Skip to main content

“Il clima sta cambiando”. Benjamin Haddad, direttore del Centro per l’Europa dell’Atlantic Council di Washington DC, è convinto che il ghiaccio fra Stati Uniti e Francia dopo l’annuncio di Aukus – il patto militare fra americani, australiani e inglesi nell’Indo-Pacifico – stia iniziando a sciogliersi.

Il caso Aukus tiene ancora banco fra Washington e Parigi. Al summit Ue Macron ha detto che si aspetta fatti, non parole.

È vero, la tempesta non è ancora passata. Aukus è stato uno shock per Parigi. In ballo non c’è solo un accordo commerciale, ma una crisi di fiducia fra alleati. La Francia si è vista delegittimata in un quadrante – l’Indo-Pacifico – centrale per l’interesse nazionale. In quell’area la Francia ha un asse con Giappone, Australia, India, pattuglia i mari intorno a Taiwan.

Ci vorrà tempo.

Settimane, mesi, chi può dirlo. L’Eliseo si è fatto sentire, ha perfino richiamato l’ambasciatore. Ora è il momento di un’agenda costruttiva. Il primo passo è dare il via a una fase di consultazioni aperte. La chiamata di Biden a Macron e la visita di Blinken a Parigi sono un primo segnale.

Poi?

Sono necessarie tre mosse da parte americana. Riconoscere il contributo francese alla strategia per l’Indo-Pacifico. Dichiarare, e Biden lo ha fatto, che una più robusta presenza della Difesa europea nella Nato è nell’interesse degli Stati Uniti, un passaggio cruciale per i francesi. Infine il Sahel: gli americani sono già presenti con un supporto di intelligence e le forze speciali, Parigi si attende un maggiore impegno.

Sulla Difesa europea rimangono non pochi dubbi a Washington.

È vero, ma il clima sta cambiando. Per anni a Washington e nelle capitali europee si è sedimentata la convinzione che la Difesa europea sia una ridondanza rispetto alla Nato o, peggio, concorrenza. Questo tabù sta finendo: Biden oggi chiede agli alleati europei di investire di più nelle capacità comuni, di assumersi responsabilità nelle aree di interesse non vitale per gli Stati Uniti.

Di quali aree parliamo?

Libia, Sahel, East-Med, Balcani, Kosovo, Grecia. In poche parole, il vicinato. Biden ha dimostrato di non sottovalutare la minaccia russa ad Est e ha definito “sacro” l’articolo 5 della Nato sulla Difesa collettiva, ma l’Europa deve fare il suo.

Il ritiro dall’Afghanistan ha aperto una nuova fase?

Ha spostato il compasso strategico americano dall’Asia centrale e il Medio Oriente all’area Indo-pacifica, ha ridefinito il concetto di “interesse vitale”. Nonostante la promessa “America is back”, Biden si è mosso in continuità con i suoi predecessori, mettendo in cima all’agenda due priorità: da una parte il “Pivot to Asia” avviato da Obama, dall’altra la politica interna.

In Europa qualcosa si sta muovendo. Si parla di un primo nucleo di Difesa integrata, ma i piani procedono a rilento.

Questo perché rimane fra alcuni Paesi europei, come la Germania, il timore che investire nella Difesa europea possa danneggiare i rapporti con gli Stati Uniti. Per questo è tanto più importante che Biden invii un messaggio chiaro, definitivo.

C’è anche una partita industriale che vede in campo interessi divergenti.

Inutile negarlo, ci sono nodi tecnici da sciogliere. Per rilanciare l’industria della Difesa europea bisogna permetterle di crescere in America così come alle grandi aziende americane è stato permesso di mettere radici in Europa. C’è inoltre scetticismo al Pentagono per come è stato disegnato il Fondo europeo per la Difesa. Ma le aperture di Draghi e Macron restano due segnali politici fondamentali.

La Francia parla di autonomia europea, ma al tempo stesso si muove per accaparrarsi commesse con gli Stati Uniti dal fronte militare a quello tech. C’è un po’ di incoerenza?

Niente affatto. La Francia dimostra anzi che si può essere insieme autonomi e partner. Si può marciare fianco a fianco in Siria e Iraq, combattere il terrorismo in Sahel e contemporaneamente puntare a una via europea sulle tecnologie emergenti. Certo, a volte Parigi commette errori.

Ad esempio?

Dovrebbe tener conto di più delle preoccupazioni degli altri partner europei. Penso all’Italia in Libia, o ai Paesi dell’Europa centrale e orientale preoccupati dalla Russia, che mal sopportano le aperture francesi a Mosca.

Procedono intanto i lavori del Consiglio Ue-Usa per la tecnologia e il commercio. Le spinte autonomiste francesi rischiano di creare uno stallo?

Spero di no. Non dimentichiamo che quel Consiglio nasce su proposta europea, un anno fa. Ci sono divergenze fisiologiche su alcune tecnologie come Intelligenza artificiale, la privacy dei dati, la strategia per i chip, o sulla competizione con la Cina. Ma c’è un altro lato della medaglia. Il Tcc dimostra che l’Europa, quando prende l’iniziativa, è impossibile da ignorare. Biden lo ha capito.

Autonomi, nella Nato. Haddad (Atlantic Council) sull'asse Biden-Macron

Intervista a Benjamin Haddad, responsabile del programma Europa dell’Atlantic Council. Fra Biden e Macron prove di disgelo dopo Aukus, gli americani si impegneranno più nel Sahel. Bene Draghi sulla Difesa europea, che a certe condizioni può diventare un asset per la Nato

Per i cittadini, una sanità vicina e digitale. La riforma necessaria per l'Italia

Digitalizzazione, telemedicina e condivisione degli obiettivi e dei processi tra gli attori coinvolti. Questi gli ingredienti per una sanità del futuro vicina ai cittadini. Il secondo incontro della serie “Non c’è futuro senza…” organizzato da Janssen Italia in partnership con Formiche ha rivolto l’attenzione ai fattori abilitanti della riforma necessaria del nostro Ssn. Ne hanno discusso Andrea Costa, Maria Rizzotti, Alessandro Stecco, Enrico Sostegni, Giovanni Gorgoni, Ivan Porro, Teresa Petrangolini e Massimo Scaccabarozzi

L’italianità nell’agroalimentare, Centinaio contro le tasse su zucchero e plastica

Se n’è discusso all’evento Formiche in collaborazione con Coca-Cola “Il valore dell’italianità. Filiera, lavoro e sostenibilità”. Uno studio SDA Bocconi misura il valore del comparto e molte perplessità suscitano le misure che “potrebbero far fuggire le imprese”

Una storia verso il futuro. Il calendario 2022 dell'Aeronautica militare

L’Aeronautica militare ha presentato il suo calendario 2022. Scorre lungo il “tempo” della Forza armata, dal volo pionieristico a quello suborbitale, passando per la quotidiana attività a difesa dei cieli italiani. Per l’Arma azzurra è un percorso evocativo verso il traguardo del centenario

governo marocco akhannouch

In Marocco un governo per un nuovo modello di sviluppo

Il neo premier liberale, Aziz Akhannouch, uscito vincitore dalle elezioni dell’8 settembre scorso, ha scelto una squadra di ministri giovani e competenti per eseguire rapidamente i progetti del nuovo modello di sviluppo di re Mohammed VI

Pericolo ransomware. Cyber-riunione tra Biden e alleati

Attacchi con riscatto ma anche 5G e uso illecito delle criptovalute saranno i temi dell’incontro a 30 convocato dalla Casa Bianca entro fine ottobre. Le principali minacce da Russia e Cina

È arrivato il giorno della Global Tax. Ma è solo l'inizio

È quasi pronto l’accordo che mira a rivedere l’intero sistema fiscale internazionale, ma ora bisognerà trovare il modo per implementare quanto scritto nell’intesa. Oggi i rappresentanti di circa 130 Paesi e giurisdizioni si incontreranno per chiudere l’accordo

Torna Libropolis, il festival di editoria e giornalismo a Pietrasanta

Giunta alla quinta edizione, quest’anno racconterà le “metamorfosi del potere”. Date, ospiti e programma

Shade Med 21. Lo sguardo profondo di Irini nel Mediterraneo allargato

La conferenza dell’operazione Irini fotografa la regione nelle sue complessità, nelle sue sfide e opportunità. La prima uscita pubblica dell’ammiraglio Turchetto, gli interventi di Emanuela Del Re e Lapo Pistelli

Più Difesa (e industria) tra Italia e Usa. Lo studio dell'Atlantic Council

Con Mariangela Zappia, Alessandro Profumo e Curtis Scaparrotti, l’Atlantic Council ha presentato lo studio “Una squadra vincente: the US-Italian defense-industrial partnership”. Analizza il rapporto “positivo e di reciproco vantaggio” tra le rispettive basi industriali e invita a ulteriori integrazioni, anche sul tema della Difesa europea. L’obiettivo è il mantenimento del vantaggio tecnologico euro-atlantico rispetto ai competitor, Cina in testa

×

Iscriviti alla newsletter