Skip to main content

Quasi 9 miliardi di euro. Tanto potrebbe costare alla Germania la scelta di escludere gli F-35 dalla gara per sostituire la flotta di Tornado. I numeri arrivano dalle indiscrezione di Reuters su un documento classificato che il ministero della Difesa ha fornito ai Parlamentari tedeschi, e seguono le perplessità trapelate a più riprese dagli ambienti militari di Berlino per una decisione che è apparsa troppo politica, figlia delle tensioni tra la cancelliera Angela Merkel e Donald Trump e del rafforzamento del partenariato con Parigi.

L’esclusione degli F-35 ha lasciato la partita aperta tra l’aggiornamento degli Eurofighter e l’F/A-18E/F di Boeing. Il problema, già sollevato dagli esperti, riguarda il fatto che nessuno di questi due velivoli sia certificato per trasportare armamenti nucleari Us, impegno che la Germania conserva nell’ambito della sua appartenenza alla Nato. In altre parole, Berlino potrebbe essere costretta a prolungare la vita dei Tornado (entrati in servizio nel lontano 1983) fino almeno alla certificazione del velivolo che risulterà vincente nella competizione. Ciò potrebbe richiedere anni. Da qui, le cifre trapelate dal Bundestag: 5,64 miliardi di euro per il mantenimento dei velivoli; 1,62 miliardi per la progettazione del rimpiazzo delle parti obsolete e 1,58 miliardi per il loro procurement.

A sollevare il dibattito in ambito parlamentare è stato il Partito Liberale Democratico, critico nei confronti della scelta di escludere gli F-35. Come nota Reuters, il ministero della Difesa non ha fornito dettagli sui costi che riguarderanno l’operatività dei Tornado fino al 2035, sebbene ci fosse stato su questo una specifica richiesta dei legislatori. Secondo “fonti parlamentari”, potrebbero ammontare a circa 100 milioni di euro per velivolo, molto di più rispetto al costo per un F-35A, pari a 89 milioni di dollari, circa 80 milioni in euro, nell’ultimo lotto di produzione siglato da Lockheed Martin e Pentagono.

A ciò vanno aggiunti gli svariati segnali di inefficienze dello strumento militare di Berlino, che per la flotta di Tornado (93 velivoli) farebbero registrare un tasso di prontezza al combattimento inferiore al 40%. Numeri ed elementi che stridono rispetto all’ambizione tedesca di presentarsi come super potenza su scala globale, con tanto di ripetuta candidatura per un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell’Onu (appoggiata dalla Francia). Uno degli ultimi report parlamentari denunciava che nessuno dei nove sottomarini e meno della metà della flotta di Eurofighter e Tornado sarebbero stati pronti a combattere nel corso del 2018. Per la guida della forza di reazione rapida della Nato, i soldati tedeschi sarebbero stati costretti a chiedere in prestito agli alleati i visori notturni.

Per quanto riguarda la gara di sostituzione dei Tornado, l’esclusione dell’F-35 era da subito stata descritta come uno dei primi effetti della rinnovata intesa tra Parigi e Berlino, anche perché arrivata a pochi giorni dalla firma del trattato di Aquisgrana tra Angela Merkel ed Emmanuel Macron. È abbastanza ovvio che la Francia prediliga la soluzione “europea” per i nuovi velivoli tedeschi, anche considerando il percorso a due ormai intrapreso per il caccia europeo del futuro. Escludere il Joint Strike Fighter ha permesso al governo di Berlino di equilibrare la competizione agli occhi del partner, lasciando in campo un velivolo americano e uno del Vecchio continente. Eppure, stando ai numeri di cui sopra, i costi rischierebbero di essere piuttosto pesanti.

Merkel, Berlino

Il report che mette in crisi i piani di Berlino per la sostituzione dei Tornado

Quasi 9 miliardi di euro. Tanto potrebbe costare alla Germania la scelta di escludere gli F-35 dalla gara per sostituire la flotta di Tornado. I numeri arrivano dalle indiscrezione di Reuters su un documento classificato che il ministero della Difesa ha fornito ai Parlamentari tedeschi, e seguono le perplessità trapelate a più riprese dagli ambienti militari di Berlino per una…

Ubi vince con Iw Bank, non ci fu ostacolo alla vigilanza

Il fatto non sussiste, ovvero non ci fu ostacolo alla vigilanza bancaria. Iw Bank, la banca online del gruppo Ubi, esce nel migliore dei modi dal procedimento che ha visto i suoi manager accusati di aver ostacolato la vigilanza da parte delle autorità bancarie.  Gli ex manager della banca web erano imputati di ostacolo agli organi di vigilanza, in questo caso…

Cina e Silicon Valley, così Microsoft ha supportato la censura di Pechino

C’è anche il marchio di Microsoft sullo stato di sorveglianza Orwelliano del governo cinese. Uno scoop del Financial Times ha svelato un pericoloso intreccio fra i ricercatori dell’azienda fondata da Bill Gates e l’esercito cinese. Il reparto di ricerca Microsoft Asia, scrive Yuan Yang, avrebbe prodotto lo scorso anno ben tre papers in collaborazione con l’Università nazionale cinese per la…

Vi spiego perché l'occidente conta molto poco in Libia. Parla Gaiani

“Continuiamo a vedere la crisi libica in un'ottica distorta, come se fossimo ancora noi occidentali a imprimere la direzione di marcia. Noi contiamo molto poco, i veri protagonisti sono gli Emirati Arabi e l'Egitto come sponsor di Haftar, con dietro l'Arabia Saudita a minor visibilità”. Questa la diagnosi del direttore di Analisi Difesa Gianandrea Gaiani, firma de Il Mattino, Il…

Netanyahu alla prova dei fatti. Intervista a Jacob Perry (ex direttore Shin Bet)

“Sicurezza” è stata la parola chiave della campagna che ha portato alla rielezione a premier di Benjamin Netanyahu. E con ogni probabilità sarà la stella cometa del suo nuovo mandato, che si apre in un momento di grave instabilità regionale e non poche fratture interne alla politica israeliana. “Tra promesse e realtà c’è sempre un solco” spiega scettico a Formiche.net…

Quella di Tridico è una boutade. Per rilanciare l’occupazione si punti sulla produttività

“Lavorare meno per lavorare tutti è solo uno slogan e se vogliamo è un dejavu anche perché laddove è stato sperimentato è stato un fallimento”. Gabriele Fava, avvocato, presidente dello studio legale Fava e Associati, esperto in diritto del lavoro e relazioni sindacali e industriali e già consulente della Commissione finanze della Camera dei deputati boccia “la visione” del neo…

Il Fondo monetario sbaglia, tassare la prima casa è una follia. Firmato Confedilizia

“In Italy, wealth could be taxed through a modern property tax on primary residences”. Così ha scritto il Fondo monetario internazionale nel suo Fiscal monitor di aprile: in Italia, la ricchezza potrebbe essere tassata attraverso una moderna imposta patrimoniale su quella che noi chiamiamo prima casa: l’abitazione in cui si vive, insomma. Qualche mese fa, in febbraio, nel documento intitolato…

Sicurezza e cooperazione internazionale. Il binomio spiegato al Salone della Giustizia

Sicurezza e autoreferenzialità sono due nemici irrimediabili. La disruption tecnologica ha introdotto nuove minacce cui Stati, organizzazioni internazionali, imprese e singoli individui non possono rispondere da soli. Questo il messaggio lanciato dal Salone della Giustizia al Parco dei Principi di Roma, manifestazione giunta alla sua decima edizione, nel corso del penultimo panel della tre giorni: “Sicurezza nazionale e cooperazione internazionale”.…

Julian Assange, l'arresto a Londra e la richiesta di estradizione negli Usa. Fatti, scenari e commenti

È stata fatale per Julian Assange, il controverso fondatore di Wikileaks, la revoca dell'asilo da parte di Quito che ha consentito alla polizia britannica di entrare oggi nella sede diplomatica londinese dell'Ecuador e catturarlo. Rifugiatosi lì dal 2012, l'attivista australiano era ricercato dalla giustizia britannica dal 2012 per aver violato i termini della libertà vigilata dopo essere stato fermato nella…

Cosa serve alla Difesa. L’appello dell’industria al governo

Uno: affermare la chiara collocazione euro-atlantica del Paese, così da non perdere credibilità con i partner storici. Due: istituzionalizzare e potenziare il supporto all’export, magari partendo da un aggiornamento normativo sugli accordi governo-governo ormai urgentissimo. Tre: garantire stabilità programmatica di investimenti e risorse, evitando cambi di rotta e interruzioni inaccettabili per programmi che si sviluppano per decenni. Sono le richieste…

×

Iscriviti alla newsletter