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Michal Shir-Segman, fondatrice dell’Israeli Center for Political Training (Icpt) e persona di fiducia dell’ex ministro dell’Istruzione Gideon Saar nonché dell’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu, conferma a Formiche.net quanto già si respira dalle notizie che provengono da Israele: le elezioni si stanno trasformando in un referendum sulla persona.

UN PROBLEMA GIURIDICO O POLITICO?

Dopo la crisi che ha portato il Paese alle elezioni anticipate a causa dell’uscita del partito di Avigdor Liebermann (Yisrael Beitenu) dalla coalizione di maggioranza, il governo sta affrontando al momento una seconda fase critica, ovvero una campagna elettorale iniziata tra le polemiche giudiziarie che coinvolgono l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu. I rivali di quest’ultimo, catalizzati in diversi micro-partiti a causa di un sistema incredibilmente frammentato, stanno utilizzando l’argomentazione delle indagini giudiziarie e delle potenziali accuse come strumento di propaganda elettorale, con il risultato che un processo elettorale iniziato con diverse criticità, si sta lentamente trasformando in una sorta di referendum sulla persona. Nel frattempo, è nato non solo un nuovo partito a trazione “militare”, Resilienza per Israele, guidato dall’ex Capo di Stato Maggiore Benjamin Gantz, ma quest’ultimo è riuscito a suscitare importanti consensi tanto a destra quanto a sinistra, assumendo posizioni conservatrici in ambito di sicurezza e liberal in quello economico. Il nuovo partito ha avuto un successo tale che si è fatto promotore di un’alleanza “bianco-azzurra” con Yair Lapid, leader del partito di centrosinistra Yesh Atid.

PROPOSTE E POSIZIONI

Le principali questioni che i partiti politici stanno discutendo in questa campagna, secondo quanto riferito da Shir, riguardano economia e sicurezza. Nel primo caso, la questione si fa delicata dal punto di vista del successo dell’attuale governo, una carta vincente che la popolazione non è sicura di voler mettere a repentaglio (una crescita annua che supera il 3%, Pil in crescita del 4% l’anno, e disoccupazione ed inflazione praticamente inesistenti). Scottante, invece, la questione dei territori contesi: Secondo le parole di Shir, la nuova coalizione centrista potrebbe essere disposta ad “abbandonare alcuni territori” e a promuovere un’economia maggiormente progressista.

ELETTORATO E MEDIA

Secondo quanto rivelato dalla Shir, Netanyahu sta affrontando una vera e propria “persecuzione mediatica” in Israele, in parte dovuta alle accuse giudiziarie confermate qualche giorno fa. L’arma vincente del Likud, ci rivela, è la sicurezza. “La maggior parte degli israeliani voterà secondo considerazioni di sicurezza, mettendo le altre tematiche in secondo piano”, e considerando che Israele sta vivendo un periodo pacifico particolarmente lungo, anche questa valutazione peserà molto sulle decisioni elettorali.

OCCHIO ALL’IRAN

Dal punto di vista della sicurezza nazionale, Israele è impegnata in una guerra per procura contro i tentativi espansionistici dell’Iran in Siria: un impegno che si manifesta in una serie di dialoghi bilaterali con Russia e Stati Uniti al fine di prevenire un’escalation alle porte del Golan. Netanyahu ha mantenuto durante il periodo di carica una linea molto dura nei confronti dell’Iran, denunciando anche in sede internazionale alcune prove che dimostrerebbero la non conformità dell’Iran nei confronti dell’accordo sul Nucleare siglato con i p5+1.

LA POSTA IN GIOCO

Non eccessivamente preoccupata circa gli avvertimenti dello Shin Bet su possibili interferenze elettorali, Michal Shir afferma che “le sfide più urgenti che dovrà affrontare la prossima legislatura riguardano il rafforzamento di Israele come democrazia, ma anche e soprattutto l’impegno concreto nei confronti dell’Iran, la principale minaccia alla sicurezza del Paese”. Parlando di rapporti israelo-italiani, Shir ha confermato come “le relazioni con l’Italia sono fondamentali per noi. Credo fortemente che ci sia bisogno di una sempre maggiore cooperazione tra i nostri Paesi, soprattutto per quanto concerne le nuove tecnologie e la cyber security”.

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Israele, elezioni o referendum sulla persona? L'opinione di Michal Shir

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