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Atene trema. E con essa tutta la periferia d’Europa. Broker e analisti sono ancora fiduciosi che alla fine un accordo sarà trovato e che la Grecia sarà salvata e tenuta all’interno dell’Europa e dell’euro ma intanto i greci danno segni di sgomento e hanno iniziato a fare la coda agli sportello bancari. Le banche sarebbero le prime e più colpite vittime di un’eventuale abbandono dell’Ellade, con un potenziale effetto contagio verso i Paesi più deboli dell’Eurozona.

ITALIA AL SICURO
Che ne sarà del sistema bancario italiano? Nessuna paura, anzi. Gli istituti di credito domestici sono considerati del tutto a sicuro e, soprattutto dopo gli Aqr, dotati di requisiti di capitali tali da essere una sicura scommessa al rialzo. Un dato su tutti lo dimostrerebbe. “La percentuale di Rwa, i risk weighted asset, gli asset ponderati per il rischio – spiega Nicola Esposito, responsabile degli investimenti di Tendercapital, boutique londinese di investimenti –  per le principali banche italiane è quasi del 45% e arriva fino al 70% per le Popolari più piccoli, contro una media di poco superiore al 25% per le banche dell’Europa core. Questo vuol dire che l’Italia pondera molto più il rischio rispetto all’Europa del Nord e dunque è meno soggetta a eventuali turbolenze di mercato”.

INTESA, UNICREDIT E UBI VS COMMERZBANK E SOCGEN
Nel dettaglio, secondo i calcoli effettuati sulla base dei dati contenuti nella relazione trimestrale al 31 marzo 2015, il rapporto tra rea e asset totali è del 41% per Intesa, arriva al 46% per Unicredit e supera il 50% per Ubi Banca. Poco sotto si colloca il 39,4% di Banco Popolare. Ma sempre ben al di sopra del 22% della tedesca Deutsche Bank, del 26% e del 27% delle francesi, rispettivamente Societé Générale e Bnp Paribas. Un po’ più prudente l’altra tedesca Commerzbank.

LEVA SOTTO LA MEDIA CORE
Anche la leva delle italiane è, di conseguenza, molto inferiore alla media. Il rapporto tra il totale degli asset e il patrimonio netto, sempre al 31 marzo scorso, è poco sotto 15 per Intesa e Banco Popolare, sfiora il 12 per Ubi e tocca il 17 per Unicredit. La leva di Deustche Bank è 26,75, quella di Commerzibank di 22,34. Le francesi sono a circa 25 (SocGen) e 25,47 (Bnp Paribas). In caso di terremoti, ovunque sia l’epicentro, rischiano di crollare molto più rapidamente delle piccole e grandi italiane.

Unicredit, Intesa, Mps. Perché le banche italiane non temono lo splash della Grecia

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