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“Caro Matteo”, “Carissimo Giuseppe”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo una settimana di silenzio (l’ultima conferenza stampa risale all’8 agosto, quando ha deciso di parlamentarizzare la crisi di governo aperta da Salvini), ha fatto un passo avanti, pubblicando su Facebook una lettera indirizzata al ministro dell’Interno e vicepremier. Tema? La vicenda Open Arms, formalmente, ma informalmente è una reazione alla “sleale collaborazione che non posso accettare”.

“Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo – scrive Conte -. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo. La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare ‘slabbrature istituzionali’, che a tratti sono diventati veri e propri ‘strappi istituzionali’”. E qui le ragioni delle parole di Conte: “Per queste ragioni mi sono ritrovato costretto a intervenire varie volte – l’ho fatto perlopiù riservatamente – non per l’ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la necessità di rivendicare l’applicazione del principio di ‘leale collaborazione’, che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche”. “Il consenso politico si nutre della fiducia degli elettori – si legge ancora -. Ma se non alimentiamo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un cortocircuito e alla fine prevalgono rabbia e disaffezione” – stralcio, quest’ultimo, condivisoe rilanciato anche da Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolicasul suo profilo Twitter.

Giuseppe Conte “nella partita a scacchi era stato finora silente, oggi interviene ed è un attore non trascurabile della crisi perché molto dipende dalla sua scelta, che è personale, di dimettersi o meno in assenza di una mozione di sfiducia”, commenta a Formiche.net Lorenzo Preglisco, fondatore di YouTrend e attento osservatore della situazione politica italiana. “Si diceva nelle scorse ore che potrebbe dimettersi dopo le comunicazioni di martedì, oggi si legge sui giornali che invece l’intenzione è di non dimettersi. Questa è una scelta importante sui tempi della crisi, la mia impressione è che il non dimettersi possa non dico rompere le uova nel paniere, ma complicare un po’ i piani della Lega che puntava invece su una risoluzione veloce della crisi, in un primo momento”.

Le parole di Conte hanno raggiunto subito il suo destinatario, Matteo Salvini, che altrettanto velocemente ha risposto con un post su Facebook: “Leggo con stupore che Lei mi rimprovera una ‘ossessione’ per i ‘PORTI CHIUSI’, parla di rabbia, slealtà, ansia, foga e altro ancora. Sono stato leale e sempre lo sarò nel pieno rispetto di ogni carica istituzionale e, prima di tutto, nei confronti dei cittadini che incontro e che mi chiedono di intervenire”. Ma non solo. “Secondo me non c’è possibilità, poi se qualcuno vuole dialogare io sono qua, sono la persona più paziente del mondo e il mio telefono è sempre acceso e in questi giorni squilla parecchio”, ha detto Salvini in risposta a chi gli chiedeva se ci fosse ancora la possibilità di un’apertura ai 5 Stelle.

“Più la crisi si rallenta, più intervengono nuovi attori, più si stratificano i livelli, più il piano originario di Salvini si indebolisce”, ha spiegato ancora Pregliasco a Formiche.net. “È un po’ il primo tempo di una partita che si svilupperà tra il 20 e il 21 agosto, con mille livelli”.

“Non penso che ci sia mai stata una crisi di questo tipo, così complessa nella storia italiana – conclude l’analista politico -. Nella Prima Repubblica c’era un ancoramento ideologico, una stabilità politica che rendeva quella fase molto diversa. Oggi ci sono moltissimi attori in gioco, moltissimi interessi divergenti anche dentro i partiti, partiti sfarinati, personalizzati e però frammentati in fondo, scadenze e tempistiche che si incrociano l’una con l’altra, politica sempre più veloce e l’intervento di Conte si inserisce proprio in una crisi che ha molti attori, molti tavoli, e questo la rende più imprevedibile che mai”.

E sui social un primo – e superficiale, ma non indifferente – responso sulle due missive: il post di Conte è al momento (ore 16.30), ha raccolto oltre 130mila mi piace, oltre 65mila condivisioni e 36mila commenti. La lettera di Salvini, invece, 47mila mi piace, 13mila commenti e 8500 condivisioni.

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