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Social NetworksNel 2019 i brand non abbandoneranno massicciamente i social network tradizionali. Facebook, Instagram e Twitter possono quindi stare tranquilli.

Tuttavia, le aziende stanno iniziando a ricercare spazi nuovi, se non proprio alternativi almeno complementari ai social media. Big dell’e-commerce come Amazon e Kiabi hanno già fatto il grande passo. Nel 2018, ad esempio, il marchio low-cost fashion Kiabi ha implementato la piattaforma collaborativa we are kiabi che permette ai propri utenti di interagire con i loro brand preferiti, fare domande e persino vendere articoli Kiabi tra fan.

In una recentissima intervista rilasciata da Paolo Iabichino al giornalista Fabio Grattagliano su ilSole24Ore dal titolo Troppi social e poca creatività. I brand devono tornare a casa, il pubblicitario ha affermato la necessità per i marchi di “tornare a casa, portare lì le persone, su spazi proprietari. Basta guardare a Fondazione Prada. Illy, Lavazza. Fendi. Moleskine. Proprio quello che non sta facendo il retail, per esempio. che non ha saputo offrire un’esperienza più vasta che non fosse soltanto quella della mercificazione”.

Un ritorno a casa quindi, quello prospettato da Iabichino, ma con quali strumenti? “Tornano i siti Internet. torna l’e-mail marketing come veicolo di contenuti e non come spam, la centralità del punti vendita, gli eventi proprietari e addirittura il packaging come nuovo media relazionaie. Tutto questo grazie a un utilizzo creativo della tecnologia. Sono sempre di più le realtà che affidano i propri contenuti a magazine editoriali e piattaforme di contenuti digitali che recuperano i principi degli house-organ di una volta. Ma anche qui è doveroso sottolineare che c’è la necessità e l‘urgenza di cambiare il racconto della marca e smettere di credere alla favoletta dello storytelling una volta per tutte.”

Per uscire fuori dal tunnel dei social media, i brand sono quindi già alla ricerca di nuovi modi per comunicare direttamente con i clienti, attraverso ad esempio l’utilizzo di applicazioni di messaggistica istantanea, con o senza bot, che essendo ampiamente utilizzate da circa 5 miliardi di persone in tutto il mondo rappresentano oggi uno strumento di comunicazione maturo ed affidabile.

Per chi fosse ormai stufo di navigare il web scansando le trappole di click-baiting, click-trapping ed in generale tutte quelle tecniche per generare click e sollecitare la risposta dell’utente sui social media ci sono finalmente buone notizie.

La tendenza tra i brand nel 2019 sarebbe proprio quella di ritrovare un po’ di autenticità nei loro contenuti, sviluppando attorno ad un prodotto una comunità forte, composta da consumatori pronti ad interagire per difendere e promuovere il “loro” marchio.

A sentir parlare i giganti dei social media i loro algoritmi intendono già favorire questa pratica, permettendo ai marchi di ricostruire una fiducia a volte contaminata e di focalizzarsi sul fattore umano. Si avverte, quindi, la necessità di un uso più centrato sull’utente per promuovere interazioni sociali “reali”. Questa ricerca di maggiore autenticità potrebbe assumere la forma di gioco, offrendo esperienze più ricche e divertenti che permettano agli utenti di assimilare meglio le informazioni.

I social media dal canto loro stanno proteggendo la loro reputazione effettuando un po’ di pulizia tra i loro iscritti, in particolare cancellando i profili più evidentemente fake. Alla fine del 2018, Instagram ha lanciato un’iniziativa per combattere i falsi che consente – attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale – alla piattaforma di rimuovere citazioni, commenti o account acquisiti infrangendo le sue policy.

E’ già qualcosa, ma non abbastanza in quanto per gli influencer, gonfiare le proprie comunità virtuali in modo discreto e artificiale è ancora oggi molto semplice, con il risultato che a volte è ancora molto complicato distinguere tra vero e falso in rete.

Photocredit: Pexels.com

2019, fuga dai social? Non proprio...

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