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L’Italia punta a “diventare protagonista trainante sulla futura industria della Difesa europea” e “lo scambio di know-how” con attori come attori di rilievo, anche asiatici, “non può che rafforzare in termini di expertise” la Penisola, che vuole conquistare un posto al sole anche in “un mercato mondiale enorme” come quello cyber. Ma sono ancora molti i progressi da compiere.
A Seoul, dove si tenuto il Defense Dialogue 2018 che ha visto le delegazioni di 53 nazioni e di 5 organizzazioni internazionali confrontarsi su tematiche regionali riguardanti la stabilità e la sicurezza (Roma vi ha partecipato per la seconda volta), il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha rilanciato l’idea di una Penisola che ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo da attore principale in settori innovativi e ad alto tasso tecnologico, senza porsi limiti geografici.

L’ATTENZIONE ALL’ASIA

“La Corea del Sud e l’Asia tutta”, ha sottolineato a margine del summit, “va osservata e curata con grande attenzione dalle nostre big company, che potrebbero fare da capofila a tantissime piccole e medie imprese specializzate in nicchie di tecnologia. I nostri competitor sono attrezzati ed aggressivi, qualche ora di volo in più non ci deve spaventare”.

I PASSI DA COMPIERE

Tuttavia, ha detto ancora il sottosegretario alla Difesa, in materia cyber l’Italia “deve fare ancora molti passi in avanti”. Il punto di partenza, ha spiegato, “deve essere quello di valorizzare le strutture già operative che fanno capo al ministero della Difesa e alla presidenza del Consiglio”.
Inoltre, “per favorire una visione strategica nel settore cyber va prima stimolata la consapevolezza politica delle capacità e delle conoscenze di chi ad oggi garantisce la nostra sicurezza. In particolare, una più attenta e strategica programmazione economica assicurerebbe l’ottimizzazione delle risorse disponibili”.
In questo quadro, “l’Europa e quindi l’Italia”, ha sostenuto l’esponente del Movimento 5 Stelle, “devono essere in grado di fronteggiare le nuove sfide globali come il terrorismo e gli attacchi cyber, partendo dalla difesa del Sistema Paese sino ad arrivare ad una più sinergica Difesa europea. Mettere in rete le diverse eccellenze nazionali, supportandole, come già si è iniziato a fare, con programmi di investimento nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, possa favorire un processo di rafforzamento di tutti i singoli operatori”. Da non tralasciare, infine, il lato formativo. “Bisogna investire su una energica diffusione della cultura della sicurezza perché ricordo sempre a tutti che il nodo più debole in ambito cibernetico resta sempre quello tra la sedia e il Pc, cioè il fattore umano”.

I POSSIBILI SCENARI

Per Tofalo, che nel Paese asiatico ha tenuto anche un incontro bilaterale con il vice ministro della Difesa sudcoreano, Suh Choo Suk, grande attenzione va riposta non solo sul versante industriale, ma anche su quello più ampio della sicurezza nazionale. “In un mondo sempre più interconnesso, che viaggia ad altissima velocità verso l’Internet del Tutto e l’Intelligenza Artificiale”, ha spiegato, “gli attacchi cibernetici faranno danni incalcolabili e inizialmente anche difficilmente prevedibili”. Il riferimento è a possibili scenari futuri, come lo stop alla fornitura di servizi e beni essenziali come l’acqua o l’energia. “Si raggiungerebbe in pochissimi giorni il caos in uno Stato con bande armate che inizierebbero la ricerca violenta dei beni di prima necessità. Scenari che abbiamo visto nei film e che fanno accapponare la pelle”, ha allertato Tofalo.

COOPERAZIONE E DIPLOMAZIA

Da qui, ha rilevato ancora, la necessità di collaborare e creare occasioni “di interscambio e di approfondimento sui temi della sicurezza cibernetica e della Difesa nel suo complesso” come l’appuntamento di Seoul. Nel discorso di apertura lavori del Cyber Working Group, Tofalo – nella scorsa legislatura componente del Copasir e oggi con una delega specifica alla sicurezza cibernetica assegnatagli ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ha ricordato che “la diplomazia multilaterale e la cooperazione internazionale in materia di Cyber security siano fondamentali per costruire obiettivi condivisi”.

IL DIALOGO TRA ROMA E SEOUL

E, proprio su questi temi, Roma e Seoul puntano non solo a confermare i rapporti esistenti ma ad intensificarli con un occhio di riguardo alle nuove minacce che interessano il mondo digitale. Dopo una negoziazione iniziata nel 2011, infatti, quest’anno sarà possibile firmare un importante accordo bilaterale nell’ambito del settore Difesa, denominato “Agreement on Defense Cooperation between the Government of the Italian Republic and the Government of the Republic of Korea”.
Il documento – che promuove cooperazione e reciproco supporto in vari ambiti della Difesa, a partire da quello industriale – verrà probabilmente firmato in occasione della visita in Italia del presidente sudcoreano Moon Jae-In, prevista a ottobre prossimo. “Si tratta di una importante opportunità per l’industria nazionale in quanto prefigura la prospettiva di potenziali partnership con un Paese, come la Corea, tecnologicamente avanzato”, ha rimarcato Tofalo. Queste opportunità riguardano, ad esempio, il settore elicotteristico, satellitare ed avionico/elettronico e ha detto ancora il sottosegretario, “il nostro governo si impegnerà ad estenderlo anche al mondo della cyber security, per il quale la Repubblica di Corea è all’avanguardia, dovendo fronteggiare 1,4 milioni di tentativi di attacchi cyber al giorno. La sigla dell’Agreement”, ha auspicato, potrebbe essere “il possibile punto di partenza per la stesura di protocolli e programmi aggiuntivi che definiranno più in dettaglio la cooperazione in specifici settori della Difesa”.

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