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L’Aeronautica militare degli Stati Uniti ha impiegato per la prima volta gli F-35 in combattimento, seguendo Israele e il Corpo dei Marines che avevano già fatto debuttare in modalità combat i rispettivi velivoli di quinta generazione. Lo ha fatto contro alcune postazioni dell’Isis nel nord-est dell’Iraq, in supporto alle operazioni delle forze irachene e a poche ore dal rilascio del nuovo video di Abu Bakr al-Baghdadi, elemento che conferisce un valore simbolico, oltre quello puramente operativo, all’impiego dell’F-35, l’assetto più efficace e avanzato a disposizione degli Usa.

L’OPERAZIONE

Nello specifico, ha spiegato il Comando centrale dell’Aeronautica americana, gli obiettivi dell’attacco sono stati “una rete di tunnel ben trincerati e depositi di armi nelle profondità delle montagne di Hamrin, da dove Daesh era in grado di minacciare le forze amiche”. Già qualche giorno fa, dal CentCom era stata data notizia della controffensiva mossa nell’area dalle Forze di sicurezza irachene, supportate per l’occasione dalla Combined joint task force di Inherent Resolve, operazione che raccoglie l’impegno di Washington contro l’Isis. Una manovra messa in moto in seguito al riscontro di alcuni movimenti da parte dei combattenti dello Stato islamico, osservati “nel tentativo di spostare munizioni, equipaggiamenti e personale al fine di preparare le condizioni per la loro re-insorgenza”.

IL DISPIEGAMENTO

Da qui, il ricorso degli Stati Uniti al Joint Strike Fighter a pochi giorni dal suo arrivo nella regione. Difatti, il dispiegamento degli F-35 americani in Medio Oriente è avvenuto solo un paio di settimane fa, quando i velivoli di quinta generazione dei 388esimo e 419esimo Fighter Wing dell’Usaf sono atterrati presso la base emiratina di Al Dhafra. L’obiettivo, chiarivano da subito i vertici di CentCom, non era solo il rimpiazzo degli F-22 Raptors, ormai con cinque anni di attività nella regione e già sostituiti per breve tempo dai più obsoleti F-15, ma anche il rafforzamento della pressione sui talebani in Afghanistan e il contrasto alle ultime sacche di resistenza dello Stato islamico nell’area di Siria e Iraq.

IL VALORE DEL VELIVOLO

“Stiamo aggiungendo un sistema d’arma all’avanguardia al nostro arsenale, in modo da migliorare significativamente la capacità della coalizione”, aveva notato il generale Joseph T. Guastella, comandante del Comando centrale dell’Usaf. “I sensori integrati e la survivability che questo velivolo fornisce alla forza congiunta – aggiungeva – miglioreranno la sicurezza e la stabilità all’interno del teatro e serviranno come deterrente per gli aggressori”.

I DEBUTTI DELL’F-35 AMERICANO…

Per l’Aeronautica americana si tratta del debutto combat dell’F-35, in dotazione alla Forza armata nella sua versione A, a decollo e atterraggio verticale. Lo scorso settembre, il Corpo dei Marines aveva fatto lo stesso con la versione B, a decollo corto e atterraggio verticale, impiegando i velivoli in supporto alle operazioni di terra in Afghanistan. In quell’occasione era stato coinvolto un velivolo in dotazione alla 13esima Expeditionary Unit, partito dalla Essex, nave di assalto anfibio di classe Wasp. La stessa unità era stata la prima sia nel dichiarare operativo il caccia di quinta generazione, nel luglio del 2015, sia a integrarlo successivamente nell’ambito di una flotta. L’Air Force ha dichiarato la capacità operativa iniziale per la variante convenzionale dell’F-35 solo nel 2016, mentre la Us Navy ha fatto lo stesso per la variante C (per portaerei) lo scorso febbraio. Nel complesso, Washington ha in programma l’acquisto di un totale di 1.763 F-35A per l’Aeronautica, e di 353 F-35B destinati ai Marines. A questi si aggiungono i 260 F-35C che saranno spartiti tra Marines (67) e Navy.

…E QUELLO ISRAELIANO

L’operazione dei Marines in Afghanistan a settembre 2018 segnava la prima volta di impiego operativo per gli Stati Uniti, ma non per il programma nel suo complesso. Il maggio precedente, poco meno di un anno fa, era stato un F-35 israeliano (denominato Adir) a eseguire almeno due bombardamenti in Siria contro postazioni iraniane. “Gli aeroplani Adir sono già operativi e volano in missioni operative; siamo i primi al mondo ad utilizzare l’F-35 in attività operative”, aveva spiegato il generale Amikam Norkin dell’Aeronautica d’Israele.

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