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Colpo di fortuna, ma per chi fa parapendio e sa annusare l’aria, si parla piuttosto di provvidenziali venti ascensionali. Certo le due cose possono andare anche insieme, ma gli estimatori di Guillaume Faury, presidente di Airbus Commercial Aircraft, appena nominato ceo di Airbus succedendo a Tom Enders, di cui era numero due, ritengono abbia tutte le carte in regola per ricoprire tale ruolo. A partire dalle ore di volo: 600 su aereo, 700 in elicottero.

“Molti dirigenti della vecchia guardia, di alti funzionari, ci mettono un sacco di tempo a comprendere il nostro mestiere, lui conosce anche gli aspetti tecnici ed è un grande vantaggio” dice il portavoce di Cfdt d’Airbus Helicopters, Roland Chamerois.

Classe 1968, globtrotter, in viaggio cinque giorni su sette, compresi il sabato e la domenica, non soffre il fuso orario e, non si sa come, trova anche il tempo per fare sport. Maratoneta, velista, alpinista. Per questo, di corporatura sottile ma muscolosa, si dice la sua stretta di mano sia particolarmente vigorosa. Abituato ad esprimersi quasi sempre in inglese, è veloce nel passare al tu, verso cui i francesi nutrono una certa allergia.

Ex studente del Polytechnique, Guillaume Faury, durante la sua prima parte della sua carriera, si è mosso tra il settore automobilistico e l’aeronautica. Nel 1998, ha iniziato la sua carriera in Eurocopter, il predecessore di Airbus Helicopters. Rimarrà lì per dieci anni prima di entrare nel gruppo Psa. Un breve passaggio di quattro anni, un felice interludio, che permette a Mr. Faury di essere oggi uno dei rarissimi leader di Airbus che non è preso di mira dai procedimenti giudiziari.

Faury, prende il posto di Tom Enders, che lascia la scena tra le polemiche, con un paracadute dorato di 36,8 millioni euro. Ma le forti turbolenze che si registrano sui voli di Airbus derivano anche dalle diverse inchieste anti corruzione che negli ultimi mesi hanno scosso i vertici di Airbus, facendo cadere alcuni dei pesi massimi: Marwan Lahoud, ex direttore della strategia, poi John Leahy, storico direttore commerciale, o Harald Willem, direttore finanziario. Un’ondata di partenze che, secondo Le Monde, sarebbe stata inasprita anche dalla guerra di capi tra Tom Enders e il suo ex numero due, Fabrice Brégier, potente coo che ha lasciato l’incarico a febbraio dello scorso anno.

“Per ottenere questo tipo di posizione, devi avere le competenze ma devi anche essere fortunato”, afferma Philippe Petitcolin, general manager di Safran, uno dei più grandi fornitori di Airbus. Era il 14 febbraio scorso quando Faury twittava con orgoglio i dati relativi alla forte prestazione del 2018. Ricavi pari a 64 miliardi di Euro; Ebit Adjusted a 5,8 miliardi, una previsione di 880-890 velivoli in consegna per il 2019. È tardato di poche settimane il nuovo strale lanciato da Trump dall’Olimpo di Twitter: “L’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) ritiene che le sovvenzioni dell’Unione europea ad Airbus abbiano avuto un impatto negativo sugli Stati Uniti”, ha dichiarato, minacciando che Washington imporrà dazi su 11 miliardi di dollari di prodotti provenienti dall’Unione europea. Vedremo quanto giocherà la fortuna per Faury, intanto lo sprint da ciclista (ebbene sì, fa anche ciclismo a tempo perso) gli ha assicurato il podio.

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Cambio al vertice di Airbus. Esce Enders, entra Faury

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