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C’è molta aspettativa intorno alla cerimonia di insediamento del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, il 10 gennaio. Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno annunciato che non riconosceranno il secondo mandato del socialista, date le irregolarità del processo elettorale del 20 maggio.

Il portavoce del ministero di Affari esteri della Germania, Christofer Burger, ha annunciato che “il ridotto calendario elettorale, i divieti e le difficoltà imposte alla partecipazione di partiti e leader dell’opposizione, così come la violazione alle norme democratiche minime, hanno reso le elezioni ingiuste e poco libere”. “In queste circostanze – ha aggiunto – la legittimità delle elezioni e i risultati sono insufficienti, giacché il processo elettorale non ha dato le garanzie necessarie per essere inclusivo e democratico”.

Maja Kocijancic, portavoce della diplomazia europea, ha ricordato le nuove sanzioni imposte dall’Ue a 18 funzionari del governo venezuelano con l’accusa di danneggiare la salute democratica del Paese. Inoltre, ha detto che l’Europa spera in una “soluzione pacifica, politica e democratica” per la risoluzione della crisi venezuelana. Per ora non è considerata l’opzione di rompere i rapporti diplomatici con il regime di Maduro, come proposto dal Gruppo di Lima (composto da 14 Paesi latinoamericani).

Chi invece sarà presente il 10 gennaio all’insediamento di Maduro a Caracas è il vice presidente turco Fuat Oktay, ma anche il presidente di Bolivia, Evo Morales; il presidente di Nicaragua, Daniel Ortega e il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel. Non è ancora confermata la partecipazione del presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador.

Intanto, l’Assemblea nazionale (con la maggioranza di opposizione) ha proposto costruire immediatamente le basi per un “governo di transizione”. Il Parlamento ha criticato l’imminente “usurpazione” del potere da parte di Maduro e ha preparato la prima bozza di un progetto di legge per definire il meccanismo che dovrà portare ad un eventuale cambiamento del governo.

Il nuovo presidente dell’Assemblea nazionale, Juan Guaido ha detto che è cominciato “il processo di transizione e dobbiamo discutere quale sarà il meccanismo per risolvere la crisi politica […] Ci troviamo in una dittatura, con sequestro delle istituzioni, e per questo abbiamo bisogno del sostegno di tutti i venezuelani per raggiungere le condizioni di un governo di transizione e nuove elezioni nel quadro della Costituzione”. La proposta è stata applaudita dal governo tedesco.

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