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LA PROPOSTA DELL’ISTITUTO BRUNO LEONI

Presente all’incontro il presidente dell’Istituto Bruno Leoni, Nicola Rossi, che ha mostrato alla platea di #IdeeItalia il modello elaborato nei mesi scorsi “25 per tutti” (chi volesse approfondire, può leggere qui).
“Ciò che proponiamo noi – ha illustrato il professor Rossi – è fare pulizia e chiarezza dell’intero assetto. Via tutte le cose che non capiamo e spazio a una sola aliquota per tutte le imposte, dall’Irpef all’Ires fino all’Iva e pure per i redditi da capitale”.
“Il nostro sistema – ha continuato l’economista e presidente dell’Istituto Bruno Leoni – una volta a regime prevederebbe una esenzione per i single fino a 11 mila euro, poco più della metà per le coppie. Si inizierebbe a essere tassati solo per ogni euro in più rispetto a quello scaglione e si arriverebbe a pagare l’intera quota del 25% solo raggiungendo redditi molto alti, tra i due e i 300 mila euro annui”.
“Oggi – ha concluso – spendiamo 50 miliardi in assistenza e una quota considerevole, tra il 20 e il 30% è destinata agli individui più ricchi. Questo è spia di un sistema che non funziona e che va ripensato”.

LA CONTROPROPOSTA DELLA LEGA: FLAT TAX AL 15%

Presente a #IdeeItalia anche Armando Siri, ideologo della flat tax leghista e uno dei consiglieri economici del Carroccio salviniano: “Oggi ci sono 5 scaglioni – ha dichiarato – il modello è stato elaborato negli anni ’70, ma nel 2017 la società è cambiata. I ricchi sono sempre meno anche perché quei pochi sono stati spinti dal fisco a delocalizzare”. “Quindi – ha proseguito Siri– per come stanno le cose oggigiorno, la flat tax al 25% penalizzerebbe più di 40 milioni di contribuenti, che sono anche quelli più poveri. È per questo che il progetto della Lega è rilanciare con una proposta più bassa, attorno al 15%, così da non gravare sulle fasce della popolazione in maggiore difficoltà”.

NON SI ABBANDONEREBBE LA PROGRESSIVITA’

“Il nostro – ha puntualizzato Siri – sarebbe un sistema che non abbandonerebbe il criterio della progressività voluto dai padri costituenti, in quanto verrebbe automaticamente tarato sulle singole capacità contributive grazie alle deduzioni, per esempio quelle riguardanti i famigliari a carico”. “Inoltre – ha concluso – avrebbe un duplice merito: fare uscire il sommerso, visto che pagare le tasse converrebbe a chiunque, e, abbattendo il carico fiscale per le aziende di 10 punti, permetterebbe allo Stato di risparmiare manovre a pioggia dagli effetti temporanei come il Jobs Act perché l’occupazione verrebbe da sé, ridando ossigeno alle imprese”.

UNA RIVOLUZIONE LIBERALE AUTOFINANZIATA

A #IdeeItalia ha quindi preso la parola Paola Tommasi, l’economista bocconiana dello staff di Renato Brunetta (FI) che ha collaborato alla campagna elettorale di Donald Trump: “A mio avviso – ha detto Tommasi – il più grande merito della flat tax che stiamo disegnando è che non costerebbe nulla ai cittadini. Avrebbe una portata rivoluzionaria, di stampo liberale, eppure non creerebbe nuovo debito, altri fardelli sulle spalle di chi lavora. Infatti – ha precisato – sarebbe finanziata dal sommerso che tornerebbe alla luce e dalla possibilità per il legislatore di abolire quella selva di deduzioni oggi presenti e ridondanti rispetto all’assetto che abbiamo in mente, perché se uno ha una tassazione al 20% e non al 40%, può per esempio pagare da sé per intero l’importo dell’iscrizione in palestra”. Quindi, ha concluso, “la flat tax che stiamo elaborando avrà una unica aliquota al 23%”.

I PROBLEMI DEL SISTEMA ATTUALE

L’avvocato e docente di Diritto Costituzionale all’Università di Padova, Luca Antonini, ha chiuso l’incontro elencando le numerose contraddizioni del sistema attuale: “Su una cosa siamo tutti d’accordo: con una tassazione al 42%, l’assetto odierno risulta insostenibile per chiunque”. “Attualmente – ha proseguito Antonini – l’intero sistema è sorretto da dipendenti e dai pensionati mentre dalle maglie del fisco sfuggono i veri paperoni: Google in Italia paga solo l’1%, i grandi ricchi custodiscono i propri patrimoni nei trust tassati al 27%. Un operaio – ha fatto notare alla platea di #IdeeItalia – viene invece tassato persino sulle spese che affronta per i figli a carico. Abbiamo le tasse al 42% come la Svezia ma un sistema sanitario efficiente come quello del Messico”.

Ecco come la flat tax elettrizza Forza Italia e Lega a IdeeItalia di Gelmini e Romani

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