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La richiesta statunitense alle Nazioni Unite di imporre nuove sanzioni all’Iran per violazione dell’accordo Jcpoa ha messo in imbarazzo l’Unione europea — come già raccontato su Formiche.net — ma hanno anche accelerato il processo che potrebbe portare la futura amministrazione statunitense, di qualsiasi colore sarà, a firmare un nuovo patto nucleare con la Repubblica islamica.

In questi giorni le diplomazie sono al lavoro. Il presidente statunitense Donald Trump ha ribadito, convinto dell’efficacia della sua strategia della “massima pressione” sul regime di Teheran — che con la sua rielezione “l’Iran firmerà un accordo sul nucleare dopo un mese o settimane”. Bastone e carota, però, non mancano mai. E così il segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, che Washington imporrà sanzioni radicali contro l’Ira, anche se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato per non estendere un embargo sulle armi al regime. “Non lasceremo che abbiano un’arma nucleare, non lasceremo che abbiano centinaia di miliardi di dollari in ricchezza dalla vendita di sistemi d’arma. Tutti i leader in tutto il mondo sanno che è una cattiva idea”, ha detto Pompeo, definendo l’Iran “il più grande sponsor del terrore”. Morgan Ortagus, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, all’emittente televisiva saudita Al Arabiya, con sede negli Emirati Arabi Uniti ha rilanciato: “L’Iran ha colto una meravigliosa, grande opportunità che gli era stata presentata ma l’ha sprecata: è per questo che oggi siamo dove siamo”, ha detto presentando la denuncia formale alle Nazioni Unite.

Si muove anche l’Unione europea. L’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha parlato con il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, della situazione in Bielorussia ma anche, in qualità di coordinatore della commissione mista per Piano d’azione congiunto globale sull’Iran, Borrell delle recenti proposte degli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A Mosca è volato ieri Il ministro della Difesa iraniano, Amir Hatami, per colloqui con la controparte Sergei Shoigu su questioni di reciproco interesse. Tra queste, l’embargo e l’accordo nucleare.

E domani il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, si recherà lunedì 24 agosto a Teheran per “delle riunioni con le autorità iraniane di alto livello”. È la prima missione nella Repubblica islamica di Grossi da quando ha assunto l’incarico lo scorso dicembre e si svolgerà in vista di una riunione il 1 settembre del comitato misto sull’accordo Jcpoa, alla luce delle recenti tensioni Europa e Stati Uniti in merito alla richiesta di Washington di ripristinare le sanzioni internazionali contro l’Iran.

La mossa di Trump sull’embargo all’Iran ha smosso la diplomazia. Ecco come

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