Skip to main content

Uno dei presidenti della Disney ha annunciato che entro la fine dell’anno almeno il 50% dei loro personaggi rappresenterà minoranze razziali e della comunità Lgbtq per dare maggiormente il senso della inclusività.

Sono decisioni importanti per favorire la cultura del genere (gender in inglese), perché il diritto alla identità di genere si promuove proprio con lo sviluppo della cultura.

Tutti ricordiamo quanto sia stato vivace e difficile il dibattito sul Ddl Zan, che mirava a rafforzare la tutela delle minoranze di genere.

Ma dobbiamo anche essere consapevoli di quanto sia difficile il tema del genere.

Innanzitutto, dobbiamo tenere distinti il problema della differenza di sesso da quella di genere, anche se spesso si fanno confusioni e sovrapposizioni.

Il sesso rappresenta i caratteri anatomici e da decenni esistono forme di tutela, a partire dagli articoli 3 e 51 della Costituzione, anche se non sempre di facile attuazione. Si pensi a tutte le difficoltà per portare anche le donne alle più alte cariche dello Stato, da ultimo emerse ancora nelle elezioni al Quirinale. Con una notazione linguistica importante. La questione di una donna al Quirinale è un problema di parità di sesso e non di genere, come pure comunemente si dice.

Perché il genere non è la differenza tra uomo e donna, ma è la percezione e la apparenza che si sente e di dà di se. Ecco che non sempre il genere corrisponde al sesso anagraficamente assegnato ed ecco che nascono tutte le ipotesi di trans-gender, cioè Lgbtqia+ e così via.

Sulla tutela della identità di genere il nostro diritto è ancora indietro, anche se la Corte costituzionale ha riconosciuto che il diritto alla identità di genere è “espressione del diritto all’identità personale” (articolo 2 della Costituzione e articolo 8 della Cedu) e, al tempo stesso, di “strumento per la piena realizzazione del diritto, dotato anch’esso di copertura costituzionale, alla salute” (sentenza 221 del 2015).

Ma a livello pratico per tutelare il genere abbiamo soltanto la legge numero 164 del 1982, con tutte le difficoltà per modificare il esso attribuito alla nascita. E poco di più.

Si pensi a quanto accade in altri Paesi, come per esempio in Germania dove da qualche anno alla nascita si può non dichiarare il sesso ed essere fin da subito dichiarati come “altro” e non essere racchiusi nel binomio “M/F”.

Sono temi complessi anche per il diritto e a molto serve la cultura della conoscenza e della comprensione, come voleva fare il Ddl Zan e come utilmente farà la Disney.

La Disney e l’identità di genere. Scrive il prof. Celotto 

Entro la fine dell’anno almeno il 50% dei personaggi Disney rappresenterà minoranze razziali e della comunità Lgbtq per dare maggiormente il senso della inclusività. Si tratta di temi complessi anche per il diritto e a molto serve la cultura della conoscenza e della comprensione, spiega Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università di Roma 3

Francesco a Kiev? Per stare con la realtà degli uomini e parlare alle Chiese

Il pontefice a Malta sembra desiderare il momento in cui potrà esprimere la sua vicinanza non a idee, ma a persone, quelle che oggi troppi discorsi trascurano, con la speranza di imboccare una nuova strada. La riflessione di Riccardo Cristiano

Il voto in Serbia, divisa tra Mosca e Bruxelles

Belgrado ha votato la risoluzione Onu di condanna dell’attacco di Putin all’Ucraina ma senza aderire alle dure sanzioni occidentali. Ora la questione principale è l’insostenibilità della politica del doppio forno tra Ue e Russia. L’analisi di Igor Pellicciari, professore ordinario di Relazioni internazionali Università di Urbino

Diplomazia vecchio stile per mettere fine alla guerra di Putin

L’Occidente dovrebbe emulare Israele e la Turchia, già al lavoro per cercare di porre fine o limitare la guerra in corso. Il corsivo del professor Joseph La Palombara (Yale)

La scomparsa di Maria Romana De Gasperi nel ricordo di Girelli

Le parole di Giorgio Girelli, coordinatore Centro Studi Sociali Alcide De Gasperi, che ricordano Maria Romana De Gasperi

Disinformazione, se la Cina fa l’eco alla Russia

Ciò che ci serve per sviluppare gli anticorpi agli autoritarismi

L’Italia sta riprendendo la sua posizione naturale tra i Paesi guida dell’alleanza democratica. Ora serve uno sforzo complessivo delle istituzioni e una cooperazione con gli alleati per definire e sviluppare i futuri meccanismi di difesa. L’opinione di Laura Harth

Il continente debole e l'apoteosi della forma

Se si vuole l’Europa, allora c’è bisogno di un atto di coraggio. E forse, anche un po’ di umiltà nell’ammettere che gli europei non solo devono ancora venire alla luce, ma soprattutto possono anche non essere asettici e perfetti, e che possano, anche loro, perseguire propri interessi espliciti e meno espliciti

Dove sono le “altre” Ucraine, la Via della Seta in salsa putiniana

Mosca negli ultimi dieci anni ha allacciato rapporti e relazioni in varie aree: Ossezia, Abkhazia, Nagorno-Karabakh, Crimea, Bulgaria e Grecia settentrionale, al fine di provocare stati di crisi e incassarne i dividendi. Ma ora non ha la capacità militare di garantire una sua presenza

Isis contro al-Qaeda, e i morti in Israele. L'analisi di Dambruoso e Conti

Di Stefano Dambruoso e Francesco Conti

I recenti attacchi possono essere considerati espressione della lotta per la supremazia del jihadismo globale. L’analisi di Stefano Dambruoso, magistrato ed esperto di terrorismo internazionale, e Francesco Conti, ricercatore, Master’s Degree in Terrorism, Security and Society al King’s College London

“Aggressione inaccettabile”. Ma il Cav non riesce a dire Putin

In un saluto al congresso costituente di Verde è Popolare di Rotondi, il leader di Forza Italia parla della guerra in Ucraina senza però citare l’aggressore. “Sosteniamo il governo Draghi anche per fronteggiare i disastrosi effetti della crisi ucraina sul mercato dell’energia e delle materie prime”

×

Iscriviti alla newsletter