzione…

Conte, Salvini, Zingaretti. Le pagelle della crisi secondo la Maglie

Piano con i verdetti. Maria Giovanna Maglie, giornalista di lunghissimo corso e già inviata della Rai negli Stati Uniti, spiega che in questa strana crisi agostana tutte le finestre restano aperte. Anche quella del voto. Ha sentito le condizioni di Zingaretti per il governo rossogiallo? Ha partorito cinque punti finti su cui chiunque può essere d'accordo. Zingaretti è il vero…

Un governo di ottimati per tenere fuori i barbari e Salvini? Parla Buttafuoco

La crisi di governo? Qualcuno ha voluto trasformare in statisti questi ragazzi che fino a poche ore fa venivano trattati come dementi. Ecco le mosse delle elites italiane spiegate da Pietrangelo Buttafuoco, che racconta a Formiche.net la destra egemone e viva oggi in Italia: quella di Salvini-Don Camillo che ha l'ha messa in moto “nei suoi modi ruspanti”. Come mai…

Perché dimenticare Salvini e dare un verso (giusto) alla legislatura. Parla Becchetti

Un governo Pd-Cinque Stelle è quello che ci vuole. E non solo per il fascino di un esperimento politico mai provato prima. Ci sono delle ragioni di fondo che potrebbero giustificare un no alle urne a ottobre e un sì a una maggioranza giallorossa. Il governo legastellato è ormai negli annali della Repubblica italiana, adesso bisogna guardare al dopo. E…

E intanto Enrico Letta conquista il popolo del Meeting

Il popolo del Meeting ha scelto o, quantomeno, ha dato un chiaro segnale su quale possa essere il suo orientamento politico in questa fase così delicata e confusa della vita del Paese. Una preferenza espressa con un lungo e sentito applauso, che finora non era stata riservato a nessuna delle autorità arrivate a Rimini nei primi giorni di questa quarantesima…

Sovranismo e populismo lasciano stracci che nessuno vuole raccattare. L'analisi di Malgieri

Era un “matrimonio” che non si doveva fare. Lo sapevano tutti, perfino gli interessati. Ed erano consapevoli che in breve tempo si sarebbe consumato dopo aver fatto male a loro stessi e al Paese. Ma i Cinque Stelle e la Lega non vollero sentire ragioni. Ritenevano, contro ogni ragionevole dubbio, che l’esperienza, per quanto eccentrica, avrebbe fatto bene alla politica…

ll bipolarismo secondo (i due) Matteo. Il commento del prof. Benedetto Ippolito

Ieri è stata una giornata campale per la politica nazionale. Davanti alla diretta televisiva, gli italiani hanno potuto assistere ad uno scontro tra più feroci che la storia repubblicana ricordi. Tuttavia è stata anche un'operazione verità, interna ad una legislatura caotica, iniziata lo scorso anno, all'insegna del compromesso e del fragile contratto tra Lega e 5 Stelle. L'emiciclo ha presentato…

Zingaretti è l’ago della bilancia. Può farla pendere per il voto. L’opinione di Ocone

E ora che succede? Ho l’impressione che non lo sappiano nemmeno i protagonisti di questa strana e agostana crisi di governo. E forse nemmeno il Presidente della Repubblica che deve seguire alla lettera la Carta e interpretarne lo spirito nei punti in cui essa non dà soluzioni. Alcuni elementi sembrano però chiari: Matteo Salvini sarebbe disposto a tornare sui suoi…

Il bastone e la carota. Trump, Putin, il G8 e la Crimea

Un ritorno della Russia nel formato g8 (oggi g7) “sarebbe appropriato”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump in un punto stampa alla Casa Bianca martedì sera. Trump si è dichiarato “favorevole a una simile proposta” e intenzionato a “dare vita di nuovo al G8” a margine di un incontro con il suo omologo romeno Klaus…

×

Iscriviti alla newsletter