La politica per anni ha sventolato la bandiera dell’antiscienza per raccogliere consensi e prima o poi il conto si sarebbe presentato, un conto salato che avrà inevitabili conseguenze sociali. Criminalizzare i no vax minacciando di escluderli da parte della vita civile è la reazione di una politica che non riesce, o non vuole, vedere che quanto sta accadendo è il frutto delle sue scelte contraddittorie
Politica
Il “whatever it takes” che serve per la ripresa italiana ed europea
Dalla ripresa italiana dipende il futuro dell’Europa. Per vincere la sfida questa volta, “whatever it takes” non deve dirlo solo Draghi, ma tutti i leader politici italiani
Ammortizzatori sociali e lavoro, una riforma necessaria
La cassa integrazione ha rappresentato un ammortizzatore fenomenale, autorizzata con larghezza è uno degli strumenti delle politiche passive per il lavoro che ci contraddistingue dall’Europa, che invece vanta Centri per l’impiego efficienti e formazione efficace. Le politiche attive non sono il nostro forte, ma nonostante il Pnrr preveda interventi in questa direzione, il ministro Orlando ha deciso di non decidere. Né sulle politiche attive né sulla cig e gli altri ammortizzatori. Il commento di Antonio Mastrapasqua
L’irresistibile ascesa del partito dei vaccinati
I leader politici che strizzano l’occhio ai “no vax” e ai “no mask” cominciano ad avere ripensamenti. Si litigano un elettorato sempre più piccolo. In fondo quelle prese in Italia sono misure limitate se raffrontate con quelle dei liberali e libertari statunitensi dove si mettono in gioco posto di lavoro e stipendio. Il commento di Giuseppe Pennisi
Giorgetti ridisegna il Mise. La nuova struttura per cavalcare la ripresa
La riorganizzazione voluta dal ministro leghista per ridefinire gli ambiti di competenza e le funzioni amministrative di una struttura che pianifica e determina la politica industriale e di rilancio del Paese. La sfida per mantenere l’Italia al secondo posto in Europa nell’industria manifatturiera è partita con un balzo record del Pil. Ora servono gli strumenti per vincerla
Bene la riforma, ma sulla prescrizione c'è un rischio. Le previsioni di Mirabelli
Dopo il braccio di ferro sulla riforma della Giustizia vinto dal premier Mario Draghi, il presidente emerito della Corte Costituzionale rimarca una priorità: “Rafforzare gli uffici giudiziari a partire dalle Corti d’Appello”. Ma non esclude che nell’incrocio tra improcedibilità (del processo) e prescrizione (del reato) possano scattare ricorsi alla Consulta
Patto Ue sull’Iran. Anche i politici italiani disertano l'insediamento di Raisi
Quattro anni fa il sottosegretario Amendola aveva partecipato all’insediamento del “moderato” Rouhani. Giovedì è il turno del “conservatore” Raisi, e per l’ambasciata di Teheran è “il momento migliore per l’Italia di approfondire le relazioni”. Aspettative deluse: parteciperà una delegazione solo diplomatica in linea con quanto deciso insieme ad altri Paesi europei. Vani i tentativi del senatore 5 Stelle Petrocelli di andare in missione ufficiale
La Dad tra sciocchezze e sacrifici. Scrive D'Ambrosio
La pandemia e la Dad hanno fatto danni enormi sull’apprendimento dei ragazzi, soprattutto alle superiori. La scuola, l’università si fanno sui banchi non su un video (che resta la ratio estrema per situazioni di emergenza). Il sapere cresce solo se esiste incontro pieno tra docenti e discenti. Il commento di Rocco D’Ambrosio
Pandemia e sovranità digitale. Le nuove sfide (anche del Pd) secondo Pizzetti
L’ex garante della privacy a Formiche.net: “Anche l’Ue sta affrontando sfide molto audaci e rischiose. È chiaro che il ruolo di Mario Draghi è centrale, non solo per il Recovery, ma per il suo prestigio personale. Europa sempre più fondamentale: nessuno stato membro da solo ha un volume di mercato sufficiente a garantire una sovranità digitale”
Le convulsioni a 5 Stelle scuotono governo (e Pd). La bussola di Ocone
Il braccio di ferro di Conte con Draghi è un gioco pericoloso. Il premier lo sa e, cogliendo il pericolo del logoramento – da cui in Italia nessuno è immune – ha deciso di tagliare corto: ha concesso quel che poteva e per il resto non avrà timore, domani, di far votare la fiducia. Questa partita è costata il rinvio a settembre delle norme su fisco e concorrenza, ma ha anche un prezzo politico. Pagato soprattutto dal Pd
















