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Altro che burocrazia, austerità e assistenzialismo. Se anche Moody’s accende un focus sull’Albania significa che il trend di crescita, quantificato in due volte quello della vicina Grecia, è ormai un dato di fatto.

Per il 2019 è prevista una crescita del 4% anche grazie ad un sistema che punta a favorire gli investimenti stranieri, l’internazionalizzazione degli atenei, lo sviluppo degli idrocarburi. E, naturalmente, lo sguardo al futuro in Ue.

DATI

Rispetto alla Grecia che negli anni pre crisi, quando la pressione fiscale era ridotta ai minimi termini, non ha investito in internazionalizzazione, formazione, Ict (Information and communication technology) facendo lievitare la spesa pubblica e mettendo le banche in un vicolo cieco, Tirana ha fatto il contrario.

E oggi si ritrova dinanzi ad uno scenario differente, che le ha consentito, ad esempio, di aumentare il salario di quasi settemila militari, di fare una donazione in denaro alla Grecia per gli incendi di Mati, di dare un bonus bebè per ogni nato (indigente o meno) di 40mila lek (circa 350 euro, equivalente ad una mensilità), che raddoppiano in caso di gemelli.

Quest’ultima misura ha una valenza anche sociale: l’unica condizione richiesta è che i genitori dichiarino la nascita negli ospedali del paese. L’obiettivo è incoraggiare le giovani coppie nel paese a ottenere prole e l’indennità è riconosciuta a tutte le famiglie indipendentemente dalla loro situazione finanziaria.

Nel paese lo stipendio medio è di 300 euro al mese, con un cittadino su sette che vive al di sotto della soglia di povertà, con a disposizione un dollaro al dì. La disoccupazione è al 15%.

TREND

Secondo Moody’s l’Albania si trova attualmente in una fase di crescita economica sostenuta da consumi e investimenti privati. L’economia albanese, oltre che su agricoltura e piccola industria, è al momento caratterizzata dalla presenza di risorse naturali, con i maggiori giacimenti di petrolio rispetto all’intera costiera balcanica. È la ragione per cui il governo guidato dal socialista Edi Rama ha aperto alle gare per lo sfruttamento dei blocchi.

Lo ha messo nero su bianco in un post sul proprio profilo Facebook per festeggiare il nuovo anno il ministro dell’economia Arben Ahmetaj, secondo cui il terzo trimestre del 2018 ha accusato una crescita del 4.48%.

Nello stesso periodo del 2013 l’economia era a -2,46%, comparabile solo ai dati del 1997, quando la povertà era assoluta. “La crescita di questo trimestre – ha scritto – è la cifra più significativa di trasformazione: il grande passaggio dall’annunciata crisi del 2013, alla ripresa economica, fino al consolidamento in corso”.

QUADRO

Un quadro in cui il primo riflesso oggettivo riguarda l’aumento dei consumi, che prosegue nel manifestare una tendenza al rialzo (per il terzo trimestre consecutivo) rimanendo uno dei principali attori della crescita economica.

“Le cifre della crescita economica degli ultimi cinque anni – ha aggiunto Ahmetaj – sono la migliore prova di come l’economia del paese stia ricompensando i cittadini albanesi e i difficili sacrifici che hanno sostenuto”.

È anche grazie a queste premesse che il bilancio della difesa ha potuto segnare un aumento di stipendio del 19% per 6.800 militari. L’iper attivismo governativo è dimostrato anche dal lavoro del ministro dell’energia dimissionario (per il rimpasto deciso dal premier) Damian Gjiknuri, che il giorno di Capodanno ha annunciato una concessione per 58 milioni di euro. Si tratta di un provvedimento che riguarda la centrale elettrica di Vlora, per un’operazione di riabilitazione della centrale che comprende anche un ramo del gasdotto di Fier.

Altro settore in crescita è il turismo, con strutture ricettive in aumento al pari di vettori, come anche la voglia di creare: è il caso del nuovo edificio futuristico nel centro di Tirana denominato Blloku Cube, che presenta una superficie esterna fatta di triangoli in alluminio.

Non manca la piaga del gioco d’azzardo: in un paese di appena 2,8 milioni di abitanti vi sono 4400 punti scommesse, il che equivale a un rapporto estremamente alto di uno ogni 670 persone (record rispetto agli altri stati balcanici).

QUI TIRANA

Che l’aria stia cambiando davvero lo dimostra la performance di Tirana, una città che negli ultimi due lustri ha imparato a cambiare pelle. Ha celebrato la fine dell’anno in un clima di feste e botti,

conditi dai propositi trionfalistici del sindaco Erion Veliaj: “Tirana è oggi il posto di tutti, il sogno di ogni albanese. Insieme abbiamo fatto il miracolo, abbiamo realizzato i nostri sogni. Voglio ringraziare tutti coloro che si sono uniti a noi dal Kosovo, dalla Macedonia, dal Montenegro e sono felice che Tirana non sia solo la capitale dell’Albania ma la capitale di tutti gli albanesi”.

Un segnale chiaro, soprattutto rivolto agli stati vicini, nell’ottica di una nuova fase per il paese delle Aquile. Una fase che prevede l’adesione alla famiglia dell’Ue.

twitter@FDepalo

 

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