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Domani al Viminale si riunirà il primo tavolo sulla crisi del latte in Sardegna. Da una parte il governo, ovvero il ministro dell’Interno Matteo Salvini e quello dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio. Dall’altra gli allevatori sardi, produttori di latte, da giorni in stato di agitazione a causa dei prezzi stracciati al litro (60 centesimi, ma i pastori chiedono 1 euro) che non consentono di rientrare dei costi di produzione (qui l’intervista di due giorni fa al presidente della Cia Agricoltura, Dino Scanavino). Quello che appare certo è che il confronto di governo arriva in un momento in cui la protesta si sta allargando a macchia d’olio. Non solo la Sardegna, ma anche la Sicilia e, forse, il Lazio e addirittura la Scozia.

Il leader della Lega ha promesso di risolvere la questione latte in 48 ore al massimo facendosi carico della soluzione al problema. La volontà di Salvini è chiara: non solo farsi alfiere delle istanze dei pastori sardi, ma anche rivendicarne un eventuale successo, in caso di risoluzione del caso latte. La prova è anche in un certo scetticismo che trasuda dal Movimento Cinque Stelle sulla riuscita della missione. Interpellato da Formiche.net, il deputato sardo membro della commissione Attività Produttive, Andrea Vallascas, ha spiegato di condividere le ragioni della protesta, esprimendo tuttavia più di un dubbio sulla tempistica data da Salvini. “La mobilitazione degli allevatori ci sta tutta, l’attuale prezzo al litro del latte è troppo basso. Non ci si rende conto dei costi sostenuti per la produzione del latte che sono di gran lunga superiori rispetto ai ricavi. Detto questo fino ad oggi si è intervenuti solo ed esclusivamente con interventi spot e non strutturali. Questo problema affonda le radici nei decenni passati e francamente non credo che lo si possa risolvere in poche ore”, spiega Vallascas. “Occorre immaginare un confronto ampio, profondo, in grado di risolvere subito la questione. Ci vorranno giorni, non c’è dubbio”.

Tra lo scettico e il sarcastico anche un altro deputato sardo, Luciano Cadeddu. “Grazie al vicepremier Salvini che ha dichiarato che in 48 ore risolverà i problemi dei pastori che vanno avanti da decenni, lo ringrazio e ci fa piacere. La mia domanda è però molto semplice: accogliendo le proposte della Coldiretti al Viminale che ha sfilato con alcuni, pochissimi pastori, siete realmente convinti di risolvere problemi che vanno avanti da decenni?”.

Secondo Cadeddu “questa è una protesta senza bandiere e lunedì per la prima volta una delegazione di pastori con i rappresentanti del Movimento pastori, un movimento non riconosciuto che esiste da 1997, è stata accolta dal premier Giuseppe Conte che tra l’altro è un allevatore. Ora sembra che la protesta sembra che abbia un nuovo referente, Coldiretti, io ne dubito fortemente. I pastori devono tenere duro, io non mollo, o si risolvono strutturalmente i problemi o non si va da nessuna parte perché questa, è una cosa seria, non è propaganda elettorale o sfilata con foto finale al Viminale”.

Salvini alla prova del latte tra lo scetticismo del M5S

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